mercoledì 23 dicembre 2009

La lettera inviata oggi agli uffici regionali



ORAS

Oggetto: Porto di Lavagna

Nell'ottobre dell'anno 2006, a seguito del ricevimento di una voluminosa massa documentale, la scrivente associazione prendeva in considerazione l'esame della situazione in cui si trova, da molti anni, il Porto di Lavagna.
Veniva dato corso ad un esame della documentazione integrata da molti contatti con i soggetti interessati e si sviluppava così un'analisi assai dettagliata.
A seguito di questo supporto documentale, ORAS presentava alla Procura competente una dettagliata denuncia, corredata da un significativo supporto fotografico, per denunciare quanto fosse stato compiuto, sotto un profilo evidentemente doloso, nell'opera di cantiere avente ad oggetto la diga di protezione del citato porto e denominata, impropriamente, di "manutenzione straordinaria".
La società che gestisce il porto - Porto di Lavagna spa - nella persona dell A.D. Jack Rock Mazreku, avuta conoscenza della denuncia presentata a suo carico, presentava a sua volta una denuncia alla procura presso il tribunale di Genova contro il coordinatore dell'associazione addebitandogli il reato di diffamazione e, adiva contemporaneamente il tribunale civile di Chiavari per ottenere un risarcimento in danaro per il patito danno all'immagine.
Due anni dopo tali fatti i tribunali competenti si esprimevano nel seguente modo:
1) Il P.M. Ranieri Miniati riteneva non vi fosse reato di diffamazione. A tale archiviazione la soc. Porto di Lavagna si opponeva.
2) Il GIP Giacalone, sentite le parti ed esaminata la documentazione, ribadiva l'archiviazione confermando la tesi del P.M. e aggiungeva una interessante disamina dei fatti.
3) Il giudice Davini, del tribunale civile di Chiavari, visti gli atti e sentiti i testi di parte attorea, riteneva che si poteva condannare il coordinatore dell'associazione ORAS poichè, individuava in un passo dei documenti denunciati una mancanza di chiarezza riferita ai soggetti che avevano la gestione del porto (Cala dei Genovesi spa e Porto di Lavagna spa) e quindi, scriveva in sentenza:"limitatamente a questo punto la domanda attrice merita di essere accolta" e condannava il convenuto al pagamento di euro 5.000,00 invece dei 100.000,00 richiesti dalla parte attorea.
A seguito di tale innovativa posizione dove, finalmente dopo molti anni, tre magistrati esprimevano comune indirizzo di lettura delle preoccupanti vicende del Porto di Lavagna, il coordinatore di ORAS scriveva sulla pagina di Facebook del presidente di regione Liguria il seguente appunto:
Caro presidente, potremmo avere una tua presa di posizione sulla arcinota vicenda del Porto di Lavagna ? Potresti leggerti qualche cosa all'indirizzo http://portodilavagna.blogspot.com/ e poi rilasciare qualche dichiarazione.
Eri ministro delle infrastrutture quando iniziarono i conflitti e dovrersti ricordarti qualche cosa. Si sta distruggendo tutto quanto di salvabile è rimasto. In attesa di una risposta, possibilmente da presidente di giunta regionale, ti auguro buon lavoro.
a.p. 26 novembre alle ore 8.42
Cinque giorni dopo arrivava sempre su Facebook la risposta di Burlando:
"Caro Pescino, non sapevo nulla della denuncia nei suoi confronti e per questo motivo non sono in grado di commentare qualcosa che non conosco. Non mi sono mai occupato della vicenda del Porto di Lavagna quando ero Ministro dei Trasporti. Non so se all'epoca ne sia stata investita la direzione del Demanio.
So che oggi è in corso una procedura di evidenza pubblica di cui si stanno occupando, oltre al Comune, anche i competenti uffici regionali."

