venerdì 19 dicembre 2008

17 dicembre Tribunale di Chiavari - La Porto di Lavagna è in grave difficoltà e trascina con sè anche il "povero e incauto" Vaccarezza.



L'udienza del 17 dicembre ha sancito, fuori da ogni dubbio, che la Porto di Lavagna può vincere le cause solo per incapacità e impreparazione degli "avversari".
Gli "ingredienti" per vincere in giudizio sono sostanzialmente tre: 1) essere portatori di ragioni oggettive e supportate da materiale probatorio 2) godere di un buon supporto tecnico/consulenziale 3) trovare un giudice....parziale. Nel caso in oggetto la Porto di Lavagna non ha ragione e non ha materiale probante (testimonianze e documenti); ha sofferto un superficiale ed avventatissimo supporto tecnico/legale e poi - fatto rilevante - ha "pescato" un giudice terzo.....nel senso di rispondente ai requisiti che sarebbero richiesti ad ogni giudice che meriti di essere riconosciuto - e non solo nominato - tale.


Ora, come si può leggere dal verbale di udienza riprodotto di seguito, siamo in attesa del "fantomatico" certificato di bontà e qualità....la citata "lode" sui lavori inquinanti e devastanti della diga.

Durante il procedimento penale che ha visto Mazreku e Cusumano imputati di reato, difesi dall'avv. Gallegra, non è stato prodotto quel documento di "lode" dei lavori che avrebbe scagionato tutti gli imputati.
Durante quel processo il teste di accusa era un carabiniere del NOE, dunque un dipendente di quel ministero che avrebbe sancito la qualità dei lavori...lodandoli!

Se oggi uscisse quel documento.......quante risate andremmo a farci ?


E se quel documento non uscisse - poichè non è mai esistito - ci faremmo le stesse risate o persino di più ?

Chi si deve preoccupare ?

L'avv. Bongiorno Gallegra ?

E il sindaco Vaccarezza che invocando ragioni generiche e indimostrabili di "sicurezza" chiese il dissequestro del cantiere, quanta responsabilità si porta in capo ?


Comunque....Buon Natale !



Ecco i verbali:








Ecco l'evidenza di quanto conti un supporto tecnico/legale attento e di qualità: l'istanza riferita all'art 213 c.p.c. era quello che Gallegra non si aspettava..........le menzogne hanno, di solito, le gambe corte e quel 213 serve a mostrarne in pieno l'esistenza.


Gallegra prova ad arginare l' "onda anomala", ma Davini, che è giudice, riconosce che il potere conferitogli dal 213 .......ecc.





Dunque, come si dice in altri ambienti, les yeux sont faits....c'è chi vince e c'è chi perde.
La vita porta con sè delle................. ineluttabili verità!






lunedì 1 dicembre 2008

VACCAREZZA il "progettista"!!



Prima ha progettato le "grandi opere" nel porto di Lavagna e non si è fatto più nulla !

Oggi, a distanza di un anno, un nuovo progetto che costerà solo 300.000,00 euretti presi dalle tasche della popolazione gaudente!!

Ecco che cosa scrive Primocanale news:

Presentato progetto per la colmata a mare
01/12/2008 18:11
Prende avvio, con uno stanziamento di 300 mila euro da parte della Regione Liguria, lo studio di fattibilità per realizzare una colmata a mare a Lavagna, sulla sponda sinistra della foce dell'Entella. La proposta, che riguarda un'area di 300 mila metri quadrati, è stata presentata oggi dal sindaco di Lavagna Giuliano Vaccarezza, dall'assessore regionale Renzo Guccinelli e dall'assessore provinciale Paolo Perfigli alle organizzazioni sindacali del territorio, alle associazioni di commercianti e all'Associazione Industriali ed al Distretto della Nautica.

Grande progetto che risolverà il problema dei cantieri !

Riusciranno - i cantieri - a resistere quei quindici anni necessari a costruire le nuove sedi ??

giovedì 20 novembre 2008

Vaccarezza, un amministratore "speciale" del tipo: fatti pochi-chiacchiere tante!



Questo è il testo della lettera spedita da ORAS e ricevuta dal sindaco Vaccarezza:


ORAS


Al sindaco del comune di Lavagna


Oggetto: Protocollo cosiddetto "del porto" - evoluzioni - conseguenze

Un anno è ormai trascorso dalla presentazione alla sala Rocca del documento in oggetto.
Tale progetto ebbe molte contestazioni ma anche un seguito, che suscitò interesse tradottosi in modificazioni, talvolta anche consistenti, dei progetti imprenditoriali di alcuni soggetti privati.
In questi giorni l'associazione scrivente sta raccogliendo le adesioni degli utenti che intendono partecipare ad un percorso di recupero di tutte quelle ingenti somme che, nel tempo, sono state ad essi addebitate senza titolo o senza l'elemento di identificazione del "credito certo".
Proprio da alcuni di questi utenti sorge ora la domanda di quanta parte di responsabilità sia addebitabile all'elemento del controllo dovuto al comune, delegato demaniale, e quanta ancora sia la responsabilità in capo al comune derivante dalla presentazione di progetti, quale quello citato sopra, che hanno indotto in errore soggetti investitori, a ragione della evidente superficialità della conduzione operativa dell'elemento pubblico così come oggi appare di tutta evidenza.
Certi che lei vorrà quanto prima assumere una adeguata posizione dell'ente comunale, anche alla luce della necessità di individuare con correttezza i confini di responsabilità, siamo a chiederle un intervento pubblico di diffusione della conoscenza dello stato degli atti, afferenti quanto sopra richiesto.
Buon lavoro
ORAS
a.p.

Il sig. Giuliano Vaccarezza, sindaco "decisionista" di Lavagna ha immediatamente convocato il suo "ufficio stampa" al quale ha dettato la seguente frase:


«Il giorno 1 dicembre,
alle 11, alla presenza degli assessori Renzo Guccinelli della Regione e Paolo Perfigli della Provincia, firmeremo l’atto».


(tratto dal SECOLO XIX del 20/11/2008 pag.26 edizione del Levante)

Domanda obbligatoria:
non è che Guccinelli e Perfigli vogliono "dividere" le responsabilità miliardarie con Vaccarezza ?

martedì 11 novembre 2008

Ricevuto e pubblicato




Un utente del Porto ci segnala via e-mail di aver letto su Repubblica un articolo a firma Marco Preve intitolato:

L'inchiesta - LAVAGNA, maxi-yacht col trucco, a giudizio il presidente del porto.
Con Jack Roc Mazreku nei guai anche un avvocato genovese.

