venerdì 21 dicembre 2007

La richiesta danni da parte della Porto di Lavagna spa è finalmente arrivata.
















Dopo un tempo lunghissimo, nel quale il sig. Davini, giudice del tribunale di Chiavari, ha preso visione e conoscenza della documentazione , finalmente ! abbiamo potuto estrarre copia del fascicolo che pubblichiamo interamente qui a lato. La sorpresa è stata veramente tanta ! Credevamo meglio, in verità, se solo pensiamo a quanti miliardi di lire la Porto di Lavagna ha addebitato agli utenti per spese legali negli anni trascorsi e quasi sempre pagate allo stesso - molto ben noto! - consulente tecnico giuridico che ha redatto il testo.
Credevamo che fosse capace di sviluppare un percorso di pensiero logico ed efficace, invece, con grande delusione, ci accorgiamo che basa tutto il suo presupposto su una sentenza, inesistente, secondo la quale un tribunale di Roma avrebbe ( è d'obbligo il condizionale ) "anticipato" una condanna per il gruppo editoriale l'Espresso che sarà emessa in un futuro da definire!
Tutto qui ? Ma allora quelli sparano cartucce bagnate, ci siamo detti ! Credevamo, in verità, di avere a che fare con dei "tosti"! Credevamo di aver a che fare con dei "grandi"! Credevamo di essere in conflitto con un soggetto pressochè invincibile !
Quale delusione, quando abbiamo iniziato ad interessarci del Porto di Lavagna eravamo stati molto mal orientati dalle testimonianze di diversi soggetti che raccontavano di una società "dura", capace di dirigere il giudizio dei tribunali con la forza delle grandi ragioni espresse, con il decoro consono, da grandi avvocati! Tutto falso ! Questi, mandante e mandatario, si appoggiano su uno sgabello traballante; molto traballante se è vero, come in verità è, che raccontano persino balle al giudice che dovrà tentare di venir fuori onorevolmente da questa storia: ma dove l'anno vista questa "verifica del consulente del ministero dell'ambiente, espressamente mandato da Roma, che loda la qualità dei lavori eseguiti ?" se non è nemmeno riportata in copia nel fascicolo. Dicano il nome di questo soggetto "inviato speciale"; rendano visibile al magistrato questo testo ! Da quale cilindro penseranno mai di trarre fuori uno sciocco che scrive una fesseria del genere !
La loro fortuna si stà allontanando a grandi passi. Dove l'anno "raccattata" la competenza del tribunale di Chiavari e, in particolare, quella del sig. Davini ?
Meno male che l'udienza l'hanno astutamente fissata a carnevale del 2008, così potranno uscirne fuori dicendo "era uno scherzo"!!!


Amantea-Calabria- un'incantevole area di quella "bella Italia" della quale i governi, sia di destra che di sinistra che di centro hanno sempre menato vanto per il mondo intero è in questi giorni all'onore delle cronache. La ragione è rintracciabile nel sequestro appena avvenuto dell'intera struttura per ragioni molto ben documentate dalla procura della repubblica di Paola.

Nell'intervista rilasciata a tutti i tg dal procuratore capo di Paola si riconosce la sua certa volontà di riaffermare lo Stato contro le mafie.
Quella stessa procura, asieme alla procura generale di Reggio Calabria, gestisce tutto il materiale che interessa da vicino Lavagna; in particolare tutto quanto consente di affermare, senza il minimo dubbio, che tre persone diverse: Viccica, Pagliericcio e Comerio affermano esser il sig. Mazreku socio delle imprese da loro realizzate sotto differenti denominazioni ed in diverse nazioni lo scopo delle quali è quello di fare affari sporchi consistenti nella dispersione in mare di sostanze altamente inquinanti.
Questo è l'uomo Mazreku che appare nei testi pubblici fruibili a chiunque chieda accesso alla documentazione in possesso dello Stato italiano.
Soggetto dedito all'affarismo "tout court" anche, e soprattutto, nell'ottica della distruzione delle condizioni di vivibilità del territorio: quindi un nemico certo della popolazione !
Gli amministratori di Lavagna da quale parte si collocano ?
L'immagine qui sotto è quella del famosissimo Porto del Cinquale, il fiore all'occhiello della ditta Porto di Lavagna spa. Quella struttura capace di ricevere fino a 130 imbarcazioni da 6 metri !!!!!!!! è stata l'esperienza che ha titolato la società a chiedere al comune di Lavagna la autorizzazione a gestire il porto di Lavagna, il piu grande del Mediterraneo !!
Sarà pure incredibile ! Ma è vero: questo è Lavagna, questi sono i suoi amministratori !

