giovedì 23 dicembre 2010

Il "capitalista illuminato", in affari con la giunta lavagnese querela...........

Il "capitalista illuminato", Mazreku ha pensato bene di chiedere al tribunale chiavarese di rinviare a giudizio chi lo diffama.
Il P.M. incaricato,   Francesco Brancaccio, ha ravvisato gli estremi della diffamazione (???) è ha concluso le indagini preliminari......................
Quindi ha dato corso alla stesura dell'avviso qui sotto riportato:


Come si può leggere nell'atto, nella descrizione dell'atto "criminale" è riportato:                                                                                                                                                                                                                                                              " Pescino Andrea............INDAGATO del reato 595.........perchè attraverso il blog "Osservatorio Regionale Anomalie del Sistema" con pubblicazione del 23.06.2009, offendeva la reputazione di MAZREKU Iack Rock, affermando, contrariamente al vero, che quest'ultimo si era macchiato di reati e frequentava aule di tribunali per essere processato per reati ben più gravi della diffamazione.

Viene da chiedersi come abbia condotto le indagini il P.M. Brancaccio, perchè era sufficiente che leggesse l'articolo del quotidiano La Repubblica (il giorno 8 novembre 2008) qui sotto linkato:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/08/lavagna-maxi-yacht-col-trucco-giudizio-il-presidente.html

Se avesse fatto questo, ( non gli si poteva certamente chiedere di "fare ulteriori indagini", certamente più "interessanti" sul capitalista illuminato !!) avrebbe evitato di scrivere quel "contrariamente al vero" che si trova nel documento sopra riprodotto.
Infatti, tra le tante situazioni di estrema illegalità che vedono coinvolto il "capitalista illuminato", compare proprio quella che ci ricorda come il P.M. milanese Minnella abbia chiesto il rinvio a giudizio per "riciclaggio" !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! per Mazreku e per il suo difensore Antonino Bongiorno Gallegra.

Siccome il reato di diffamazione si compone di tre elementi: la Veridicità (del fatto), la Pertinenza (all'interesse pubblico) e la Continenza (nel testo usato), appare quantomeno "dubbio" (????) che un P.M. come Brancaccio proponga un rinvio a giudizio basato sul "nulla".................

Certamente durante il dibattimento ci sarà di che divertirsi.
Non appena verrà fissato ci preocuperemo di darne notizia tempestivamente, così che chi ha interesse a sentire Mazreku che parla dei fatti nella veste di parte lesa, possa farsi grandi risate......................

Povera Italia, come sei caduta in basso !!!

venerdì 19 novembre 2010

L'evidenza dell'incapacità amministrativa che porta al disastro economico......


Visto l'articolo pubblicato su IL SECOLO XIX del giorno 18 u.s. a pag. 25, ed. Levante, a firma Badinelli, nel quale si titola:

Natale al buio a Lavagna?  Il porto dona 15 mila euro

 e dove compare in sottotitolo:

Mazreku: «Vista la crisi economica vogliamo sostenere i commercianti»

letti titolo e sottotitolo, letto l'articolo, nasce, con forza, la necessità di "indignarsi" !!


-L'indignazione è un ri-sentimento naturale, tipico dei portatori di conoscenza poichè si prova per ciò che si ritiene indegno, riprovevole, ingiusto.
Evidentemente la sig. na Badinelli e la redazione del SECOLO non sono "portatori" di conoscenza sui fatti inerenti il porto di Lavagna: la gestione amministrativa della strutttura, la conduzione logistica della medesima, la sua funzionalità al dettato di concessione e, in ultimo, la spaventosa situazione di debito che la Porto di Lavagna spa ha maturato, negli anni, verso le casse pubbliche.
Quel titolo e quel sottotitolo sono "vergognosi".

C'è solo da augurarsi che sia stato dettato dalla "paura" di criticare un gesto "indegno" di un personaggio ben noto alle cronache, non solo italiane, che usa abitualmente il sistema della querela per zittire le voci contrarie.

La Badinelli, infatti, è una dei molti "querelati" da Mazreku e appare di tutta evidenza come non possa scrivere liberamente quanto accade nelle vicende che hanno ad oggetto il Porto di Lavagna e la città.

Per dare un sommario conto di quanto sia "indegno" quel gesto di "carità" così ben descritto nell'articolo, nel quale si annuncia l'arrivo del "benefattore" Mazreku, che elargisce un assegno di 15.000,00 euro per illuminare la città basta quanto segue:

Mazreku ha sottratto alle casse dello Stato italiano molti milioni di euro per "arrendevole disponibilità" di amministratori incapaci e pavidi che hanno da sempre temuto le sue famose "querele"; incapaci di gestire un bene pubblico nell'interesse della collettività; incapaci di essere "cittadini" dello Stato, con funzioni pro tempore di amministratori, ma solo pavidi sudditi di un signorotto locale.........................................