Il presidente del porto di Lavagna, l'albanese con passaporto USA Jack Roc Mazreku è stato rinviato a giudizio su richiesta del PM milanese Letizia Mannella per riciclaggio.
L'accusa riguarda la proprietà di un lussuoso yacht, e coinvolge anche un legale genovese, Antonino Bongiorno Gallegra, che sarà anche lui processato per favoreggiamento relativo ad una lettera di consigli professionali. La vicenda è quella dell' Iliki VIII, un panfilo di 51 metri. La procura e la guardia di finanza ritengono che per evadere l'IVA sia stata appositamente creata.......................................................................il resto si legge sul quotidiano La Repubblica.


L'utente poi commenta:
Situazione davvero strana, perchè un anno fa si annunciò sul SECOLO XIX, a caratteri cubitali, la famosa "Intesa sul porto" stipulata tra il sindaco Vaccarezza e Mazreku; dopo di allora dell'intesa non si è più saputo nulla ed il SECOLO non dice niente al proposito, come mai ?

Però, prosegue l'utente, veniamo a conoscenza da Repubblica che l'avvocato Alessandro Ghibellini, consulente del comune di Lavagna ha seri problemi con la giustizia milanese e oggi scopriamo che anche il consulente della controparte nell'intesa, avvocato Antonino Bongiorno Gallegra ha problemi seri con la magistratura milanese.

Potremo, prima o poi, avere qualche informazione dal quotidiano locale di maggior diffusione ?

Grazie
lu.montel@libero.it

lunedì 10 novembre 2008

Ecco i verbali d'udienza, le testimonianze e le mancanze..............................


L'avv. Bongiorno Gallegra, con una mossa " a sorpresa" produce le copie di alcune decine di pagine tratte da questo sito ritenendo di ravvisare comportamenti scorretti, illeciti, e altro.
In particolare sostiene che gli avvocati Dotti, Rovatti, Mantini si sarebbero "intimoriti" per il contenuto minaccioso degli articoli, e anzi - esagerando persino un po' - sostiene che anche il giudice Davini sarebbe stato "intimidito".
Sembra che ce ne sia per tutti e probabilmente ha ragione............ perchè in effetti i testi hanno detto pressochè nulla!
Sarà causa dell'intimidazione o della temerarietà della causa basata su fatti inventati e inesistenti ?
Vedremo nella continuazione.













Ecco i risultati di un tentativo andato a male di incolpare qualcuno di qualche cosa che non esiste.
In tutta questa carta scritta, diligentemente a penna, non compare nulla di efficace ai fini dell'affermazione delle ragioni della parte attrice, ed anzi appaiono già bene in vista dei testi "improvvisati" che riferiscono quando va bene in terza persona e riconducono tutto all'avvocato Antonino Bongiorno Gallegra che sarebbe - condizionale obbligato - l'unico in grado di riconoscere la donna che in nome e per conto del ministero dell'ambiente avrebbe certificato la bontà dei lavori della diga, anzi avrebbe complimentato i responsabili!!!!

Nella comparsa attorea la Porto di Lavagna indicava "tecnici del ministero dell'ambiente"........si vede che anche loro si sono sentiti "intimiditi" e hanno delegato ad una "sconosciuta" l'onere di certificare che i fanghi inquinanti erano "pregiati". Che cosa strana !
Chissà se interessa la procura della repubblica ?

Ora, in attesa delle novità del 17 dicembre, si parte a chiedere i danni e le restituzioni dei danari non dovuti.


Auguri alla Porto di Lavagna spa, ne ha certamente bisogno.

lunedì 3 novembre 2008

Lunedì 3 novembre....tempo brutto, allerta 2.... Anche in tribunale !



Udienza in tribunale davanti al giudice Davini, arrivano i testi, manca Dotti.
Ci sono i capitoli di prova da confermare ma ci sono evidenti difficoltà; i testi non vivono a Lavagna, quindi sono corretti quando dicono di aver "sentito dire" e altrettanto corretti quando dicono che della "grandissima bufala" del famoso ispettore del ministero dell'ambiente che avrebbe certificato la "bontà dei lavori", ne sapeva solo ed esclusivamente l'avv. Antonino Bongiorno Gallegra!

Colpo di scena! Bongiorno Gallegra ci dice che era una donna - quell'ispettore del ministero - e che, come è naturale (!) non sa il nome..............grande, inarrivabile!

Poi iniziano le confusioni ricorrenti, probabilmente una tecnica di disturbo dell'attenzione del magistrato che, invece, rivela molta più attenzione del previsto e quando il Gallegra - questa volta maestoso! - modifica il testo della comparsa facendo "volatilizzare" un volantino (che gli stava creando un vero rilevante problema - quello della certificazione della "sconosciuta") ecco che il giudice Davini chiede: <<ma non erano due i volantini?>> e da li in poi...................... come previsto: tutto in salita e che salita !

Due sole semplici osservazioni:

Bongiorno Gallegra ha radicato un giudizio sapendo di non avere alcuna ragione, ma cercandone alcune per "strada", confondendo una lettera spedita a casa agli utenti con un volantino e leggendo, nel volantino, quello che "lui voleva - o doveva - leggere" ma che non era nel testo - ha tentato di impaurire il convenuto - che lui ha ritenuto essere il responsabile degli addebiti - ; ha confuso la spedizione di una lettera con la distribuzione di un volantino -, facendo un uso strumentale della giustizia.................si dice così?

Bongiorno Gallegra è certamente abile a "impastare e mettere in forno" chiedendo al giudice "la sentenza" ma Davini ha la capacità di spegnere il forno e la lievitazione si è interrotta!

Prossimo round al 17 dicembre ore 12!


mercoledì 29 ottobre 2008

Finalmente siamo arrivati alla "resa dei conti"!




Tribunale civile di Chiavari - giudice Davini


Lunedì 3 novembre avremo finalmente il piacere di sentir confermare i capitoli di accusa della Porto di Lavagna spa dalle pregiate testimonianze degli avvocati Dotti, Rovatti e Mantini più altri testi di minore rilevanza.

Finalmente la Porto di Lavagna potrà vedere riconosciuti i suoi diritti a chiedere i danni derivati all'immagine della società che hanno prodotto "perdite economiche" significative.

Finalmente giustizia sarà fatta e si affermerà la "verità"!

O no ?

venerdì 24 ottobre 2008

Il famoso accordo tra il comune di lavagna e la Porto spa



Dov' è finito quell'accordo che appariva la soluzione di tutti i mali di Lavagna ?

Vaccarezza e Armanino, se ne sono scordati ?

Come si giustificheranno nella prossima campagna elettorale ?

La Porto di Lavagna spa continuerà a pagare 102.000,00 euro l'anno di canone concessorio ?

I titolari delle concessioni balneari quanto pagano ?

