venerdì 3 luglio 2009

Il documento di "osservazione"protocollato ieri




ORAS

Al comune di Lavagna

OSSERVAZIONI SU:

“PROGETTO DI SVILUPPO E RILANCIO DEL PORTO TURISTICO DI LAVAGNA”

L'associazione ORAS sviluppa da tempo un profondo interesse verso la struttura turistica/nautica definita “Porto di Lavagna” e ne ha maturato una conoscenza piena ed esaustiva di tutti gli aspetti ad essa collegati.
Il gestore - Porto di Lavagna spa - ha tentato di contrastare l'attività dell'associazione usando ogni mezzo e giungendo persino ad adire il tribunale civile di Chiavari e quelli penali di Chiavari e Genova.
In tutti questi ambiti giudiziari la Porto di Lavagna spa ha ricavato esiti sfavorevoli ed assai prevedibili ben prima per chi, come ORAS, era a conoscenza della verità data dai fatti ma falsamente presentata da Porto spa.
Le imminenti sentenze civili e penali, dimostreranno oltre ogni ragionevole dubbio la bontà delle tesi sostenute da ORAS, presentando quindi scenari che prima non erano prevedibili e che produrranno eventi innovativi.
Nel contempo la Porto di Lavagna spa diffondeva false informazioni agli utenti della struttura ed ai cittadini del comprensorio tigullino trovando la silenziosa e quindi accondiscendente posizione dell'amministrazione pubblica lavagnese.
Anzi, in realtà, l'amministrazione comunale ha spesso annunciato alla stampa di
aver proceduto “nelle sedi giudiziarie opportune” ( si vedano al proposito le dichiarazioni di Vaccarezza, Mordini, Armanino) per la difesa della bontà dell'azione amministrativa che ORAS avrebbe (a loro dire) criticato e falsamente
pubblicizzato, ma, ad oggi, non si hanno notizie.
I due soggetti (Mazreku e Vaccarezza) che oggi troviamo interessati alla conclusione del progetto sul porto, annunciato nell'ormai lontano 2007, hanno quindi tenuto posizioni conniventi.
Il Comune di Lavagna e Porto spa si sono così mostrati assieme a percorrere un sentiero assai impervio e destinato ad una faticosa e quasi improponibile soluzione.
L'attività di ORAS è stata connotata da calma, pazienza e costanza (nonostante gli attacchi violenti dell'amministrazione comunale e del gestore) ed ha dato frutti significativi apprezzati da tutti coloro che hanno realmente a cuore il porto ed il naturale beneficio che lo stesso potrebbe dare al comprensorio.
Gli utenti del porto associati ad ORAS hanno poi dato alla stessa il mandato di procedere contro il gestore, per la ripetizione delle somme che essi hanno indebitamente pagato alla stessa Porto di Lavagna spa.