I "cittadini" di Lavagna dovrebbero provare indignazione mentre transitano per le vie illuminate grazie alla "elemosina" di colui che ha impoverito le casse pubbliche, in una condizione di totale asservimento dei pubblici "amministratori"!!

Non è certamente "digeribile" un simile comportamento...................







Qualche documento inerente:



ORAS

Al Prefetto di Genova,

-la scrivente associazione ha attivato da diversi anni un percorso di analisi sulla  struttura turistico/portuale in concessione nota come: "Porto di Lavagna" -
-la rilevante massa documentale ha fatto emergere condotte amministrative di evidente illegalità perpetratesi per molti anni, particolarmente a seguito del fallimento della società Cala dei Genovesi, primo concessionario sin dal lontano 1974.
-a distanza di molti anni e dopo un continuo ricorso ad atti giudiziari pretestuosi e devianti, utili alla continuazione della condizione di evidente illegalità, in data 16 u.s. tre consiglieri regionali hanno presentato una interrogazione a risposta scritta - di seguito allegata - volta a  " fare chiarezza in una situazione procedurale che ha perso trasparenza ".
-la lettura dell'interrogazione comporta la necessità di approfondire il continuo ricorso ad atti amministrativi e giuridici, non menzionati nel documento regionale, che sono stati la causa vera e sostanziale della illegalità continua.
-allo scopo di focalizzare quanto sia utile l'intervento dell'ufficio di Governo regionale, nella persona del Prefetto, la scrivente associazione è a richiedere, con la presente, un incontro utile a mettere in evidenza la rilevante quantità di documentazione prodotta nel tempo e apparentemente non disponibile, nella sua interezza e nei passaggi cronolicamente corretti, all'ente interrogato, così da prevedere l'impossibilità di rispondere esaustivamente agli interroganti.
Grazie, buon lavoro

  ORAS
f.to il coordinatore



-- TESTO DELL'INTERROGAZIONE CITATA:

Genova, 16 novembre 2010  
                                                                                                                                  Prot. n. 119/2010


                                        Al Signor Presidente del Consiglio regionale, S E D E

                                                                INTERROGAZIONE

                                                                  con risposta scritta

I sottoscritti Consiglieri regionali,

CONSIDERATO che la Società Porto di Lavagna S.p.A. è titolare della concessione portuale n. 1680 del 22 giugno 1974, a suo tempo assentita dall’Amministrazione statale per cinquant’anni, e perciò valida fino al 2024;

VALUTATO che la suddetta società ha, in esecuzione di un protocollo d’intesa sottoscritto in data 12 dicembre 2007 con il comune di Lavagna in persona del Sindaco Giuliano Vaccarezza, presentato il 2 marzo 2009 istanza (prot. n. 6872) volta ad ottenere ai sensi dell’art. 10 comma 3 del D.P.R. n. 509 del 2 dicembre 1997, la proroga della vigente concessione, giustificandola con un progetto per la realizzazione di nuovi interventi resisi necessari per l’adeguamento della struttura ed il mantenimento della sua funzionalità;

VISTO che la concessionaria ha rimesso all’Amministrazione comunale il parere reso dalla competente Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito alla procedura da seguire;

CONSTATATO che il Comune, contravvenendo all’Istanza di proroga, l’abbia arbitrariamente qualificata come modifica della concessione pubblicandola nella Gazzetta Ufficiale della Regione Liguria e della Comunità europea, al fine di consentire la presentazione di domande concorrenti per il rilascio di concessioni demaniali marittime per la medesima struttura;

APPURATO quindi che il Comune di Lavagna avrebbe indetto una Conferenza di Servizi per l’esame delle domande concorrenti pervenute;

ACCERTATO che la concessionaria avrebbe poi presentato sia una memoria difensiva ex art. 10 della legge n. 241/1994 al responsabile del procedimento, sia una diffida al Comune volta a disporre l’immediata archiviazione della procedura perché non conforme all’istanza della concessionaria ed al dettato della norma di riferimento;

EVIDENZIATO che in tale arbitrario contesto durante i lavori della Conferenza dei Servizi, in cui il rappresentante della Capitaneria di Porto di Genova avrebbe confermato l’erroneità del procedimento, sarebbe stata addirittura ipotizzata la revoca della concessione pur in assenza dei presupposti che legittimino tale atto di ritiro che, in ipotesi, imporrebbe l’apertura di un procedimento ad hoc;

SOTTOLINEATO che in relazione a tale situazione di probabile grave illegittimità amministrativa e di evidente confusione procedurale, è necessario l’intervento chiarificatore della Regione a conferma del principio giuridico secondo cui se il concessionario inoltra domanda di proroga prima della scadenza del titolo concessorio, l’Autorità concedente non può prendere in considerazione domande di altri soggetti in via comparativa, in quanto il bene in questione non è ancora rientrato nella sua disponibilità.

