mercoledì 25 febbraio 2009

La diga, il danno economico, il danno ambientale.




E' stata spedita alla Porto di Lavagna spa la doverosa raccomandata di "messa in mora" avente ad oggetto la restituzione delle cospicue somme pretese dagli utenti del porto per le spese di "manutenzione straordinaria" della diga di sopraflutto.

La richiesta di ripetizione dell'indebito si appoggia sul dettato della Suprema Corte laddove essa ha preso posizione su tre distinte questioni in materia di indebito oggettivo: l’una riguardante la rilevanza del titolo che ha motivato il pagamento e implicitamente l’irrilevanza dell’errore del solvens, la seconda relativa all’onere della prova gravante sull’attore in ripetizione e l’ultima concernente il modo in cui la prova dell’inesistenza del titolo viene a delimitare l’ambito della prova negativa.
Le tre posizioni della Suprema Corte testè citate sono perfettamente rappresentate, con sostanziale evidenza, proprio nella vicenda del Porto di Lavagna.
Spiace dover dire che la pubblica amministrazione, nella persona del sindaco Vaccarezza, abbia trascurato di riconoscere la sua gravissima responsabilità espressa attraverso il sollecito e pressante richiamo alla necessità di dissequestrare il cantiere per inesistenti e inopportune ragioni di generica "sicurezza".

La responsabilità, che in questo caso è personale, verrà invocata in un separato giudizio atto a richiedere la rifusione del danno al sindaco di Lavagna.
Danno patito dai cittadini di Lavagna ed anche di tutto il comprensorio del Tigullio.

Non appena sarà restituita la cartolina di ritorno, e quindi si avrà la certezza dell'avvenuto ricevimento, verrà pubblicata in questo sito la lettera di messa in mora.