martedì 18 dicembre 2007

Incredibile ma vero! Parte l'indagine pilota sulle malefatte contro i cittadini e gli utenti !




Lunedì 26 novembre il SECOLO XIX riportava sull'edizione nazionale, a firma dell'inviato "di punta" Marco Menduni, l'incredibile notizia secondo la quale la procura generale di Genova aveva avocato a se uno dei moltissimi procedimenti penali addormentati da anni presso il tribunale di Chiavari.
Sul tribunale di Chiavari, la sue inefficenza e i suoi gravi carichi di responsabilità-tutti espressi dal procuratore capo Luigi Carli- si può leggere in post precedenti.
Se poi si prende in considerazione il fatto che il presidente del tribunale, Maglione, è stato trasferito a Palermo ed ha opposto ricorso al TAR, se poi si aggiunge ancora che il tribunale di Chiavari verrà probabilmente chiuso per ragioni di inefficenza economica ( Padoa Schioppa- Ansa.it 02/12/07) e se poi si legge l'allegato articolo <> riportato il 2 dicembre scorso, nel quale il sottosegretario alla giustizia Luigi Li Gotti critica apertamente i comportamenti simili a quelli di Luigi Carli, ecco allora che sarebbe auspicabile una avocazione alla procura generale di genova di tutto il penale interessante il Porto di Lavagna.
Aggiungiamo poi che il procuratore distrettuale antimafia Anna Canepa esprime concetti molto significativi ( si veda l'allegato articolo del 19 novembre 2007 intitolato PIZZO E MATTONE>> ed ancora che ha ripreso avvio un importante procedimento penale presso il tribunale di Roma, per concludere che l'attenzione sul porto si fa sempre più forte e concentrata.


Di truffa in truffa inizia la gestione di Porto di Lavagna spa


Uno dei consulenti tecnici legali della Porto di Lavagna - il ben noto Antonino Bongiorno Gallegra - lamenta con insistenza il tentativo di delegittimazione della sua assistita operato da ORAS.
E' persino riuscito ad indurre in grave errore la corrispondente del SECOLO XIX da Lavagna, sig.na Debora Badinelli, che incautamente (?) ha informato i cittadini/lettori di due querele per diffamazione presentate da Porto di Lavagna spa contro il coordinatore dell'Osservatorio.
La tesi che il consulente tecnico legale, ben noto nel tigullio, tenta di diffondere come veritiera, viene supportata da una attività di "disinformazione" consistente, in primo luogo, nell asserita dipendenza o collaborazione dell'Osservatorio con la precedente gestione del porto: quella esercitata dalla Cala dei Genovesi spa.
Le chiacchiere, perchè solo così possono amabilmente definirsi le esternazioni del soggetto, vanno rigettate con lo strumento che l'Osservatorio ha sempre definito essere il suo preciso e determinato obiettivo: i riscontri documentali.
A questo proposito, proprio per allontanare qualsiasi dubbio, daremo corso alla pubblicazione di "quelle carte" originali, pubblicabili e rigorosamente probanti delle asserzioni di ORAS.
Sceglieremo fatti importanti sui quali inserire un ragionamento chiarificatore senza necessariamente seguire la via cronologica.
Questa, la sequenzialità storica degli eventi, avrà sfogo nella pubblicazione di un testo cartaceo, in via di ultimazione all'interno di un percorso di studio, che vede autori tre giovani studenti di scienze sociali.
L'inizio del chiarimento può essere dato dal primo dei documenti necessari a comprendere:
Possiamo leggere qui sopra, all'inizio del postato, il testo completo di una lettera che gli utenti del porto hanno ricevuto nell'anno 2003 qualche mese dopo la "nefandezza Podestà" (l'atto, definito di subentro, con il quale l'ing. Podestà "accondiscendeva" alle pressanti ed insistenti richieste della Porto di Lavagna spa. Atto contestato dalla giunta comunale, che ritorna oggi di grande attualità; fatto dovuto, in particolare, alla avocazione da parte della procura generale di Genova di un procedimento riguardante l'ex sindaco di Lavagna e la società Porto di Lavagna spa. (oggetto di un altro post, successivo a questo).
La firma della lettera agli utenti è quella del presidente della società Porto di Lavagna e, conseguentemente, impegna direttamente la società medesima a quanto scritto.
Non è possibile commentare nulla; i fatti successivi, noti a tutti, sono li a dimostrare la falsità del testo e l'inosservanza della pattuizione proposta agli utenti.