Alla luce di quanto sopra, appare di tutta evidenza come sia necessario un intervento degli uffici regionali almeno per quanto attiene a ciò che è emerso nei dibattimenti penali e civili summenzionati, dove si è accertata la inesistenza di ogni e qualsiasi forma di controllo nella gestione dell'attività di cantiere tutta e in particolare dell'enorme massa di lapidei sversati in mare della cui provenienza e consistenza non esiste documentazione alcuna reperibile agli atti.
Emerge altresì come sia impossibile la gestione di una tale struttura (a ragione della dimensione) affidata al comune di Lavagna che, in ogni situazione, ha dato dimostrazione di evidente sudditanza ai diktat del gestore.
I casi che mettono in luce tale incredibile anomalia, che produce un danno erariale spaventoso, sono in numero così rilevante da affermare, ancora una volta di più, la spregiudicatezza espressa nella conduzione di un bene demaniale.
L'intera massa documentale raccolta da ORAS è, naturalmente, nella disponibilità degli uffici.
Tutti gli atti giudiziari citati sono pubblicati e estraibili all'indirizzo: http://portodilavagna.blogspot.com/
Buon lavoro
a.p.

martedì 1 dicembre 2009

Il Presidente della Regione risponde

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Ecco il testo della risposta di Burlando, cui va un doveroso ringraziamento, alle richieste riportate all'articolo precedente:
"Caro Pescino, non sapevo nulla della denuncia nei suoi confronti e per questo motivo non sono in grado di commentare qualcosa che non conosco. Non mi sono mai occupato della vicenda del Porto di Lavagna quando ero Ministro dei Trasporti. Non so se all'epoca ne sia stata investita la direzione del Demanio.
So che oggi è in corso una procedura di evidenza pubblica di cui si stanno occupando, oltre al Comune, anche i competenti uffici regionali."

lunedì 30 novembre 2009

Da cinque giorni il presidente di regione Burlando ha "interrotto" i rapporti con Facebook...

Sul sito FACEBOOK, alla pagina di Caludio Burlando, dove molti suoi fedeli estimatori scrivevano con grande impegno, si sono interrotti i "circuiti"!

Questa mattina compare questa nostra richiesta:

Caro presidente, sono ancora in attesa di una tua cortese risposta a quanto ti ho chiesto il 26 scorso.Molte persone, con me, sono in attesa di quanto.Grazie, buon lavoro.
3 minuti fa · Commenta ·



E questa era la richiesta, disattesa, inoltrata appunto cinque giorni fa:


Caro presidente, potremmo avere una tua presa di posizione sulla arcinota vicenda del Porto di Lavagna ? Potresti leggerti qualche cosa all'indirizzo http://portodilavagna.blogspot.com/ e poi rilasciare qualche dichiarazione.
Eri ministro delle infrastrutture quando iniziarono i conflitti e dovresti ricordarti qualche cosa. Si sta distruggendo tutto quanto di salvabile è rimasto.In attesa di una risposta, possibilmente da presidente di giunta regionale, ti auguro buon lavoro.
a.p. 26 novembre alle ore 8.42 · Commenta ·


Aspettiamo ancora qualche giorno, poi glielo chiederemo personalmente.

venerdì 20 novembre 2009

Eccola la sentenza tanto attesa ! Tempesta all'orizzonte per la Porto di Lavagna spa



Il giudice Franco Davini, indubbiamente esperto del porto di Lavagna e profondo conoscitore della società e delle vicende che la vedono da anni aggredire, con l'uso strumentale della giustizia, ogni soggetto che si para dinanzi al "disegno storico" della medesima, ha pronunciato la sentenza qui visibile ed estraibile della quale, pagina per pagina, se del caso, daremo un accorto commento.
E' sufficiente cliccare due volte sulle immagini per poterle leggere a tutto schermo, oppure per estrarne copia in stampa.


Come si vede la Porto spa chiedeva una condanna derivante dalle presunte diffamazioni individuate, a suo dire, nei contenuti della "COMUNICAZIONE INFORMATIVA" del 28 settembre2007 e nel successivo volantino del 12 ottobre.
La comunicazione informativa era stata recapitata da ORAS a tutti gli utenti del porto ed è sempre leggibile su questo sito alla data corrispondente.

Nelle pagine della sentenza che seguono, si potrà osservare che della COMUNICAZIONE INFORMATIVA il giudice Davini afferma la totale, indiscutibile verità dei fatti attribuiti, quindi nega la diffamazione !