Il danno economico per le casse pubbliche è spaventosamente alto, chi paga ? Vaccarezza, Armanino, Mordini.......?

domenica 28 settembre 2008

Il tribunale di Chiavari e quello di Torino




Con una dimostrazione di efficienza, non consueta da "queste parti", il tribunale di Torino ha dato il via alla procedura di acquisizione degli elementi documentali riguardanti la denuncia presentata in quella sede, per quanto attiene ai comportamenti penalmente rilevanti messi in atto da elementi della magistratura appartenenti al tribunale di Chiavari.

Nei prossimi giorni verrà dato corso alla presentazione dell'intera documentazione, attualmente in via di completamento negli studi dei legali che collaborano con l'Osservatorio.

Intanto il 3 di novembre si avvicina e in quell'udienza la Porto di Lavagna spa ed il suo "legale di fiducia" - quell'Antonino Bongiorno Gallegra che apparve assai nervoso il 6 giugno scorso, durante la prima udienza - dovranno portare in aula il sig. Dotti, il sig. Rovatti, il sig. Mantini e altri a testimoniare fatti di cui non possono certamente essere a conoscenza poichè si tratta di fatti inventati di sana, anzi...sanissima pianta!

Che succederà mai se tre avvocati della Porto di Lavagna spa - Dotti, Rovatti, Mantini - si produrranno in quella fattispecie penale detta: "falsa testimonianza" ?

Quale potrà mai essere il futuro di quella causa assai temeraria intentata dalla Porto di Lavagna spa ?

Che si aggiungano danni a quelli già in essere ?

Come non vorremmo essere nei panni della Porto di Lavagna spa !

Con alcuni elementi significativi del tribunale in sotituzione: il presidente ed il procuratore capo, con alcuni elementi soggetti ad indagine a Torino, con alcuni avvocati che compaiono in situazioni "da valutare con attenzione" e alcuni elementi del tribunale non appartenenti alla magistratura - altrettanto da valutare - si profila un annata di quelle " da ricordare".

Per quanto riguarda ORAS, da quel lontano settembre 2007 in cui la Porto di Lavagna spa inviava una lettera agli utenti del porto leggibile nel post :
http://portodilavagna.blogspot.com/2007/12/mentre-la-cittadinanza-di-lavagna.html ,
la nostra attività si è protratta con costanza e attenzione ottenendo significativi risultati con le avocazioni della Procura Generale di Genova, con l'apertura delle procedura al tribunale di Torino, con i contatti molto avanzati con il ministero e con l'evidente "blocco" del progetto industriale tanto inutilmente "sbandierato ai quattro venti" dalla giunta comunale di Lavagna che si è ridotto ad essere un semplice cantierino di completamento della passeggiata e delle sovrapiastra.

In attesa del 3 novembre, stanno per partire due importanti iniziative di cui, a breve, daremo notizia.


mercoledì 3 settembre 2008

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO.......La sentenza sulla diga, l'ardesia e altro ancora



E' incredibile, ma dopo ben tre consecutive richieste e due rigidi ed espliciti rifiuti, il giudice: dott.ssa Antonella Bernocco, ha concesso - finalmente ! - la copia di una sentenza della repubblica italiana che recita, come sempre: IN NOME DEL POPOLO ITALIANO.


Sorge la necessità di porre un quesito al ministro Alfano che dichiara di essere intento alla "sistemazione" dell'apparato giudiziario:
come è mai possibile che un signore o una signora di nazionalità italiana - per ora - che di mestiere produce sentenze nell'estensione delle quali dichiara di fare ciò IN NOME DEL POPOLO ITALIANO possa mai permettersi di negare il rilascio di una copia ad uno qualsiasi dei soggetti in nome dei quali viene espresso il giudizio.

Questo è un fatto di una gravità esemplare che dimostra come alcuni magistrati ritengano di essere annoverabili in un gruppo di soggetti che si astrae completamente dall'essenza dello Stato, per farvi poi rientro, a loro gradimento e discrezione, quando ne hanno la necessità.

Questo è un fatto accaduto proprio in quel tribunale in cui, nel settembre dell'anno scorso - il giorno 7 e seguenti - il procuratore capo Carli dichiarava alla stampa di <<non poter dare giustizia ai cittadini>>, così come si può leggere nei postati di questo sito pubblicati all'epoca.

Questo è quello che può accadere al tribunale di Chiavari, nel quale si spera, con l'arrivo del nuovo presidente di fresca nomina, di poter raggiungere dei livelli di "soddisfazione diffusa" all'interno di quella categoria sociale - i cittadini - ai quali è dovuta risposta efficace ed efficiente in un tempo generalmente definibile "giusto"!

Ecco quindi la "sentenza negata due volte".......






Le conclusioni del giudice, portano alla definizione certa di reato e sanciscono le pene di arresto e le multe dei condannati.

Evidenziano la cessione di rifiuti per realizzare la pista della diga (lunga un chilometro e larga sei metri ) e conferma che i lavori pagati dai "proprietari superficiari" delle porzioni condominiali del porto di Lavagna, sono stati realizzati in maniera tale che:
<<...ritenute le fattispecie criminose di cui all'art................stante la evidente unicità del disegno criminoso...stimasi equa, per ......>>.

Consentono di rilevare la totale e indiscutibile titolarità della qualifica di danneggiati per i succitati "proprietari superficiari" che sono poi, in sostanza, coloro che hanno pagato i 25.000.000.000 circa, di lire, per la più grande discarica a mare mai realizzata nel Tigullio.

Una domanda si avanza ora con forte impatto: IL SINDACO DI LAVAGNA, CHE CHIESE RIPETUTAMENTE IL DISSEQUESTRO DEL CANTIERE, ERA RESPONSABILE DEI CONTROLLI ? SEMBREREBBE DI SI !

Altra domanda: la provincia di Genova cui spetta il controllo e la regolamentazione del movimento dei mezzi d'opera - quelli che hanno fatto le migliaia di viaggi dalle aree di discarica al porto - hanno responsabilità ? SEMBREREBBE DI SI !

E la Regione, che "trovò il modo" di eludere le procedure di VIA, quindi eliminando, di fatto, il sistema del controllo ????
Quante sono le sue responsabilità ?



Poi però.............. appare il quesito più sciocco e, come sempre, il più importante:
chi ha stabilito il contatto tra gli ardesiaci detentori di milioni di tonnellate di rifiuti e la società committente Porto di Lavagna ?

Quale è stato il suo guadagno ?


martedì 2 settembre 2008

Ripresa post-feriale




Domani riprende la pubblicazione sullo spazio di Portoilavagna.