domenica 16 dicembre 2007

L'attenzione del SECOLO XIX su Lavagna

Nel frattempo, una trattativa senza via d'uscita tra il comune di Lavagna e la Porto spa, prende una improvvisa accelerazione voluta dalla Porto per procedere ad una alienazione della proprietà in vista dei "tempi brutti in arrivo".
Per far emergere i due partecipanti viene suggerito un articolo di consistente portata sulle pagine dell'edizione nazionale del SecoloXIX.
Naturalmente le parti smentiscono.
Questa, per il comune, è una vera disfatta. La trasparenza è finita nello scantinato e richiusa!

Mazreku si "allea" col SECOLO XIX


La Porto di lavagna spa chiede ed ottiene dal SECOLO XIX che venga dato spazio alla notizia della avvenuta notifica della citazione in giudizio per rifusione del danno
"all'immagine"(?).
L'accesso al tribunale civile di Chiavari segue una procedura curiosa poichè il legale della Porto spa
"sceglie direttamente" il magistrato che deve procedere nel giudizio!
Lo stesso magistrato, poi, trattiene presso di se il fascicolo per un tempo incredibilmente lungo impedendo alla parte convenuta di estrarne copia. Quando questo finalmente avviene, si riesce a comprenderne la ragione: è un fascicolo privo di tutti i presupposti documentali citati nella comparsa attorea: una vera
bufala!
Come avevamo già scritto in un precedente post, ci sarà da ridere in giudizio!!
Danno l'impressione di essere in affanno!

La spiegazione della truffa agli utenti


Il 14/09, immediatamente dopo le "lagnanze" del procuratore Carli, veniva presentato al Nucleo operativo ecologico dei CC. l'esposto visibile a lato, corredato da documentazione fotografica probante.

Occorre ricordare come sia in corso un procedimento giudiziario inutile e fuorviante che riguarda i lavori di modificazione della diga foranea, erroneamente definiti di manutenzione straordinaria.
In tale procedimento si trovano a giudizio i vertici della spa Porto di Lavagna ed una quantità di altri soggetti che avrebbero fornito, dice l'accusa, 1700 tonnellate di rifiuti da disperdere in mare attraverso i lavori della diga. L'esposto qui allegato indica tuttaltra procedura seguita dal committente dei lavori che, avvalendosi di personale alle sue dipendenze, in veste di controllore unico, si è permesso di realizzare il più grande atto di inquinamento marino che si possa immaginare a ragione dei 450.000 metri cubi di materiale lapideo immesso in acque marine.
Gli utenti hanno quindi pagato un'opera costata miliardi che oltre non realizzare lo scopo previsto, ha creato un danno ambientale spropositato. E' necessario leggere con attenzione le modalità di contabilizzazione dei materiali lapidei ricevuti ed utilizzati per comprendere il meccanismo fraudolento.