Qui il giudice ricorda che si tratta di diritto di critica, riportandone i richiami e ricorda anche che tale diritto si realizza sempre attraverso il presupposto vincolante della verità del fatto attribuito.


Qui il giudice sentenzia: "SI TRATTA DI UN LINGUAGGIO MOLTO DURO MA ANCORA RIENTRANTE NEL DIRITTO DI CRITICA", quindi i fatti narrati, ed evidenziati in viola, sono veri.




Qui, sempre in riferimento ai periodi evidenziati in viola sentenzia: "DEVE ESCLUDERSI PERTANTO LA SUSSISTENZA DI UN CARATTERE DIFFAMATORIO DEL COMUNICATO" e poi di seguito: "ANCORA UNA VOLTA SI TRATTA DI AFFERMAZIONI DURE MA RIENTRANTI NEL DIRITTO DI CRITICA".
Quindi le frasi evidenziate in viola riportano fatti veri!


Qui il giudice sentenzia: "TALI DICHIARAZIONI PER QUANTO ENFATICHE ERANO TUTTAVIA COMPATIBILI CON GLI ELEMENTI CONOSCIUTI ALL'EPOCA. SI DEVE PERTANTO NEGARE IL CARATTERE DIFFAMATORIO DI QUESTA PARTE DEL VOLANTINO"

Successivamente riferisce dell'unica parte nella quale individua un fatto "doloso" consistente nella non distinzione tra Cala dei Genovesi spa e Porto di Lavagna spa e per questo unico fatto, finalmente, condanna Andrea Pescino...........era ora! Non è bello avere sempre e solo ragione!




A quando la prossima querela per presunta diffamazione ?
Lunedì sera 23 novembre alle ore 21 tratteremo di rifiuti, discariche, sversamento in mare, inquinamento....che ci sia qualche riferimento al Mazreku ?
L'indirizzo dell'incontro divulgativo è al LIDO DI CHIAVARI.

Doverosa informazione



Il consigliere BRUZZONE ha presentato l'interpellanza dopo aver preso finalmente coscienza dei fatti di Lavagna e del porto in particolare.
Bene, era ora che si diffondesse la notizia !!

domenica 25 ottobre 2009

Sala Rocca....il Pdl al gran completo prende posizione!!




Presente Scandroglio, tutto il Pdl levantino, e non solo, ha scaricato le sue bordate contro la corazzata Vaccarezza che, proprio il Pdl di Lavagna, e non solo, ha fatto in modo che vincesse le elezioni!!

Qualche cosa non quadra di certo.

Infatti, al termine della presentazione del progetto di ri-acquisizione del porto fatta dal Pdl, hanno preso la parola diverse persone.

Una di queste, certamente intelligente ed attenta, ha chiesto se Scandroglio poteva garantire che nessuno "remasse contro".

La risposta, con ovvia garanzia della "sua parola", l'ha data il consigliere provinciale Maggi: siamo tutti uniti !!

Quindi vuol dire che stanno tutti con Vaccarezza.

Era proprio Maggi, infatti, che in prossimità delle elzioni aveva pubblicato una sua dichiarazione secondo la quale Comunione e Liberazione, da lui condotta e governata, avrebbe indicato Vaccarezza come candidato da votare!

Quindi, se uno più uno fa ancora due, la giunta Vaccarezza è solida e tenace nonostante l'azione "oscura e sotterranea" di Caveri & C. per levarlo di mezzo.

Questa è Lavagna, per chi ancora rincorresse la necessità di capire qualche cosa.

La cronaca della serata, probabilmente interessa ben poche persone e non vale la pena ricordarne i passaggi; unica "perla" l'ha mostrata Scandroglio che si è prodotto in una boutade "socialistissima": proporremo un referendum, ha detto, vera prova di democrazia!!!

Viva l'Italia, l'ha scordato, ma è certo che aveva in programma di dirlo!!

martedì 20 ottobre 2009

La colmata, "follia" totale e la coerenza del sindaco Vaccarezza

Qualche tempo fa, era il 6 marzo 2008, a venne pubblicata la notizia riportata nella pagina riprodotta all'indirizzo:

http://portodilavagna.blogspot.com/2008/03/blog-post.html

Oggi, ad un anno e mezzo da allora e dopo aver dato 300.000 euro a Sviluppo Genova per lo studio di fattibilità, esce finalmente la "verità".