Ci saranno molte interessanti novità.

domenica 3 agosto 2008

Il solito vizio della Porto di Lavagna spa



LAVAGNA

Carabinieri in porto, denunce e sequestri Gli uomini del Nucleo Operativo Ecologico ipotizzano lo stoccaggio abusivo di rifiuti pericolosi in un’area della diga

LAVAGNA. Guai in porto a Lavagna, dove la Procura di Chiavari ha aperto un’indagine per stoccaggio abusivo di rifiuti pericolosi. Si tratta dei materiali di risulta della demolizione dello scivolo di alaggio, cominciati nelle scorse settimane per realizzare una nuova vasca. Quattro le
denunce del Noe (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri), che venerdì hanno sequestrato l’area in cima alla diga foranea dove sono stati depositati i materiali, i materiali stessi, le attrezzature utilizzate per movimentarli e trattarli. L’ipotesi di carabinieri e Procura è che i rifiuti
dello scavo fossero stoccati in maniera irregolare, ovvero con l’autorizzazione dei vertici della Porto di Lavagna, ma senza i necessari permessi della Provincia.
«I rifiuti non sono stati stoccati ma semplicemente depositati in un’area del porto, nell’ambito del cantiere, in attesa di venire conferiti regolarmente in discarica», dichiara Marco Delucchi Baroni, avvocato di fiducia di una delle persone denunciate. I Noe hanno rilevato anche il fatto che i
materiali inerti fossero stati messi a scolare,per separare la parte solida da quella umida, e ha sequestrato anche la cisterna dove confluiva l’acqua.
«Anche questo un atto propedeutico allo smaltimento», rileva ancora Delucchi Baroni. Ma econdo i Noe, che si richiamano alla legge sullo smaltimento dei rifiuti, le operazioni eseguite
in porto non erano regolarmente autorizzate. «Siamo totalmente estranei alla vicenda dichiara
l’ad del porto, Roc Jack Mazreku Non è la prima volta che veniamo accusati di cose che non abbiamo fatto, e posso immaginare che da qualcuno sia partita una segnalazione. Ricordo
che il processo per la presunta discarica abusiva di ardesia è finito con l’assoluzione della Porto di Lavagna, dichiarata estranea ai fatti».

Che coraggio !

Ogni volta che accade qualche cosa dentro il porto, il Mazreku non sa nulla !
Come mai questa volta non ci dice qualche cosa anche l'onnipresente Bongiorno Gallegra ?

Per fortuna che mancano solo 90 giorni al 3 novembre; in quella data il giudice Davini avrà finalmente davanti agli occhi quei documenti nei quali c'è scritta tutta la verità sulla diga: il primo, il secondo ed il terzo inquinamento......!

lunedì 21 luglio 2008

Il senatore Castelli scrive al SECOLO XIX e "scopre" la distruzione dell'economia che doveva derivare dalla nautica

Lerici apra il Castello, a Portovenere via gli yacht

ROBERTO CASTELLI

Egregio direttore,................................................................
Trasferiamoci ora dall’altro capo del Golfo dei
poeti. Mi sono fermato sulla banchina del porto di Portovenere, così multicolore e caratteristica. Avrei voluto dire ad ammirare il canale che separa il paese dalla bellissima isola Palmaria,ma non posso dirlo perché la mia vista era bloccata da una serie di condomini bianchi, che ad una più attenta osservazione si sono rivelati essere mega ferri da stiro stazionanti, meglio dire occupanti, il molo sud del porto.Non sono certo tra quelli che dicono che i ricchi devono piangere, anzi penso che la ricchezza, se raggiunta onestamente, sia il giusto premio della operosità, della intelligenza e della genialità. Faccio un discorso esclusivamente estetico e culturale: cosa c’entrano quei plasticoni con il contesto di Portovenere, con quel magnifico caos multicolore rappresentato dalle barche da pesca piccole e grandi, dalle reti e dall’allegro andirivieni del resto del porto? Nove barche nove occupano mute e silenziose uno spazio che in altri tempi era occupato da ben più numerose imbarcazioni. Oltretutto mi diceva un commerciante del porto che dalle barche più piccole che una volta lo frequentavano scendevano diportisti che animavano la banchina e facevano anche acquisti. Mentre queste sono frequentate praticamente solo dagli equipaggi per la manutenzione.Mi risulta che il concessionario del porto sia il comune di Portovenere. L’invito che mi sento di fare è di ripensarlo per quello che esso è: una parte integrante del contesto paesaggistico e culturale del luogo, che deve essere omogeneo alle caratteristiche di un sito che ha pochi eguali al mondo, e non uno specchio d’acqua da offrire al migliore acquirente.
Cordiali saluti.


ROBERTO CASTELLI Senatore Lega Nord, eletto in Liguria

giovedì 10 luglio 2008

Il "Turismo nautico è in mano alla provincia" sarà meglio prepararsi al peggio , DOPO I FALLIMENTI DI PROMOPROVINCIA E DELL'EXPOFONTANABUONA!!



Nasce l’Osservatorio di nautica e turismo


Troverà posto nell’area del porto antico.«Diporto sottovalutato.È arrivato il momento di valorizzare l’intero settore»

GENOVA. «La nautica da diporto sostiene il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto è in forte crescita. E’ un settore chiave per il futuro del turismo ligure e non solo. Ma nessuno è mai riuscito a valutarne l’impatto sull’economia». (ALLORA CI PENSA LUI !!!!) )

Per misurare il ritorno economico della nautica da diporto nasce l’ Osservatorio nazionale del turismo dell’acqua e della nautica, presentato ieri da Repetto, insieme al presidente di Ucina, Unione nazionale cantieri industrie nautiche e affini, Anton Francesco Albertoni, e due economisti dell’Università di Genova, Claudia Burlando e Gian Marco Ugolini.

Provvisoriamente ospitato presso l’Accademia italiana della marina mercantile, in attesa della sua nuova collocazione in una palazzina del porto antico, l’Osservatorio verrà cofinanziato dalla Provincia e da Ucina, e si avvarrà della collaborazione del Diem, dipartimento universitario di economia e metodi quantitativi,e del Cersit, centro di ricerca dell’università per l’innovazione e lo sviluppo del turismo.

Gian Marco Ugolini, direttore del Cersit: «Compito dell’osservatorio sarà quello di fornire, alle istituzioni, dati indipendenti e scientificamente testati. Ogni anno produrremo un rapporto completo su tutta la realtà italiana,e un altro rapporto più agile, da noi battezzato cruscotto. A questa attività di ricerca vanno aggiunte le consulenze che forniremo ai nostri futuri committenti». Il lavoro, coordinato dai professori Ugolini e Burlando, verrà in gran parte svolto da due ricercatori di provenienza universitaria, un geografo e un economista, che saranno a libro paga dell’osservatorio.

«La nautica da diporto italiana spiega Anton Francesco Albertoni è passata in dieci anni da 600milioni a 3miliardi di fatturato. Ma per sostenere tutte le politiche di sviluppo che il nostro settore può originare, creando valore aggiunto e occupazione, dobbiamo dimostrare scientificamente il valore dell’indotto a valle generato oggi dal turismo nautico.

