sabato 24 maggio 2008

Ecco l'srticolo che leggeremo su IL SECOLO XIX di domani, domenica 25



ASSEMBLEA IN SALA ROCCA


Lavagna, la coop delporto: «Azione legale collettiva»

«Vogliamo recuperare somme pagate e non dovute»

I gestori dello scalo: «Non abbiamo nulla da temere»



LAVAGNA.
Gli utenti del porto verso la class action insieme a ORAS.
La notizia è emersa ieri dall’assemblea generale della “Cooperativa approdo turistico di Lavagna”, presieduta da Giuseppe Bianculli, svoltasi alla sala Rocca.La coop va verso la liquidazione per trasformarsi, subito dopo l’estate, in associazione. L’assemblea (scarsamente
partecipata) di ieri ha approvato il progetto presentato da Bianculli
votandolo all’unanimità. «Per far valere i nostri diritti nei confronti della
Porto di Lavagna spiega Bianculli riteniamo che la soluzione migliore sia la class action che entrerà in vigore il prossimo luglio.
Oras, Osservatorio Regionale Anomalie del Sistema, è un’associazione
appositamente costituita per intraprendere azioni cumulative».
Andrea Pescino, portavoce di Oras, ha spiegato che l’obiettivo dell’azione
legale collettiva (importata dagli Stati Uniti per difendere gli interessi di una classe di persone) sarà «recuperare le somme pagate e non dovute».
Quello a cui puntano cooperativa e Oras è un rimborso collettivo di tutti gli utenti del porto che aderiranno all’azione.
«Dal luglio 2000 aggiunge Bianculli abbiamo versato 27.180.451,38 euro,
oltre a 12,5 milioni per la diga foranea e non siamo mai stati sufficientemente coinvolti nella commissione consultiva prevista dal contratto ».
Nell’attesa che intervenga la commissione di verifica e controllo richiesta da Oras per fare chiarezza sul collaudo dell’approdo, quella collettiva potrebbe essere la prima di una serie di azioni.
«Vadano pure avanti commenta Antonino Bongiorno Gallegra, legale
chiavarese della “Porto di Lavagna Spa” in otto anni non abbiamo mai
perso una causa e non abbiamo nulla da temere».
Il contenzioso tra la “Cooperativa approdo turistico di Lavagna”
e la “Porto”, infatti, si trascina da anni.
L’avvocato Massimo Menna di Milano, legale della cooperativa, ha spiegato che gli utenti chiedono alla “Porto” il riconoscimento di un rapporto di natura condominiale o, in subordine, di comunione. L’obiettivo è essere coinvolti nelle scelte. Questione che torna
d’attualità adesso che la “Porto” ha presentato al Comune il progetto (da
33 milioni di euro) per la riqualificazione dello scalo.
Intervento che la cooperativa ritiene necessario e sollecita per garantire lo sviluppo del porto.
«Nel regolamento che disciplina l’utilizzo delle parti comuni spiega
Bianculli è specificato che eventuali innovazioni che comportino oneri, non connessi al mantenimento della concessione, da ripartire fra gli assegnatari devono essere previamente comunicati agli stessi dalla concessionaria».
All’assemblea ha partecipato anche Alfredo Mordini, consigliere comunale delegato al porto. A lui il presidente Giuseppe Bianculli ha ribadito la richiesta, inviata nei giorni scorsi al sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza, di avere un incontro per approfondire
i contenuti del progetto.
«Stiamo verificando che corrisponda alle linee guida del protocollo
d’intesa spiega Mordini e che sia congruo ai fini del prolungamento
della concessione demaniale in scadenza nel 2024. Quando sarà terminato l’esame, convocheremo la cooperativa per discutere del futuro del porto e dei problemi degli utenti».
DEBORABADINELLI
badinelli@ilsecoloxix.it

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