                                                                       INTERROGANO

                                         il Presidente della Giunta e l’Assessore competente

per conoscere quali azioni intendano eseguire al fine di far rispettare un inequivocabile principio giuridico e per fare chiarezza in una situazione procedurale che ha perso trasparenza.

                                                                           I consiglieri:



EDOARDO RIXI            FRANCESCO BRUZZONE                MAURIZIO TORTEROLO


 

venerdì 1 ottobre 2010

Da "IL SECOLO XIX" di oggi...........



Come era ampiamente prevedibile, stanno emergendo tutti i profili di illegalità legati al porto di Lavagna.
Nell'articolo odierno, il Secolo riferisce dei "problemi" che stanno per cadere irrisolti sulla testa dei cittadini di Lavagna che non trovano nell'amministrazione pubblica il ben che minimo rispetto della legalità !
Intanto il debito colossale del comune, che grava per oltre 2500 a cittadino, sta per essere appesantito da una nuova tegola pesantissima !

Da: il SECOLO XIX di oggi 1 ottobre pag 20 ed. del Levante

PRIMA DEVONO ESSERE VOTATE LE VARIANTI URBANISTICHE
PORTODI LAVAGNA: SLITTA LA CONFERENZA DEI SERVIZI

LAVAGNA. Rinviata la conferenza dei servizi sul porto di Lavagna. L’assemblea, inizialmente in programma ieri, a Genova, è slittata al 9 novembre perché prima della riunione le varianti urbanistiche legate all’unico progetto rimasto all’esame di Comune, Regione, autorità marittima
e altri enti sul futuro dello scalo turistico della città, dovranno essere discusse e approvate
dal consiglio comunale.
La prossima seduta consiliare si svolgerà intorno al 15 ottobre. A metà luglio, invece, la conferenza dei servizi convocata in Regione per verificare l’ammissibilità dei due
progetti (dell’attuale gestore dello scalo,“Porto di Lavagna Spa”e della società “Lavagna futura srl”), era stata rinviata a seguito della lettera recapitata, la vigilia della conferenza, all’ingegnere Renato Cogorno, dirigente dell’area tecnica del Comune di Lavagna e responsabile del procedimento, da Antonino Cusumano, presidente di “Porto di Lavagna Spa”.
La lettera, presentata all’apertura della conferenza dei servizi, annuncia che, viste le procedure adottate dal Comune (ossia l’avvio di un bando pubblico che ha consentito a un altro gruppo industriale di presentare un progetto di rilancio del porto, alternativo a quello di “Porto
di Lavagna”), il gestore dello scalo, critico verso la scelta, ritira sia il procedimento di variante urbanistica sia la richiesta di proroga di 35 anni della concessione demaniale
cinquantennale, in scadenza nel 2024, e lascia intendere l’intenzione di “Porto diLavagna”di chiedere un risarcimento per eventuali danni subiti.
Roc JackMazreku, amministratore delegato di “Porto di Lavagna Spa”, solleva dubbi sulla regolarità della procedura.
Il “caso porto” è stato affrontato pure da Marylin Fusco, http://portodilavagna.blogspot.com/2010/06/e-mail-del-27-giugno-marylin-fusco.html vicepresidente della Regione con delega all’Urbanistica, lo scorso 23 giugno, a Lavagna,durante un incontro con il sindaco e la giunta sulla vicenda porto. In quell’occasione Fusco sostenne che il Comune, nell’avviare la procedura, «ha rispettato la legge ».
D.BAD.


Il comune di Lavagna deve preliminarmente osservare i seguenti passaggi:

1) Collaudare il porto e calcolare la tassa annuale di concessione
Così evita il procedimento per danno erariale
2) Predisporre le varianti urbanistiche
Così evita l'annullamento degli atti amministrativi
3) Rivedere i presupposti della norma generale sulle concessioni
Così evita l'accusa di "truffa allo Stato" derivanti dalla errata interpretazione.
4) "Scoprire" che, in mancanza di collaudo, il porto non è mai stato dato in concessione ma ha, allo stato, solo un "gestore temporaneo"
Così evita di disperdere ulteriormente il pubblico danaro in atti improponibili.
5) Ripristinare la legalità generale dello scalo
Così, forse, riqualifica il percorso in atto, assai lesivo degli interessi pubblici.

mercoledì 29 settembre 2010

Il "kossovaro" dov'è finito ? Vaccarezza lo ha sentito al telefono ?