L' 8 settembre del procuratore di Chiavari





Il giorno 10/09 veniva distribuito un volantino che riprendeva la notizia del procuratore"in fuga" e richiamava lo stesso a quel dovere che contraddistingue tutti gli esseri umani che giungono all'età della maturità e acquisiscono quella obbligazione ben espressa nel secondo comma dell'articolo 4 della Costituzione dello Stato italiano.
Quello stesso Stato cui i sistemi di governo, centrale, regionale e comunale, non avevano recato rispetto così come dai fatti di Lavagna e del suo porto si poteva ben evidenziare.

C'è giustizia a Chiavari ? Quando verranno indagati i fatti di Lavagna ?




Nel luglio precedente veniva presentato il primo esposto
alla procura competente, quella di Chiavari, che deteneva presso i suoi uffici una grande quantità di denunce ed esposti riguardanti fatti riferiti al porto di Lavagna.


La data della presentazione, visibile negli allegati, comportava che nei primi giorni del mese di settembre il procuratore capo incaricasse un sostituto del procedimento istruttorio.

Improvvisamente, il 7/09 il procuratore capo, Carli, rilasciava un'intervista al quotidiano IL SECOLOXIX nella quale lamentava l'impossibilità di dare giustizia.
Nella giornata successiva il quotidiano riprendeva con molta evidenza il fatto e aggiungeva commenti di avvocati (di routine) e riportava un centrato commento del direttore, Paolo Cavallo, che si può leggere nell'allegato riportato in apertura del post . E' molto significativo riflettere sul passaggio del commento del direttore Cavallo in cui si chiede
perchè nessuno pare far nulla per iniziare a risolvere i problemi.

Moltissimi altri fascicoli giacciono da anni impolverati privi del riscontro che una procura deve dare per non lasciare facile spazio alle illazioni e alla illegalità che, a Lavagna, è diffusa sull'intero territorio per esplicita dichiarazione della DIA, della procura distrettuale e delle commissioni governative.

L'invito alla procura generale ad avocare a se le procedure "stoppate" a Chiavari è forte.

L'attesa che ciò accada, finalmente, forse sarà premiata.

L'Osservatorio informa gli utenti - La Porto di Lavagna spa reagisce disordinatamente!






Mentre la cittadinanza di Lavagna riceveva le prime notizie riguardanti il porto e le attività illegali poste in essere, gli utenti del porto - coloro che avevano in effetti pagato sempre e comunque tutto ciò che il gestore addebitava loro - ricevevano la comunicazione informativa che aveva lo scopo di sensibilizzare la loro attenzione sui fatti di interesse diretto.

La spa Porto di Lavagna, in conseguenza, reagiva vivacemente, dando segno di iniziale nervosismo, attraverso una lettera agli utenti contraddistinta da contenuti genericamente "difensivi" e trascurando i temi indicati nella comunicazione di ORAS.
Come naturale in casi simili, non veniva minimamente trascurato uno "sbandamento" verso la gratuita denigrazione realizzata attraverso argomenti che, si vedrà in seguito, cadranno tristemente.

Inizia l'attività di ORAS sul territorio

Nel mese di ottobre inizia un'attività di volantinaggio informativo per la popolazione di Lavagna.
Dopo circa un anno di intensa raccolta documentale e attenta verifica sono emerse situazioni di rilevante responsabilità addebitabili non solo alla società che gestisce l'approdo ma, principalmente, a tutte le autorità pubbliche preposte alla catena del controllo.
Molto sinteticamente si può affermare che a Lavagna si è violentato lo Stato, quindi tutti i cittadini, in un percorso di illegalità diffusa e continuata da diversi anni.
Quello a fianco è il volantino contrassegnato dal n°1 ed ha "scatenato" le ire della società Porto di Lavagna spa che attraverso il suo legale di fiducia ha notificato una citazione per danni, radicando un'azione civile presso il tribunale di Chiavari, competente per territorio.

Chissà che sorpresa alla prima udienza !
Cliccando sull'immagine è possibile leggere il volantino a tutto schermo ed estrarne la stampa.