Fatte questa doverose premesse, appare di tutta evidenza che un soggetto aventela posizione statutaria di difesa dell'interesse diffuso come ORAS, non poteva sottrarsi a dare corso al mandato degli iscritti di interessarsi positivamente alla soluzione della ormai annosa e lacerata vicenda del porto.
Da questo sono scaturite le osservazioni qui di seguito espresse che sorgono dalla
attenta lettura dei documenti disponibili in comune:
1) Dice Porto spa a pagina 2 della presentazione: “la causa principale del ritardo nel raggiungere una piena ed ottima funzionalità del porto deriva dalle note vicende relative alla passata gestione che si è rivelata incapace di rispettare i propri impegni e che ha realizzato una struttura più simile ad un ricovero che ad un Marina ....... “ ma questo è falso ed obbliga alla descrizione della causa principale che si trova nel fallimento chiesto e fortemente voluto dal consigliere comunale Armanino autore della denuncia al Tribunale di Milano dal quale scaturì il danno di almeno 350 miliardi di lire che venne pagato dalle casse dello Stato e dagli utenti che dovettero ripagare ciò di cui già avevano già il possesso.
2) Dice Porto spa a pag 3: “Così ad esempio il nuovo sovra piastra, gestito dal comune di Lavagna................................” ma con quali soldi il comune di Lavagna potrà mai gestire il sovra piastra se il bilancio dello stesso ente è assai prossimo al limite e se a cinque anni dal primo mandato la stessa amministrazione ancora non ha risolto i problemi rappresentati dagli immobili in stato di evidente abbandono che circondano la sovra piastra in discussione ? Forse che i proprietari delle aree in questione sono stati chiamati a partecipare alla stesura del protocollo ?
3) Dice Porto spa a pag 5: “La Pubblica Amministrazione decise di delegare ai prescelti operatori qualificati la funzione di arricchimento e di implementazione della costa nazionale a fronte del diritto di questi ultimi di sfruttare le risorse ricevute.......” ma la Pubblica Amministrazione decise anche, così come si evidenzia secondo un’autorevole giurisprudenza del Consiglio di Stato, che il c.d. diritto di insistenza può assumere caratteristiche di compatibilità con i principi
comunitari di parità di trattamento, eguaglianza, non discriminazione, adeguata pubblicità e trasparenza solo nell’ipotesi in cui rivesta carattere residuale e sussidiario.
Dov'è il carattere residuale e sussidiario nel protocollo che parte proprio dalla violenza del diritto amministrativo inventandosi un prolungamento della concessione ?
Dov'è la “gara” internazionale che nel maldestro tentativo di “prolungare la concessione” non appare ?
Dov'è la trasparenza se ancora oggi, a cinque anni dall'insediamento del gestore, manca la pubblicizzazione della procedura e della raccolta delle informazioni che avrebbero “qualificato e garantito” la Porto spa ed il suo amministratore
delegato J.R.Mazreku ?
4) Dice Porto spa a pag 9: “ Gli interventi eseguiti sulla diga foranea esulano da qualsiasi riduttivo concetto di manutenzione, più o meno ordinaria, riconducibili agli oneri di cui all'originario provvedimento concessorio........”
Ma allora perchè il comune concesse l'autorizzazione al gestore di fare “manutenzione straordinaria” alla diga foranea quando avrebbe invece dovuto indire una gara ?
Ma allora perchè il comune non riprende i documenti del 2005, li rilegge con attenzione e comprende finalmente con chi ha a che fare, ossia con un soggetto inaffidabile ?
Ma allora perchè il comune non ispeziona la mantellata di marmo bianco (dichiarata e verificata come composta da “massi di colore grigio”!) e verifica l'ampiezza del collassamento a soli due anni dal termine dei lavori ?
5) Dice Porto spa a pag 10: “simili nuovi progetti sono già stati riconosciuti e accettati dal comune di Lavagna come elementi del rilancio dell'attività portuale, destinati ad essere bilanciati da un'estensione temporale della concessione che consenta a Porto di Lavagna spa di recuperare gli investimenti sostenuti.....” ma allora il comune di Lavagna non legge le carte che firma ?
Lo sa che cosa è il diritto di insistenza di cui sopra accennato ?
Capisce che cosa significa “residuale e sussidiario” ?
Che valore e significato attribuisce a “bilanciare” ?
Gli investimenti sostenuti a Lavagna da Porto spa fino ad oggi a quanto ammontano ?
Il comune ne è al corrente ?
Gli utenti del porto che hanno sostenuto totalmente gli “investimenti” della Porto spa hanno partecipato alla stesura del protocollo ?
Il comune è al corrente che a fronte di un impegno di assunzione fallimentare di 57 miliardi di lire, regolarmente incassati dagli utenti con la vendita delle proprietà superficiarie, la Porto spa ha in effetti “sborsato” solo 40 miliardi ?
Qual'è allora l'investimento della Porto spa?
Il comune sa che i lavori dallo stesso autorizzati come di “manutenzione straordinaria” (e oggi dichiarati tutt'altro) sono stati pagati dagli utenti ?
Il comune lo sa che quegli stessi lavori, ordinati cinque anni prima dal contrammiraglio Pollastrini, vennero già pagati una prima volta dagli utenti all'atto dell'acquisto delle proprietà superficiarie ?
6) Dice Porto spa a pag 11: “si rimanda all'esame dei prospetti......E' immediatamente percepibile la differenza strutturale delle due opere, tale da implicare un aumento dei volumi......che sottintendono una ristrutturazione non limitata ad un semplice ripristino dello status quo ante, bensì un manufatto oggettivamente e funzionalmente diverso....”
Ma non era soggetta a gara ?
Ma non era soggetta a VIA ?
Ma una P.A. può avere rapporti con un soggetto che sovverte violentemente il senso ed il significato della massa documentale intrattenuta con la medesima P.A. ?
7) Dice Porto spa a pag 15: “con riferimento al programma di ripascimento...........è più pratico e funzionale che sia la stessa Autorità a comunicare l'importo del contributo.............le parti abbandoneranno il contenzioso tuttora pendente avente ad oggetto proprio l'intervento sul litorale.....”
Ma il tribunale di Genova aveva o no condannato il concessionario al ripascimento ?
Il comune come intende risolvere il contenzioso pendente, che tra l'altro vede coivolti soggetti terzi al protocollo, vista la spaventosa rimessa delle casse comunali sul contenzioso ICI ?
Il comune come intende risolvere il debito pregresso del gestore per i dieci anni in cui non ha provveduto a ripascere il litorale ?
Il comune ha dichiarato alla stampa (Armanino-Il Secolo XIX) di aver utilizzato danaro pubblico per ripascere nell'anno in corso; come intende recuperare la somma illegalmente addebitata ai cittadini poiché già era efficace la sentenza del tribunale di Genova ?
8) Dice Porto spa a pag 17: “così come previsto dai colloqui con le rappresentanze sindacali locali......................l'offerta di lavoro sia diretta prioritariamente alla città.............sicuramente occasione d'impiego per i giovani della zona.....potranno conciliare lo studio con un impegno part time.....”
Ma i sindacalisti sanno con chi si stanno rapportando ?
Ma i sindacalisti sanno chi è Mazreku ?
Ma i sindacalisti sono a conoscenza delle sue vicende giudiziarie e della certa, assoluta e radicata propensione a non mantenere mai alcun accordo per indubitabile formazione caratteriologica ?
Ma i sindacalisti pensano che dare “incarichi” nei due mesi estivi a qualche studente sia il paradigma del “fare impresa” ?
Ma i sindacalisti sanno indicare almeno un solo esempio di impresa che veda Mazreku quale “generatore di profili di indirizzo” ?
Ma i sindacalisti, e con essi il sindaco Vaccarezza che proviene da quell'ambito, sanno quali responsabilità si stanno assumendo se non intervengono riflettendo adeguatamente sulle sciocchezze contenute nel testo sottoposto ad osservazione ?
9) Dice Porto spa a pag. 20: “Porto spa acquisterà uno speciale pontoon boat/navetta che sarà devoluto al Comune......che trasporterà il pubblico dalla testa del pontile “A” al martello della diga foranea.....”
Ma il comune con quali danari gestirà il costo della “navetta” ?
Ma la passeggiata di un km e mezzo realizzata sul masso di coronamento a che serve ?
Ma la gestione della sicurezza e della manutenzione di tale spropositato elemento architettonico chi se la accollerà, visto che il protocollo indica, a pag 21, che ordinaria e straordinaria manutenzione sono a carico delle casse pubbliche e che le stesse, come è ben noto, sono da tempo asfittiche ?