Ecco i "soci in affari" in una foto d'archivio !!




Le espressioni dei tre della foto sotto sono interessanti, era il 2005 ed avevano appena concluso l'operazione truffaldina detta de: "I lavori straordinari della diga di soprafflutto"!!

Sostanzialmente avevano prelevato dalle tasche degli utenti del porto qualche miliardata di lire che erano finite nei paradisi fiscali della Porto di Lavagna spa e, solo in minimissima parte, erano rimasti a Lavagna ma................nelle tasche di qualcuno, non certo nelle pubbliche casse dove, invece, venivano e vengono ancora prelevati i danari che coprono gli oneri di "sopportazione" di una attività portuale che non paga una sola lira di concessione demaniale e non paga che una esigua parte dei tributi locali prevedibili.

Torniamo alle facce:
-il primo a sinistra è Noceti, un faccendiere di bassa tacca e di attività comprensoriale, sempre in vendita al miglior offerente, che si mostra soddisfatto (si stà fregando persino le mani!!) perchè ha appena incassato il credito di J.R.M.!
-quello al centro è l'ex sindacalista socialista-cattolico,( vittima dell'amianto !) e sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza..........lui, astutamente, tiene le mani dietro la schiena (sarà l'effetto della "mano morta" che fa parte della sua cultura politica). Il suo sorriso è più contenuto anche perchè lui, lo vedremo nei prossimi giorni, ha molte più responsabilità di Noceti.
-quello a dx è il "trafficante internazionale" (di rifiuti nucleari ed altre cose ) J.R.Mazreku che mostra un "sorrisetto" furbo.......come dire che li ha in pugno !! Infatti nella foto sopra "incassa" l'inchino devoto del sindaco come un qualsiasi capo cosca di una qualsiasi mafia.

Ma quelle foto erano del 2005 quando si pensava, anzi loro pensavano (!!) di averla fatta franca; è per questo che avevano quelle espressioni !

Oggi, invece, mentre la Corte dei Conti si appresta ad interessarsi del gravissimo danno erariale derivante dalla totale incapacità amministrativa della giunta comunale di Lavagna, il "boss" del Porto, sig. Jack Rok Mazreku è "sparito".
Di lui si hanno tracce ormai molto sbiadite; in un primo momento aveva persino annunciato che avrebbe rilasciato un'ampia intervista sulle questioni del porto che sono ormai emerse come di fattispecie criminale!

Occorrerà vedere chi riuscirà a "comprare" per avere ancora qualche debole copertura..................restiamo in attesa, le Cinque Terre non sono poi così lontane da Lavagna !

sabato 4 settembre 2010

Il porto che non è mai esistito.



Mi sono trovato numerose volte a dibattere sulla questione del porto di Lavagna.
Salvo qualche rara occasione, come quando ne parlai a lungo con l'avv. Gaudenzio Pierantozzi, Presidente della Commissione di Verifica e Controllo dei Porti Turistici, rinvenivo interlocutori in grado di comprendere che la struttura denominata Porto di Lavagna, non ha mai avuto un "concessionario" ma, semmai, un gestore temporaneo dell'attività peraltro illecita.
Nella realtà documentale appare evidente che l'autorizzazione alla costruzione della struttura (datata 1974), che sarebbe divenuta oggetto di concessione solo dopo il previsto "collaudo", non ha mai avuto il seguito che la procedura prevedeva.
Oggi, per brevità, si può certamente affermare che il cosiddetto "Porto" si configura come un cantiere ancora aperto il cui termine non ha previsione.
Le numerose comunicazioni agli organi di governo locale (comune, provincia regione) non hanno avuto seguito fino alla data di conclusione delle elezioni regionali del marzo 2010.
Una volta costituita la giunta e affidati gli incarichi, la vicepresidente della Regione Liguria, con delega all'Urbanistica, Marylin Fusco, ha compiuto una visita al comune di Lavagna ed ha, di fatto, trasferito alle competenze regionali la "strana storia del porto".
Le prime conseguenze di tale atto amministrativo sono ben evidenziate dal testo dell'articolo che il quotidiano locale IL SECOLO XIX ha pubblicato a firma "Badinelli" e di cui trascrivo il testo:


<

La lettera, firmata da Antonino Cusumano, presidente di “Porto di Lavagna Spa”, attuale gestore dell’approdo, è stata letta all’apertura della conferenza dei servizi. Annuncia che, viste le procedure adottate dal Comune (ossia l’avvio di un bando pubblico che ha consentito a un altro gruppo industriale di presentare un progetto di rilancio del porto, alternativo a quello di “Porto di Lavagna”), il gestore dello scalo ritira sia il procedimento di variante urbanistica sia la richiesta di proroga di 35 anni della concessione demaniale cinquantennale, in scadenza nel 2024, e lascia intendere l’intenzione di “Porto di Lavagna” di chiedere un risarcimento per eventuali danni subiti.

«Questa lettera - spiega l’assessore al Porto, Mauro Armanino - apre nuovi scenari. Valuteremo come muoverci. Per adesso è prematuro fare commenti».

“Lavagna futura srl”, società che fa capo a Ennio Luglio (commercialista genovese, ideatore, attraverso la “Porto turistico Camillo Luglio srl”, insieme all’ingegnere Maurizio Gnudi, della Marina dell’aeroporto di Genova Sestri Ponente), ha presentato un proprio progetto di riassetto del porto. «L’avvocato che ci assiste, Corrado Mauceri, ha replicato subito dopo la lettura del messaggio di “Porto di Lavagna Spa”. Siamo intenzionati ad andare avanti con il nostro progetto di massima - annuncia Luglio - e disponibili a fare tutte le variazioni che ci dovessero essere richieste».

Roc Jack Mazreku, amministratore delegato di “Porto di Lavagna Spa”, raggiunto telefonicamente in Florida, sostiene di non conoscere i contenuti della lettera. «Sono negli Stati Uniti da 20 giorni - dice - non so niente di questa lettera, ma, se l’ha inviata il nostro presidente, sarà una cosa giusta. Lunedì rientrerò in Italia e, nel pomeriggio, avrò una riunione, in azienda, a Milano». A non piacere a “Porto di Lavagna” è la decisione del Comune di aprire un bando internazionale.

Per Marylin Fusco, vicepresidente della Regione con delega all’Urbanistica, che lo scorso 23 giugno, a Lavagna, ha partecipato a un incontro con il sindaco e la giunta sulla vicenda porto, il Comune ha rispettato la legge. «Credo che la strada giusta sia quella di procedere all’esame del progetto rimasto - spiega - La legge prevede che non ci sia un diritto di insistenza, un cosiddetto diritto di prelazione da parte di chi detiene la concessione e ne chiede il prolungamento dando il via, di fatto, al rilascio di un nuovo titolo concessorio. Il bando - conclude - rispetta la legge».

La conferenza dei servizi di ieri avrebbe dovuto verificare l’ammissibilità dei due progetti “concorrenti”, dopo due precedenti riunioni volte a discutere della procedura seguita e delle osservazioni sollevate sull’iter. Se ne riparlerà dopo l’estate.>>

Da ora in avanti le responsabilità amministrative e penali (piuttosto gravi) sono assunte dalla Fusco e da Burlando i quali dovranno spiegare, con dettaglio, una infinità di "questioni" che hanno sottratto quei benefici che la norma generale delle concessioni dei beni dello Stato prevede ricadano sulla collettività.

Dovranno spiegare perchè, pur in presenza di dettagliate denunce, la Regione non abbia mai ottemperato ai doveri di tutela del patrimonio pubblico, agendo invece a solo ed esclusivo vantaggio di una società estera.

Il comune di Lavagna, notoriamente "impotente" ad agire nella direzione dell'interesse pubblico, può tirare un po' il fiato........... per ora !

domenica 27 giugno 2010

E-mail del 27 giugno a Marylin Fusco, vicepresidente della Regione





E-mail del 27 giugno a Marylin Fusco, vicepresidente della Regione

Da: ORAS

Il
SECOLO XIX, da conto della sua visita a Lavagna e indica alcuni argomenti come di suo interesse.