Per questo abbiamo deciso di investire nell’osservatorio». Il neo nato osservatorio vuole insomma essere un centro di studi e consulenze altamente specializzato, e di respiro nazionale. «Abbiamo già stretto rapporti con le università di Palermo e Catania spiega Ugolini e, all’estero, con la Michigan Univerity ».

L’osservatorio, spiega Repetto, contribuirà a «conoscere meglio il turista ,a quale vanno offerti servizi non solo sulla costa, ma anche all’interno: ristoranti, alberghi, campi da golf». Servizi che oggi scarseggiano. «In Italia, così Albertoni, abbiamo un’offerta che non riesce a soddisfare la domanda. I nostri posti barca sono il 40% in meno di quelli francesi, e sono sempre strapieni».

F..MAR.


Bravi, mentre la nautica si sviluppa in maniera sorprendente, il comparto turistico a terra crolla !

Chissà se questi signori sono mai stati al porto di Lavagna ?

Sarebbe bene che Repetto, prima di cacciare via danaro dei contribuenti finanziando dei nullafacenti accademici, si facesse un giretto proprio in porto e vedesse qual'è la situazione dei posti "introvabili"!



NOTA DI REDAZIONE:



Un' osservazione importante va fatta sulle dichiarazioni del prof. Ugolini che esplicita lo "scopo" del suo lavoro quale quello di :<<fornire, alle istituzioni, dati indipendenti e scientificamente testati. !!>>

Prof Ugolini, ma di che parla ?

Lei è finanziato da coloro ai quali dovrà dare risposte e si dichiara "indipendente" ?

Dove pensa che abbiamo riposto il cervello ? Nella stalla ?

Sia almeno gentile con noi cittadini: si prenda i soldarelli pubblici che le elargisce graziosamente il sig. Repetto, ma almeno taccia !!


Farebbe una figura certamente meno ridicola!


Ma l'Italia doveva cadere così in basso ?



lunedì 7 luglio 2008

Dal SecoloXIX Il porto di Lavagna non manca mai di stupire !



Rischio cemento a Levante


Un intero capitolo, nel cuore del libro, dedicato ai porti di Lavagna e Sestri Levante. Ma non sono casi isolati: le colate di cemento- villette e condomini, box e porticcioli- sono già arrivate o sono lì, minacciose, pronte a riversarsi anche a Recco, a Zoagli, a Santa Margherita, a Portofino. La paura, è una ri-rapallizzazione, termine che più di ogni altro dà l’idea dello scempio, di un luogo sventrato dal cemento dell’uomo e delle operazioni immobiliari. Un termine, ri-rapallizzazione, che appare già nella prefazione-illustre- del noto giornalista Marco Travaglio, come sorta di biglietto da visita, di porta di ingresso nel viaggio in questa Liguria, in questo Levante dilaniato dal cemento. Perché c’è molto Levante, nei tre milioni di metri cubi di nuove costruzioni denunciate nel libro-inchiesta “Il partito del cemento” (edizione Chiarelettere), scritto dall’inviato del Secolo XIX Ferruccio Sansa e dal giornalista della Repubblica Marco Preve.

Partendo dai due casi di Lavagna e Sestri Levante e dei loro porti. <<Il porto di Lavagna è uno dei più grandi porti turistici del Mediterraneo con 1.600 ormeggi, una previsione di ulteriore sviluppo, un giro di affari plurimilionario e una contraddizione da Guinness dei Primati: non è ancora stato collaudato. E chi lo deve collaudare?>>

A FINE ESTATE LA RISPOSTA DEFINITIVA !


martedì 17 giugno 2008

Intervista o "PROPAGANDA ELETTORALE" ?





Sul menabò compare un'intervista al sindaco Vaccarezza realizzata da Pagliettini che si può leggere all'indirizzo www.tigullionews.it.



In particolare, per quanto riguarda il porto, vale la pena di leggere quanto scrive il sig. Marco di Lavagna che ci invia il "commento" che ha inoltrato al menabonews, eccolo:

Da marco m. - Lavagna

Vi allego il commento che ho inviato poch'anzi al menabò, potete pubblicarlo ?


Nell'intervista Vaccarezza dice:
"E’ bene ricordare che il porto di Lavagna doveva essere ultimato in 36 mesi e che dopo trent’anni invece non è ancora collaudato completamente."
e poi, ancora più avanti ribadisce:
".. prima arrivare a completare quanto serve ad addivenire al collaudo definitivo..."

Insomma, insiste sul collaudo ed allora qui qualche cosa non funziona:

1) In tutte le sedi l'amministrazione, attraverso Vaccarezza, Mordini, Armanino ha sostenuto che il porto è collaudato e così pure asserisce il gestore.
2) Se è vero invece che non è collaudato, come mai Vaccarezza ha rifiutato la commissione interministeriale ed ha innestato quella puerile polemica fatta di corrispondenza, agli atti del tribunale, nella quale egli irride le funzioni della giustizia negando un ordine del Consiglio di Stato ?
3) Perchè dichiara che:".. l’amministrazione comunale allora in carica decise di affidare la concessione alla Porto di Lavagna." Sapendo che al protocollo del comune esiste la documentazione che dimostra esattamente il contrario ?

Perchè Pagliettini non glielo chiede ?

Le interviste sono utili quando rilevano fatti precisi e documentati; in caso contrario vanno intitolate: propaganda elettorale !
Grazie se vorrete prendere atto di quanto sopra.

Definire un'intervista quelle righe corredate di foto del sindaco di Lavagna appare molto azzardato!

Ha ragione il sig Marco: è proprio propaganda elettorale !

Potremmo aggiungere ulteriore commento all'intervista, in merito a fatti che il lettore Marco non conosce, che aggravano ulteriormente le dichiarazioni di Vaccarezza con riferimento ad altre questioni, correlate al porto e citate sul menabò, ma..........saranno oggetto di altri interventi !

giovedì 12 giugno 2008

Ecco il verbale del 6 giugno - Giudice Davini, causa Porto spa/Pescino

Ecco le due pagine del verbale dell'udienza del 6 giugno 2008, così come anticipato nel post precedente.

Ognuno può così leggere il documento che, presumiamo, la Porto di Lavagna spa non avrà certamente affisso in bacheca!

E di sicuro interesse, per gli studenti di diritto, leggere il testo con molta attenzione.
Compare una nuova figura professionale: l'avvocato "Analogico".

Tale figura comporta che un legale, in questo caso il Bongiorno Gallegra, provi ad indirizzare il comportamento e la successiva decisione di un giudice attraverso quel principio talvolta usato nell'ambito scientifico da chi non ha materiale dimostrativo, perchè portatore di "sapere carente" : l'analogia.

Dice infatti l'avvocato Gallegra : siccome il tribunale di Roma ha condannato il quotidiano Repubblica e siccome il tribunale di Genova giudicherà il 28 ottobre la Badinelli ed il direttore Vaccari, entrambi del SECOLO XIX, perchè hanno riportato il contenuto di un volantino dell' ORAS, appare ANAL-OGICAMENTE corretto che il giudice Davini condanni Pescino.