Il 6 marzo - basta leggere l'articolo cui si accede dal link soprariportato - non si parlava d'altro che di cantieri e salvezza dei posti di lavoro.

Oggi -basta leggere qui sotto - si dichiara che lo scopo principale è fare il megadepuratore consorziale, perchè nel frattempo i cantieri saranno tutti falliti!!

Quindi niente più posti di lavoro e liquami a migliaia di tonnellate a inquinare il mare del Tigullio.

Sono semplicemente dei pazzi !

Nessuno dotato di buon senso può ostinarsi a gettare in mare milioni di litri di reflui ogni giorno.

Era sufficente spostare i cantieri a La Spezia già un anno fa e sarebbero tutti in buona salute e pronti a produrre barche di ogni misura, anche oltre i 50 metri come dice il gestore del porto.

giovedì 15 ottobre 2009

Il SECOLO XIX ritorna sul "porto delle nebbie sempre più diradate...."




Il "Coordinamento del Tigullio della Mozione Franceschini" organizza in Sala Rocca alle ore 21 di oggi una conferenza sulla "Costituzione e Libertà d’informazione"

Proprio nella giornata dedicata alla"trasparenza", con la straordinaria partecipazione dell'ex ministro Gentiloni in veste di "ospite qualificante", il SECOLO XIX ritorna sul porto (che è debitore verso la città di Lavagna di almeno 500 milioni di euro - in 35 anni di "ingombrante presenza") con un articolo firmato Badinelli.

Lo stile è certamente quello cui la corrispondente ci ha abituato da un bel po'...........................
Sarà meglio leggersi il materiale presentato da Gruppo ZENA, scaricabile in rete dal sito, perchè lo "stile Badinelli" ha dato, con le righe qui sotto riportate, l'ennesima prova che, questa sera, GENTILONI avrà problemi a convincere i presenti in sala Rocca della "corretta e trasparente posizione" dei politici locali che lo hanno invitato.

Il SECOLO XIX, sarà presente al "grande evento" di Sala Rocca ?


Porto di Lavagna:Gruppo Zena
contro le proposte di gestione




LAVAGNA. Il “Gruppo Zena” contro le due proposte di gestione del porto di Lavagna. (http://www.gruppozena.com/stampa.html)
 sono rivolte sia alla proposta firmata da “Porto di Lavagna Spa”, attuale gestore dello scalo, sia a quella di “Lavagna futura srl”, società che ha presentato un progetto alternativo di gestione e si candida a subentrare alla “Porto”. Da un primo esame del fascicolo depositato all’ufficio protocollo del Comune di Lavagna, i tecnici municipali spiegano che il “Gruppo Zena” non vuol gestire il porto,ma presenta una serie di osservazioni. Il documento, dettagliato, ricostruisce la storia dello scalo (dal 1974) e dà alcune indicazioni su come “Gruppo Zena” ritiene debba essere gestito lo sviluppo dell’approdo. I termini per presentare osservazioni al progetto di “Lavagna futura srl” scadranno domani. A quel punto il Comune avrà 30 giorni per avviare le pratiche di concertazione tra i tre soggetti: “Porto di Lavagna Spa”, firmatario di un protocollo d’intesa con il Comune e che in cambio di
investimenti milionari chiede una proroga di 35 anni della concessione demaniale (in scadenza nel
2024), “Lavagna futura srl” e “Gruppo Zena”. La conferenza dei servizi referente stabilirà l’ammissibilità delle proposte; quella deliberante dirà l’ultima parola.
D.BAD.

Dal SECOLO XIX di oggi........come fa un sindaco a "suicidarsi politicamente" ! E' sufficiente una dichiarazione assai temeraria.


Sul quotidiano di informazione(?) più venduto nel Levante, una chicca del sig. Vaccarezza che dichiara di " vedere che cosa prevede la legge" !
Detto da lui ha del comico!