La questione del porto di Lavagna, della quale la scrivente associazione si interessa da anni, ha profili di illegalità che superano ogni limite.
Il gestore ( osservi come non venga da noi indicato: "concessionario" ), sig. Jack Rock Mazreku ha provveduto per tre volte a sporgere querela nei nostri confronti ed ha avviato un procedimento civile di rifusione del danno di immagine derivato dalla presunta diffamazione da lui denunciata.
Il PM, di Genova che aveva in carico i procedimenti ha ritenuto di archiviare per evidente mancanza di "reato".
Il sig. Mazreku, a seguito dell'archiviazione, proponeva ricorso dinanzi al GIP.
Nell'udienza dinanzi al giudice indicato veniva ribadita l'archiviazione e la sentenza del GIP indicava con chiarezza come non fosse possibile stabilire i contorni della vicenda perchè la struttura portuale, sulla quale sono stati realizzati numerosi interventi, era totalmente mancante di collaudo.
La mancanza di collaudo è una grave responsabilità dell'ente regionale che non ha provveduto a costituire l'apposita commissione di Verifica e Controllo sui porti turistici così come previsto dalle norme che indicavano le competenze dello Stato passate in capo alle regioni.
Questa questione è la prima e più importante poichè, a seguito della mancanza di collaudo, nessuno ha mai stabilito quale fosse l'entità del canone demaniale da imporre al concessionario (per ora solo gestore!), non potendosi giuridicamente "concedere senza collaudo".
Il porto di Lavagna, uno dei più grandi del Mediterraneo non paga canone di concessione alcuno dal 1974 !
A bilancio compare una dicitura "canone annuale" ma si tratta di una somma risibile ed è solo l'adeguamento al valore della moneta partendo dai 40.000.000 di lire annue indicate come "canone provvisorio" alla data della stipula dell'atto del 1974. (Cala dei Genovesi/Stato Italiano).
Avrà modo di notare come l'amministrazione comunale di Lavagna sia impotente a trattare con il gestore Mazreku per diverse ragioni; se non se ne avvedesse saremo a sua disposizione per documentarLa esaustivamente.
La Procura della Repubblica di Chiavari ha mostrato anch'essa ampia ed evidente "sudditanza" alla soc. Porto di Lavagna durante la gestione del Procuratore Capo Carli che, in un momento di estrema debolezza ha inteso darne conto alla stampa attraverso tre interviste riferite alla "inazione" del suo ufficio.(può prenderne visione in rete all'indirizzo indicato più avanti)
La gran parte del materiale documentale che potrebbe interessarLe può trovarlo in rete all'indirizzo:
http://portodilavagna.blogspot.com/
L'attività di ORAS sulla struttura portuale si era interrotta in prossimità delle elezioni regionali in attesa di individuare il soggetto amministrativo responsabile del procedimento di messa a norma del porto e della re-introduzione del principio della legalità che è stata perennemente violata.
Siamo lieti di apprendere che è la sua persona ad interessarsi della questione, Le auguriamo un "buon lavoro" e Le indichiamo fin da ora, la possibilità di avvalersi della corposissima documentazione in nostro possesso, a semplice richiesta.
Consideri poi che ORAS ha presentato, nei termini, un progetto che andava ad affiancarsi ai due di cui Lei sarà stata sicuramente messa a conoscenza.
L'assessore Armanino, che pare Lei abbia incontrato, comunicò, molto originalmente, che si trattava di "semplici osservazioni".
Abbiamo al proposito preparato un ricorso al TAR sul merito della proposta e della "esclusione", restando in attesa della discussione generale.

La questione "colmata" è stata anch'essa una nostra attività, vista l'inesistenza di associazioni di tutela dell'ambiente, ed ha dato corso a numerose attività, sarebbe utile che Lei, in attesa di proporre soluzioni, possa conoscere tutti i "profili di interesse" che si insinuano nella volontà di realizzare ostinatamente l'opera, partendo, per.es., dal documento emesso in data 26 giugno u.s. dall'ing. Bellina, su incarico dell'ass. Perfigli.
Sulla questione del SIC, abbiamo inteso coinvolgere il WWF che è intervenuto a nostra esplicita richiesta e due parlamentari europei, non italiani, che riferiscono di aver avviato una procedura conoscitiva.

Grazie per l'attenzione che vorrà dare alla nostra attività e, buon lavoro.

sabato 1 maggio 2010

ARPAL, l'agenzia regionale di controllo è decapitata dalla Procura.




Dopo una lunga indagine la Procura della Repubblica di Genova, a seguito di numerose denunce, ha ritenuto di indagare i dirigenti di ARPAL.
Il quotidiano "LA REPUBBLICA" nell'edizione odierna ne riporta la notizia.