Che dire ? Sarà stato il caldo e la ressa che c'era in udienza, ma Gallegra appare alquanto "annaspante".

Leggere con attenzione il provvedimento descritto nella seconda pagina e prepararsi a ridere di gusto quando si terrà l'udienza del 3 novembre è un tutt'uno!





sabato 7 giugno 2008

Finalmente, dopo tanta attesa, si scoprono le carte !



Ieri mattina, venerdì, il giudice Davini - del tribunale di Chiavari - , ha dato il via alla contesa giudiziaria che segnerà la fine della Porto di Lavagna.

Spiegheremo ora perchè questo accadrà, e lo faremo nell'interesse della società che gestisce il "condominio del porto".

L'avv. Bongiorno Gallegra, delegato all'azione giudiziaria, dovrà mostrare in questa vicenda tutta la sua "capacità" tecnica/legale e potrà, alla fine del percorso, giustificare la debacle dichiarando - come è d'uso - " ho fatto tutto il possibile, ma tant'è........"

I suoi più stretti collaboratori lo rincuoreranno!
E' la regola della "croce rossa"!!

Il suo cliente, la Porto di Lavagna spa, lo maledirà in eterno!

Che cosa è accaduto ieri ?

Il giudice Davini ha ascoltato le parti, ed ha appreso dalla viva voce di Gallegra che la società Porto di Lavagna spa ha querelato per diffamazione il sig. Lanfranco Vaccari, direttore responsabile del SECOLO XIX e la sig.ra Badinelli Debora, corrispondente locale del quotidiano, colpevoli del reato di diffamazione a mezzo stampa.

Per rendere consapevole il giudice Davini della "nefandezza" scritta dalla Badinelli, il Gallegra invitava il Davini a leggere il testo di un volantino, allegato al fascicolo di prova, edito e diffuso dall'ORAS - Il volantino è leggibile al post intitolato: Inizia l'attività di ORAS sul territorio.


A seguito di quel volantino, la schizofrenica attività della Porto spa si sviluppò attraverso l'accesso al tribunale civile - nel giudizio di cui stiamo riferendo - e attraverso la pubblicazione, proprio sul SECOLO XIX di un articolo completamente falso: si parla di una querela che non esiste!!
Basta rileggersi il post del 16 dicembre 2007 intitolato : MAZREKU "si allea" col SECOLO XIX

In quel volantino si fa riferimento ad una condanna del "concessionario del porto" senza indicare mai la Porto di Lavagna spa che, come si evince da tutte le pubblicazioni edite da ORAS, mai e poi mai viene definita: concessionario, come infatti non è e come infatti sarà presto definitivamente sancito!

Il consulente tecnico/legale Gallegra ha fatto finta di non capire per tentare di convincere il giudice Davini ?
Oppure, e sarebbe molto peggio, gli è venuta meno la "capacità di capire".

Questo dovrà essere necessariamente capito !

Quindi, tornando alla causa, la Porto spa non avrebbe, allo stato, alcun altro elemento a suffragio della citata "azione di danno all'immagine" che questa incredibile sciocchezza da loro definita diffamazione!

Tant'è che il Gallegra ha indicato nella data del 28 ottobre il dibattimento penale contro il SECOLO XIX ed ha fatto bene il giudice a fissare la prossima udienza del civile al 3 novembre.

Ma i problemi per la Porto spa iniziano ora perchè il giudice Davini ha ammesso quasi tutti i capitoli di prova ed ha ammesso i testi indicati dal Gallegra !

I capitoli di prova su cui i testi, Mazreku, Dotti, Caltelli, Rovatti, Mantini ecc. dovranno dare testimonianza sono incredibilmente improponibili, così da immaginare quale sarà il disagio che i vari testi proveranno quando dovranno rispondere, con il rischio della falsa testimonianza, su fatti indefinibili !
Tra le altre cose, tre sono pure avvocati e tutti e cinque sono, comunque direttamente interessati alla condanna! Che amena curiosità!!

Il Gallegra, ormai fuori schema, si è trovato a dover improvvisare e insistere con vigore sul fatto che la sentenza del giudice Bernocco, mandava assolti Mazreku e Cusumano dai reati riguardanti il sequestro della diga del 2005.

Bene ha fatto il giudice Davini ad ordinare l'acquisizione degli atti di cui alla sentenza citata: potrà così leggere l'interessante dispositivo e "illuminarsi" sulla vicenda - Porto di Lavagna - dalla quale emerge, con una chiarezza inconsueta, ciò che ORAS indica sino dall'inizio.

Avrà inoltre consapevole conoscenza degli altri atti giudiziarii avviati e di quali sedi sia stata individuata la competenza!

La sentenza sarà pubblicata interamente nei prossimi post.

mercoledì 4 giugno 2008

Che tenerezza !

La foto che mostriamo occupa l'intera bacheca della direzione della Porto di Lavagna spa.

Qualche utente, leggendo il testo, si è posto delle domande.




C'è sicuramente da chiedersi quale sia la ragione di un simile proclama di "cartapesta", perchè citare in sequenza sette sentenze - che sono poi in effetti una sola ! - e non citare, astutamente, il tribunale d'emissione, la dice lunga su quale sia la qualità delle ultime misere cartucce che il sig. Jack e il suo consulente tecnico/legale hanno a disposizione per difendersi dal precipitare degli eventi che riguardano l'accordo fatto col comune.
In quell'accordo, giova ricordarlo, due soggetti - completamente privi di titolo effettivo - hanno tentato un accordo che prevedeva di fare "libero uso a loro insaputa" dei danari degli utenti!

La crisi che emerge all'interno di questo "inconsueto" tentativo di accordo è la dimostrazione della fondatezza della tesi secondo la quale i due soggetti - Porto spa e Comune di Lavagna - ci "hanno provato"!!
Se fosse andata bene, avrebbero raschiato per l'ennesima volta le tasche degli utenti alla ricerca di facili guadagni!
Alla prossima volta.

sabato 24 maggio 2008

Ecco l'srticolo che leggeremo su IL SECOLO XIX di domani, domenica 25



ASSEMBLEA IN SALA ROCCA


Lavagna, la coop delporto: «Azione legale collettiva»

«Vogliamo recuperare somme pagate e non dovute»

I gestori dello scalo: «Non abbiamo nulla da temere»