Lavagna, candidature
alla gestione del porto

NUOVA candidatura per la gestione
del Porto di Lavagna. È
stata depositata ieri all’ufficio
protocollo del Comune di Lavagna
e sarà esaminata oggi. «Si
tratta di vedere che cosa prevede
la legge spiega
il sindaco, Giuliano
Vaccarezza
perché
questa
offerta non è arrivata nei 60
giorni di pubblicazione del progetto
(Chissà mai perchè abbiamo aspettato così tanto, non lo ha capito?...mah!)
del gestore in carica “Porto
di Lavagna Spa” con il quale abbiamo
sottoscritto un protocollo
d’intesa,ma nei 60 giorni della
pubblicazione della prima alternativa
alla gestione della “Porto”,
avanzata da “Lavagna futura”».


Notizia breve di redazione.............la corrispondente locale può stare serena, Mazreku, questa volta, non la querelerà!

VISTA POI LA FINE CHE FARANNO LE SUE PROSSIME QUERELE.....

lunedì 12 ottobre 2009

Il progetto di "recupero della portualità turistica" a Lavagna




L'intero testo del progetto presentato al comune di Lavagna è scaricabile all'indirizzo:


http://www.gruppozena.com/
http://gruppozena.com/

venerdì 9 ottobre 2009

Dopo il "penale", dove Mazreku è andato "ko", ora arriva il tracollo, ampiamente previsto, nel civile.





Chi non ricordasse la vicenda, troverà negli articoli più vecchi tutta la documentazione; è interessante leggere l'intervento di Bongiorno Gallegra all'indirizzo:

http://portodilavagna.blogspot.com/2008/04/lavv-antonino-bongiorno-gallegra-per_09.html


martedì 29 settembre 2009

La Porto di Lavagna spa, fuori dalla competenza del Tribunale di Chiavari, è destinata a soccombere sempre!










Con estrema e dettagliata argomentazione il Tribunale di Genova ha dato una prova di efficienza.
I fatti:
A seguito di un dettagliato esposto, corredato di ampia documentazione fotografica, che ORAS aveva depositato presso la sede del NOE di Genova, tale nucleo operativo dei CC, aveva trasmesso gli atti alla procura competente per territorio.
La procura destinataria degli atti era quella di Chiavari e, come di consueto, tale documentazione aveva preso la via della "giacenza".
Esiste una corposa documentazione che attesta la completa latitanza della procura chiavarese dai fatti concernenti il Porto di Lavagna; in un articolo rintracciabile su questo sito vengono riportate le pretestuose lagnanze del procuratore capo Luigi Carli che, in conferenza stampa da lui invocata, presentava false giustificazioni in merito all'inefficienza della macchina funzionale della procura da lui diretta.

Si noterà come non si trattenga dal dire con chiarezza che i cittadini non possono pretendere giustizia dal suo ufficio!! Questo lo avevamo ben compreso noi da soli!

Avuta conoscenza dell'esposto di ORAS, la Porto di Lavagna spa dava mandato all'avv. Bongiono Gallegra di querelare ORAS nella persona del coordinatore.
Dava anche "incarico" al SECOLO XIX di pubblicare, con evidenza, un articolo dal titolo "MAZREKU CHIEDE I DANNI A PESCINO".

Contemporaneamente la Porto spa adiva il tribunale civile di Chiavari per ottenere un rimborso cospiquo alle "presunte" difficoltà derivate dall'operazione pubblicistica di ORAS.
Occorre ricordare che proprio in quel mentre era in corso il procedimento, completamente carente di istruttoria, che vedeva imputati Cusumano, Mazreku e altri, per diversi reati inerenti l'uso di materiali proibiti sversati nel riempimento della diga di Lavagna.
Proprio quell'esposto di cui sopra aveva lo scopo di rendere utile il procedimento fornendo gli elementi che avrebbero potuto consentire al giudice del dibattimento di condannare Mazreku per tutti i reati ascritti, invece, a soggetti completamente innocenti.
Oggi, a distanza di due anni, il PM Ranieri Miniati, prima e il GIP Giacalone, poi, mettono a tacere la Porto spa ed anzi, se si legge con attenzione la lunga motivazione del GIP, rinforza la tesi espressa nell'esposto da ORAS e propone molti interessanti spunti per il lavoro prossimo.

venerdì 18 settembre 2009

Dopo l'archiviazione della querela di Mazreku e altre amenità, occorrono sostanziali chiarimenti.