Nell'edizione di ieri, 30 aprile, il quotidiano "IL SECOLO XIX" ne aveva anticipato i contenuti che si possono leggere cliccando sul link sottostante:

Tra non molto avremo il nome del nuovo assessore regionale all'ambiente che dovrà assumere la responsabilità di dare corso a quella verifica sui materiali di riempimento mai controllati e quindi potrà prendere corpo l'indagine sulla diga del porto di Lavagna e sulle migliaia di tonnellate di rifiuti sversati nel 2005.

sabato 13 marzo 2010

Roba da ridere.....la solita tangente per il solito partito il PD



Notizie di corridoio sostengono che si sia trattato di una gran bella "cagnotta".
Si parla di oltre cinque miliardi (in quell'anno c'era ancora la vecchia, solida lira!)
Bravo, bene, continua così......
Manca ancora il nome dell'assessore lavagnese che ha trattato assieme a Burlando ma, probabilmente, non sarà difficile immaginare chi sia!!

sabato 23 gennaio 2010

Mafia, scorie, La Spezia e Lavagna......



AFFARI DI SCORIE NUCLEARI TRA EMILIA E LIGURIA... SPUNTANO I MAMONE

Si aggiungono tasselli a quanto stiamo seguendo da tempo.
La
notizia resa nota (clicca sopra) dal giornalista Gianni Lannes ad un convegno è inquietante e, comunque, non ci stupisce.
Al centro via sarebbe di nuovo la
ECO.GE dei Mamone, famiglia della 'ndrangheta, indicata come tale sin dal 2002 dalla DIA, che da anni denunciamo per i suoi legami, le sue entrature politiche, i suoi disastri ambientali, gli appalti pubblici ed il legame solido con il mondo delle cooperative emiliane, e che è entrata in molteplici inchieste giudiziarie, tra cui l'Operazione Pandora, false fatturazioni per costituzione di fondi neri, episodi di corruzione e smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi.

I mezzi della ECO.GE ha dichiaro il giornalista Lannes sono stati fotografati da lui stesso al lavoro nella centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, per gli smaltimenti connessi allo smantellamento della più grande centrale nucleare italiana. Il giornalista ha seguito poi quei mezzi marchiati ECO.GE ed ha evidenziato che ripartivano per Genova per poi giungere a La Spezia. Fatto curioso questo, da Caorso a Genova e poi La Spezia... quando La Spezia è vicinissima a Piacenza, capire il perché di questo assurdo girovagare sui camion sarebbe utile, anche considerando che a Genova non esistono aree per lo stoccaggio di scorie radioattive.
Questo lavoro relativo allo smantellamento degli impianti ed al conseguente smaltimento delle scorie è seguito dalla SOGIM, la struttura affidataria dell'incarico dal Governo, che, quindi, a quanto si apprende, ha affidato in subappaltato l'opera alla società dei Mamone, la nota ECO.GE...

I traffici di rifiuti nucleari e non, in ed attraverso la Liguria non sono una novità.
Non lo sono rispetto al confine con la Francia e non lo sono considerando che il più grande porto turistico del mediterraneo - prima del faraonico "porticciolo" di Imperia, dove lavorava sempre la 'ndrangheta-, quello di Lavagna, è in mano ad un noto personaggio il cui nome ricorre in atti relativi a fatti inquietanti di traffici internazionali di rifiuti, tra Servizi ed 'ndrangheta, ovvero Jack Roc Mazreku. Il nome di Mazreku lo si è trovato in molteplici filoni delle inchieste sulle navi dei veleni, lungo le rotte delle scorie e di armi, a partire da quelli per via delle navi dei Messina con, su tutte, la Jolly Rosso, per arrivare ai porti dell'Africa, dove la Comerio company era di casa, in mezzo agli "aiuti umanitari" del nostro Paese. Ora costui è a Lavagna, dove controlla quel porto mai collaudato con una diga dove il "sapore" dei veleni sembra celarsi alle terre di riempimento per l'ampliamento effettuato violando le prescrizioni più elementari... mentre i pescatori parlano di decine e decine di imbarcazioni affondate al largo di Lavagna, direzione Corsica.

Rifiuti ed armi, scorie e morte sono rotte che dalla Liguria sono sempre partite e dove le diverse province hanno giocato ruoli determinanti per gli smaltimenti illeciti di rifiuti tossici. Province dove sono accertati i "locali" della 'ndrangheta, da Ventimiglia a Savona, da Genova a Lavagna...

Un capitolo mai pienamente chiuso è quello, ad esempio, della Rifiuti Connection dei primi anni Novanta, che vedeva noti "imprenditori" al fianco di pericolosi soggetti legati alla 'ndrangheta, come i Fazzari - Gullace. Una cava nella ridente località turistica di Borghetto Santo Spirito, nel savonese, venne scoperta con oltre 12 mila fusti tossici. Altri 40 mila fusti vennero indicati, agli inquirenti, occultati nel levante genovese, nell'altra ridente terra di turismo e massoneria, il Tigullio, non sono mai stati cercati e potrebbero essere sepolti in quella che è divenuta una bomba ecologica innescata ed ancora inesplosa, tra le gallerie dell'immane ex Miniera di Libiola, sulle alture di Sestri Levante.