LAVAGNA.
Gli utenti del porto verso la class action insieme a ORAS.
La notizia è emersa ieri dall’assemblea generale della “Cooperativa approdo turistico di Lavagna”, presieduta da Giuseppe Bianculli, svoltasi alla sala Rocca.La coop va verso la liquidazione per trasformarsi, subito dopo l’estate, in associazione. L’assemblea (scarsamente
partecipata) di ieri ha approvato il progetto presentato da Bianculli
votandolo all’unanimità. «Per far valere i nostri diritti nei confronti della
Porto di Lavagna spiega Bianculli riteniamo che la soluzione migliore sia la class action che entrerà in vigore il prossimo luglio.
Oras, Osservatorio Regionale Anomalie del Sistema, è un’associazione
appositamente costituita per intraprendere azioni cumulative».
Andrea Pescino, portavoce di Oras, ha spiegato che l’obiettivo dell’azione
legale collettiva (importata dagli Stati Uniti per difendere gli interessi di una classe di persone) sarà «recuperare le somme pagate e non dovute».
Quello a cui puntano cooperativa e Oras è un rimborso collettivo di tutti gli utenti del porto che aderiranno all’azione.
«Dal luglio 2000 aggiunge Bianculli abbiamo versato 27.180.451,38 euro,
oltre a 12,5 milioni per la diga foranea e non siamo mai stati sufficientemente coinvolti nella commissione consultiva prevista dal contratto ».
Nell’attesa che intervenga la commissione di verifica e controllo richiesta da Oras per fare chiarezza sul collaudo dell’approdo, quella collettiva potrebbe essere la prima di una serie di azioni.
«Vadano pure avanti commenta Antonino Bongiorno Gallegra, legale
chiavarese della “Porto di Lavagna Spa” in otto anni non abbiamo mai
perso una causa e non abbiamo nulla da temere».
Il contenzioso tra la “Cooperativa approdo turistico di Lavagna”
e la “Porto”, infatti, si trascina da anni.
L’avvocato Massimo Menna di Milano, legale della cooperativa, ha spiegato che gli utenti chiedono alla “Porto” il riconoscimento di un rapporto di natura condominiale o, in subordine, di comunione. L’obiettivo è essere coinvolti nelle scelte. Questione che torna
d’attualità adesso che la “Porto” ha presentato al Comune il progetto (da
33 milioni di euro) per la riqualificazione dello scalo.
Intervento che la cooperativa ritiene necessario e sollecita per garantire lo sviluppo del porto.
«Nel regolamento che disciplina l’utilizzo delle parti comuni spiega
Bianculli è specificato che eventuali innovazioni che comportino oneri, non connessi al mantenimento della concessione, da ripartire fra gli assegnatari devono essere previamente comunicati agli stessi dalla concessionaria».
All’assemblea ha partecipato anche Alfredo Mordini, consigliere comunale delegato al porto. A lui il presidente Giuseppe Bianculli ha ribadito la richiesta, inviata nei giorni scorsi al sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza, di avere un incontro per approfondire
i contenuti del progetto.
«Stiamo verificando che corrisponda alle linee guida del protocollo
d’intesa spiega Mordini e che sia congruo ai fini del prolungamento
della concessione demaniale in scadenza nel 2024. Quando sarà terminato l’esame, convocheremo la cooperativa per discutere del futuro del porto e dei problemi degli utenti».
DEBORABADINELLI
badinelli@ilsecoloxix.it

venerdì 23 maggio 2008

Il Ministero scrive in merito al collaudo del porto "negato" dal sindaco Vaccarezza





Ecco il testo integrale della lettera appena giunta all'
Osservatorio e agli altri soggetti interessati:






La vicenda che riguarda l'opposizione posta dal sindaco Vaccarezza alla visita di verifica e collaudo del porto avrà quindi un esito amministrativo, a breve, mentre i procedimenti attivati presso la Corte dei Conti e presso la Procura penale stanno seguendo la fase istruttoria.

giovedì 22 maggio 2008

Protocollo d' intesa Porto spa-Comune

Riportiamo una notizia apparsa su Repubblica che vede, tra gli altri, l'avv. Ghibellini, "consulente tecnico" dell'accordo.


MARTEDÌ, 13 MAGGIO 2008


Scalata Bnl, Berneschi rischia il processo


I pm pronti a chiedere il rinvio a giudizio anche per l´avvocato Ghibellini.

Fiorani insieme agli amministratori di Unipol tentò l´operazione affiancato da una "cordata amica"


MARCO PREVE


Per la Liguria, e Genova in particolare, continua a riservare clamorose sorprese la maxi inchiesta della procura di Milano su Gianpiero Fiorani, l´ex amministratore delegato della Banca Popolare Italiana.
Nei prossimi giorni i magistrati del pool finanziario potrebbero chiedere i rinvii a giudizio per la cosiddetta scalata alla Bnl, la Banca che Fiorani assieme agli amministratori di Unipol tentò di conquistare assieme ad una "cordata amica". Di quest´ultima, secondo i pm Luigi Orsi, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, facevano parte anche Giovanni Berneschi, presidente del gruppo Carige, e l´avvocato ex campione di pallanuoto, Alessandro Ghibellini. Entrambi hanno da poco ricevuto l´avviso di conclusione indagini che li vede indagati per aggiotaggio in concorso assieme ad altre 29 persone. Ma la procura ipotizza anche reati societari contestati a 14 soggetti. E tra questi c´è Banca Carige, nei confronti della quale i pm ipotizzano un illecito amministrativo per l´abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato. Una contestazione che coinvolge, come organo collegiale, il consiglio di amministrazione della banca. «Carige - scrive nell´atto di fine indagini il gip Valentina Forleo - non ha adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi, con ciò traendo dalla condotta delittuosa dell´apicale (Berneschi, ndr) - il quale non ha agito nell´interesse esclusivo proprio o di terzi - un profitto di rilevante entità». Nel gruppo di società e persone, che avrebbero sostenuto la «scalata occulta» di Fiorani e di Unipol sotto la direzione dell´ex governatore della Banca d´Italia Antonio Fazio e in «elusione della normativa che disciplina le offerte pubbliche di acquisto», compaiono altri nomi noti in Liguria, come Vito Bonsignore, ex parlamentare il cui figlio siede nel cda Carige, e poi l´imprenditore Marcellino Gavio.
Ma se del ruolo di Carige si era già scritto - prima di sapere dell´iscrizione al registro degli indagati di Berneschi - e lo stesso presidente aveva difeso il proprio operato come scelta legittima e di successo per la banca, assai meno si era parlato di Ghibellini.
L´ex campione della Pro Recco è finito nei guai per il suo ruolo di presidente di Talea, che è la società di gestione immobiliare controllata da Coop Liguria che partecipò anch´essa alla scalata Bnl. Nella Talea compaiono nomi di primo piano della cooperazione e della finanza genovese: Bruno Cordazzo, Sergio Pedevilla, Pietro Pongiglione, Angelo Costigliolo. Per Ghibellini, già avvocato di Cgil e Comune, da sempre vicino alla sinistra genovese, il business immobiliare non è una novità. E´ lui, infatti, a capo del gruppo che ha ristrutturato e sta tentando di rilanciare il complesso delle piscine di Albaro.
Meno noto, ma di assoluto rilievo, invece, il suo ruolo di presidente di Tecnocittà, una società con sede in piazza Corvetto, che ha come oggetto sociale «operazioni immobiliari, finanziarie, predisposizione di insediamenti per attività produttive ed economiche», e le cui quote - cinque milioni di euro - sono suddivise tra Talea, Coopliguria e Sapam Immobiliare. Quest´ultima è la Società Acqua Marcia della famiglia di costruttori romani Bellavista Caltagirone - cugini del Caltagirone suocero di Pierferdinando Casini - Nel consiglio della Tecnocittà siede tra gli altri Andrea Gotti Lega, che della Sapam è vicepresidente ed è consigliere del nuovo porto di Imperia che i Caltagirone hanno realizzato assieme a Beatrice Parodi, con il sostegno del neo ministro Claudio Scajola. Insomma un incrocio di nomi e società trasversale sia geograficamente che politicamente.
Quanto all´inchiesta milanese su Fiorani, questi ultimi sviluppi sono la conferma di un particolare feeling esistente tra il gruppo di finanzieri e imprenditori lombardi che ruotava attorno all´ex capo della Popolare Italiana e la Liguria. Pochi mesi fa, infatti, i finanzieri del nucleo di polizia valutaria posero sotto sequestro, a Genova e Imperia, beni di società riconducibili a Fiorani per un ammontare di quasi 40 milioni di euro.


