mercoledì 23 dicembre 2009

La lettera inviata oggi agli uffici regionali



ORAS

Oggetto: Porto di Lavagna

Nell'ottobre dell'anno 2006, a seguito del ricevimento di una voluminosa massa documentale, la scrivente associazione prendeva in considerazione l'esame della situazione in cui si trova, da molti anni, il Porto di Lavagna.
Veniva dato corso ad un esame della documentazione integrata da molti contatti con i soggetti interessati e si sviluppava così un'analisi assai dettagliata.
A seguito di questo supporto documentale, ORAS presentava alla Procura competente una dettagliata denuncia, corredata da un significativo supporto fotografico, per denunciare quanto fosse stato compiuto, sotto un profilo evidentemente doloso, nell'opera di cantiere avente ad oggetto la diga di protezione del citato porto e denominata, impropriamente, di "manutenzione straordinaria".
La società che gestisce il porto - Porto di Lavagna spa - nella persona dell A.D. Jack Rock Mazreku, avuta conoscenza della denuncia presentata a suo carico, presentava a sua volta una denuncia alla procura presso il tribunale di Genova contro il coordinatore dell'associazione addebitandogli il reato di diffamazione e, adiva contemporaneamente il tribunale civile di Chiavari per ottenere un risarcimento in danaro per il patito danno all'immagine.
Due anni dopo tali fatti i tribunali competenti si esprimevano nel seguente modo:
1) Il P.M. Ranieri Miniati riteneva non vi fosse reato di diffamazione. A tale archiviazione la soc. Porto di Lavagna si opponeva.
2) Il GIP Giacalone, sentite le parti ed esaminata la documentazione, ribadiva l'archiviazione confermando la tesi del P.M. e aggiungeva una interessante disamina dei fatti.
3) Il giudice Davini, del tribunale civile di Chiavari, visti gli atti e sentiti i testi di parte attorea, riteneva che si poteva condannare il coordinatore dell'associazione ORAS poichè, individuava in un passo dei documenti denunciati una mancanza di chiarezza riferita ai soggetti che avevano la gestione del porto (Cala dei Genovesi spa e Porto di Lavagna spa) e quindi, scriveva in sentenza:"limitatamente a questo punto la domanda attrice merita di essere accolta" e condannava il convenuto al pagamento di euro 5.000,00 invece dei 100.000,00 richiesti dalla parte attorea.
A seguito di tale innovativa posizione dove, finalmente dopo molti anni, tre magistrati esprimevano comune indirizzo di lettura delle preoccupanti vicende del Porto di Lavagna, il coordinatore di ORAS scriveva sulla pagina di Facebook del presidente di regione Liguria il seguente appunto:
Caro presidente, potremmo avere una tua presa di posizione sulla arcinota vicenda del Porto di Lavagna ? Potresti leggerti qualche cosa all'indirizzo http://portodilavagna.blogspot.com/ e poi rilasciare qualche dichiarazione.
Eri ministro delle infrastrutture quando iniziarono i conflitti e dovrersti ricordarti qualche cosa. Si sta distruggendo tutto quanto di salvabile è rimasto. In attesa di una risposta, possibilmente da presidente di giunta regionale, ti auguro buon lavoro.
a.p. 26 novembre alle ore 8.42
Cinque giorni dopo arrivava sempre su Facebook la risposta di Burlando:
"Caro Pescino, non sapevo nulla della denuncia nei suoi confronti e per questo motivo non sono in grado di commentare qualcosa che non conosco. Non mi sono mai occupato della vicenda del Porto di Lavagna quando ero Ministro dei Trasporti. Non so se all'epoca ne sia stata investita la direzione del Demanio.
So che oggi è in corso una procedura di evidenza pubblica di cui si stanno occupando, oltre al Comune, anche i competenti uffici regionali."

Alla luce di quanto sopra, appare di tutta evidenza come sia necessario un intervento degli uffici regionali almeno per quanto attiene a ciò che è emerso nei dibattimenti penali e civili summenzionati, dove si è accertata la inesistenza di ogni e qualsiasi forma di controllo nella gestione dell'attività di cantiere tutta e in particolare dell'enorme massa di lapidei sversati in mare della cui provenienza e consistenza non esiste documentazione alcuna reperibile agli atti.
Emerge altresì come sia impossibile la gestione di una tale struttura (a ragione della dimensione) affidata al comune di Lavagna che, in ogni situazione, ha dato dimostrazione di evidente sudditanza ai diktat del gestore.
I casi che mettono in luce tale incredibile anomalia, che produce un danno erariale spaventoso, sono in numero così rilevante da affermare, ancora una volta di più, la spregiudicatezza espressa nella conduzione di un bene demaniale.
L'intera massa documentale raccolta da ORAS è, naturalmente, nella disponibilità degli uffici.
Tutti gli atti giudiziari citati sono pubblicati e estraibili all'indirizzo: http://portodilavagna.blogspot.com/
Buon lavoro
a.p.