Trascurando ora la disamina delle successive pagine che riguardano una volgare
rivisitazione del principio generale della concessione di un bene pubblico, del quale evidentemente Mazreku non conosce il fondamento costituzionale, è opportuno chiudere queste osservazioni con alcuni passaggi di ordine generale.

Dalla lettura della G.U.E. n. 66/2003 emerge che l’Amministrazione “deve tenere nella dovuta considerazione il ragionevole affidamento ingenerato negli amministrati dai suoi atti, garantendo al cittadino la conservazione della posizione giuridica di vantaggio che gli è stata attribuita mediante il provvedimento amministrativo.”
Appare di tutta evidenza, sin dal principio della gestione Vaccarezza, che la “posizione giuridica di vantaggio” citata nel testo suriportato, è certamente mancante in tutta la vicenda portuale di Lavagna.
Esiste poi una indicazione di gestione del demanio marittimo che le norme italiane specificano come al seguito:
Con cadenza annuale sarà inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Regione dettagliata relazione in ordine alle pratiche evase e ai canoni imposti, al fine di consentire l'adozione dei decreti per l'attribuzione di beni e risorse corrispondenti a quelli utilizzati dallo Stato per l'esercizio delle medesime funzioni e compiti prima del trasferimento.”
Quando accadrà che il sindaco darà comunicazione pubblica della documentazione succitata così che il cittadino, proprietario del bene in concessione, possa essere edotto di quanto beneficio economico ricavi la città e/o lo Stato dal porto ?
Un'ultima osservazione è offerta dall'importo aggiornato dell'intero investimento che ammonta a euro 51,074,463,08 così come si legge a pag. 36 del documento di Porto spa.
E' di tutta evidenza che la storia del porto di Lavagna indica con chiarezza come il Mazreku non abbia mai fatto alcun investimento nella struttura.
La stessa assunzione del fallimento è li a darne chiarissima indicazione.
Il Mazreku ha “preso” il porto senza sborsare neppure una lira, anzi ne è entrato con un vantaggio economico di molti miliardi di lire.
Il Mazreku ha “preso” i danari necessari all'assunzione dalle tasche degli utenti e
così pure ha fatto per altre successive situazioni.
Il Mazreku, contrastando il dettato normativo del “diritto di insistenza”, anzi sovvertendolo, indica il prolungamento della concessione quale portatore di valore fondamentale dell'accordo e non come “residuale e sussidiario”.
Il Mazreku, non ha caratteristiche di imprenditore, non ha profilo di gestore di impresa, è un semplice ed esclusivo amministratore di condominio.
Questa figura non è ciò che il testo generale della concessione dei beni dello Stato
indica come possessore delle capacità qualitative di un concessionario.
La P.A. di Lavagna, apparsa sempre assai debole nei suoi confronti, non tutela minimamente il bene pubblico e gli interessi della collettività nel momento in cui intende proporre il testo oggi osservato alla valutazione pre/autorizzativa.
ORAS
a.p.