E' a La Spezia che operava il boss Iamonte per riempire le navi da affondare... è qui che è pesante ed accertata, ancora una volta, la presenza di Cosa Nostra proprio nel settore portuale... e sempre da qui passava la rotta dei rifiuti derivanti dalle bonifiche di Seveso, che paiono ancora stoccate tra capannoni nella zona di Garlasco ed in alcuni lungo le banchine di La Spezia. E' qui che vennero provati i missili "penetretor" della banda di Comerio per sparare nei fondali marini le scorie tossiche. E' qui che recentemente un Gabriele Volpi, campione dello sport, anche lui con notevoli affari e traffici lungo le rotte con l'Africa, ed al centro di molteplici inchieste giudiziarie, ha avuto qualche banchina in concessione proprio in questo porto dell'estremo levante ligure.

Un panorama devastante dove le società di famiglie di mafia da quelle dei Fazzari-Gullace, su tutti la Sa.Mo.Ter. a quelle dei Fotia con la Scavo-Ter - entrambe già in rapporto con le società Mamone -, vedono assecondare le loro iniziative per adibire le cave a "discarica" da parte della dirigenza del settore ambiente della Regione Liguria, sempre il settore cave, sempre quella dott.ssa Minervini che era già stata indicata dalla Guardia di Finanza alla Procura di Genova tra i soggetti che, sulla partita dell'ex stabilimento "killer" della Stoppani, hanno operato per agevolare i Mamone, amici, ad esempio, del potente presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Fatti le cui responsabilità delle Pubbliche Amministrazioni sono pesanti e che vedono reggere il ruolo di assessore all'ambiente della Regione Liguria quell'uomo che pare un perenne distratto, ovvero Franco Zunino, già responsabile del procedimento - nella veste di funzionario comunale di Celle Ligure - relativo all'appalto irregolare alla società Co.For. dei fratelli Guarnaccia (colpiti da arresto e sequestro, da parte della DDA di Reggio Calabria, dei beni in quanto esponenti della 'ndrangheta impegnata nell'infiltrazione negli appalti pubblici, con l'operazione Arca).

Questa è la Liguria che ora, grazie anche alla linea del Governo Berlusconi, su impulso del "sovrano" imperiese e ministro della Repubblica, Claudio Scajola, sempre in tandem con Claudio Burlando, punta sul business del nucleare, pronta, sul nastro di partenza, per divorare la sua buona fetta di affari.


venerdì 1 gennaio 2010

Mazreku esprime nuovamente comportamenti mafiosi.


Nell'articolo pubblicato il 24 dicembre su "Il Nuovo Levante", di cui qui sopra è riportata la copia, si legge tra virgolette un avvertimento al comune di Lavagna:
In merito al comportamento del comune Mazreku dice che deve attenersi: "all'osservanza dei principi di correttezza e buona fede, astenendosi da comportamenti intenzionali o colposi che arrechino pregiudizio alla posizione giuridica della società concessionaria".

L'articolo nasceva come naturale conseguenza al precedente, distribuito il 18 dicembre, nel quale, come è naturale, l'assessore Armanino - non potendosene sottrarre - esprimeva un concetto assai semplice riferito alla proprietà della società di gestione, ed in particolare alla combinazione Pubblico/Privata.
Tale posizione, che vide i rappresentanti locali del Pdl esprimersi apertamente in un convegno tenuto a Lavagna, in Sala Rocca, è la medesima riportata nel progetto del Gruppo Zena e fortemente contestato da Mazreku.
Qui sotto l'articolo del 18 dicembre



Chi conosce la storia del porto, dell'assenza totale degli interventi doverosi della magistratura chiavarese e dello stato di disordine legale generato dall'attività della coppia Mazreku/Dotti, non può che ravvisare una evidentissima attività di "spregiudicatezza amministrativa" che, così come affermato più volte dal Procuratore Anna Canepa, della DNA, è stato il tratto comportamentale delle associazioni mafiose.
Questa spregiudicatezza ha seguito l'intero iter della gestione del porto del Mazreku sino dal 1999; il comune di Lavagna ha perennemente subito questa infiltrazione con le debolissime forze di contrasto che gli sono proprie.
Evidentemente, oggi, il problema è di enti sovraordinati e della direzione generale del ministero degli Interni, cui viene inviata una dovuta comunicazione.