Un suggerimento a Vaccarezza & C. : si leggano l'articolo che Maurizio Maggiani ha pubblicato sul SECOLO XIX del 5 maggio e facciano come suggerisce lui, uomo di sinistra serio e cosciente:

05 maggio 2008

di MAURIZIO MAGGIANI

Signori del Pd, sparite prima di essere tolti di mezzo





Ho iniziato la collaborazione a questo giornale otto anni or sono, commentando la sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali, ultima tappa verso la sconfitta alle elezioni politiche del 2001. Questo accadeva dopo che la sinistra aveva governato per anni, al centro e nella regione. In regione perse avendo presentato un candidato privo di qualsivoglia qualità se non quella di corrispondere alla ferrea logica della divisione del potere e delle cariche tra le forze politiche coalizzate, alle politiche per la cocente delusione del suo elettorato maturata nelle ingloriose performance dei diversi governi messi insieme nei cinque anni in cui per la prima volta nella storia repubblicana aveva avuto la possibilità di dimostrare il suo valore, la sua maturità, la sua originalità. Conclusi il mio commento con la seguente invocazione: Fate il piacere: sparite.

Non era un insulto, era solo una buona idea. Chi perde e perde molto - e in quelle circostanze perdeva un immenso patrimonio di aspettative - può ancora salvare l’ultimo bene: la faccia. Persino la plebe, figuriamoci i cittadini, sa apprezzare l’onore di chi ammette la sconfitta e ne trae onorevoli conseguenze. Gli uomini d’onore che perdono si ritirano lasciando dietro di sé i ponti intatti; su quei ponti potranno transitare nuove forze e nuovi uomini, perché è dell’uomo onorevole dedicare le proprie migliori energie a preparare la strada per la generazione che lo sostituirà.

L’idea non parve buona ai destinatari, che, colmi di una supponenza tanto triste quanto ardita - altrimenti definibile come stolida iattanza - non hanno inteso piegarsi di un millimetro alla realtà e all’onore. Sono rimasti tutti a mostrare il petto - glabro e diatonico invero, e dunque pudicamente fasciato in filati di Loro Piana e cachemire - nella certezza di saperla più lunga di chiunque altro, predisponendo rivincite costruite su un suffragio che non hanno mai smesso di ritenere dovuto da quella che hanno sempre chiamato “la nostra gente”, in nome dei “valori” di cui erano gli unici portatori autorizzati. Come se la gente fosse una entità immobile, come se non fosse composta da me e da alcuni altri milioni di individui ognuno con una sua vita tutt’altro che immobile, se non per costrizione. Come se i valori potessero vivere di vita propria, di pura essenza ideologica e non essere materia della vita, che incide e cambia, in meglio, la vita; oggi e non la prossima volta. Ciechi della loro supponenza, negli anni che sono venuti non sono mai stati sfiorati dal sospetto che milioni di individui continuavano a prestare loro il proprio suffragio nella vana speranza che questa generosità potesse essere ricambiata da un qualche sincero slancio di umiltà; e da qualcosa di buono, semplicemente, visibile e vivibile da ognuno di noi. Finché, non senza rabbioso dolore, la “loro”gente ha schiacciato il pulsante: off. E li ha fatti sparire. Dall’orizzonte delle proprie attese, dalle proprie simpatie, dalle proprie necessità.

Si sono dissolti, si stanno dissolvendo, finiranno per dissolversi, disonorevolmente, perché c’è una enorme differenza tra il decidere di sparire ed essere tolti di mezzo. Naturalmente nessuno di loro si è preoccupato di tenere salvi i ponti, qualcuno si è persino occupato di minarli. Naturalmente nessuno tra loro è davvero convinto di meritare di sparire per sempre, e presta ancora la sua voce a un’immagine che ormai non è altro che un’ombra che né in virtù di un patto con il diavolo né con Dio potrebbe mai farsi materia viva.

Parole e immagini, voce e figura, ecco cosa ci hanno offerto in cambio di tutto ciò che si sono presi da ciascun di noi.

In un suo libro - di conversazioni spirituali, non di sociologia o di marketing - Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, pone la seguente epigrafe: La gente non parte dai discorsi, ma è colpita da una presenza. Certo, è così. È la “presenza” che mi fa ascoltare e mi fa condividere ciò che sento, è la “presenza” che mi cambia e mi fa agire nel mutamento. E la presenza non è immagine, ma il suo opposto. La presenza è azione che testimonia, è profezia che induce all’empatia, è materia tutt’uno con la parola. La “presenza” è testimonianza degna di fede; e se la politica progressiva, e di sinistra, ha avuto un senso nel corso della storia per moltitudini di individui, è proprio perché è stata essenzialmente questo: testimonianza degna di fede.

Oggi non riconosco una sola presenza tra le immagini e le parole che ancora si alzano dai podi e dagli scranni. E tutti noi, individui variamente uniti in comunità, sappiamo riconoscere una “presenza”, e quando la incontreremo potremo tornare a pensare che una parte della storia appartiene ancora a chi la intende costruire in forma progressiva. Per il momento non resta che ripetere: fate la cortesia, sparite. Rimane una buona idea, rimane sempre meglio che essere tolti di mezzo.

Molti guai, molto ma molto maggiori, potrebbero essere evitati a molte persone; l'equilibrio e il buon senso devono prevalere in una pubblica amministrazione.