Un invito rivolto a tutti:


“Il porto di Lavagna, una storia prossima alla conclusione”.


Appuntamento nel salone del ristorante “Gargantua”, via Dei Devoto, venerdì 2 ottobre 2009, alle ore 17,00.
Dibattito informativo sulle vicende attuali del porto, sugli scenari possibili e sulle responsabilità decisionali.
L’incontro è aperto a tutti, in particolare a coloro che hanno incarichi di amministrazione pubblica ai vari livelli, agli utenti e, naturalmente a tutti i cittadini di Lavagna e del Tigullio che volessero informarsi.

Per informazioni:

venerdì 11 settembre 2009

Le società offshore, i conti segreti, gli uomini dei Memores Domini. Il nucleo d'acciaio di Comunione e Liberazione.

PROTAGONISTA PRINCIPALE MARCO MAZARINO DE PETRO, GIA' SINDACO DI CHIAVARI E, OGGI, GRANDE ELETTORE DI GIULIANO VACCAREZZA

Sono il nucleo d'acciaio di Comunione e Liberazione: i Memores Domini «seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo». S'impegnano alla « contemplazione , intesa come memoria tendenzialmen­te continua di Cristo», e alla « missione , cioè alla passione a portare l'annuncio cristiano nella vita di tutti gli uomini». Il fondatore di Cl, don Luigi Giussani, li ha voluti così, impegnati «a seguire una vita di perfezione cristiana» attraverso la pratica dei tre voti: «l' obbedienza , nel senso che lo sforzo spirituale e la vita ascetica sono facilitate e autenticate da una sequela; la povertà , come distacco da un possesso individuale del denaro e delle cose; la verginità , come rinuncia alla famiglia per una dedizione anche formalmente più totale a Cristo». Fanno vita in comune, condividendo appartamenti in cui vivono in gruppi da tre a dodici associati, e sono presenti in 32 paesi del mondo.

Il più noto dei Memores Domini vive in Italia e si chiama Roberto Formigoni: oggi presidente della Regione Lombardia e domani - a Dio piacendo - ministro della Repubblica e candidato alla successione di Silvio Berlusconi. Di Formigoni, Memores Domini e conti all'estero si parla in un processo che sta per arrivare a sentenza a Milano: quello su Oil for food , scandalo scoppiato nel 2004, quando sono emersi i fiumi carsici di tangenti che scorrevano all'ombra di quel programma delle Nazioni Unite nato per addolcire l'embargo all'Iraq di Saddam Hussein permettendo di scambiare oil , cioè petrolio, con cibo e medicine. Un'indagine americana ha certificato che, sotto Oil for food , Saddam assegnava contratti petroliferi a prezzi di favore in cambio di robuste mazzette impiegate per sostenere il regime. Poi, dopo l'invasione Usa, quei soldi sono finiti a finanziare la guerriglia e il terrorismo.

Coinvolti nel gioco, grandi compagnie e piccoli trader petroliferi, ma anche singole persone ed esponenti politici di una cinquantina di Paesi del mondo. Tra questi, Roberto Formigoni che, in nome della sua amicizia con il cristiano Tareq Aziz, braccio destro di Saddam, ha ricevuto contratti per 24,5 milioni di barili: la più massiccia tra le assegnazioni fatte a soggetti italiani. Poiché Formigoni non fa il petroliere, i contratti sono stati gestiti da aziende suggerite dal governatore: la Cogep della famiglia Catanese e la Nrg Oils di Alberto Olivi. Così una piccola impresa come la Cogep si è trovata di colpo a passare dalle autobotti alle petroliere. In cambio, secondo l'accusa, avrebbe pagato tangenti per 942 mila dollari in Iraq e 700 mila a mediatori italiani . La Nrg Oils avrebbe pagato invece almeno 262 mila dollari. Certo, la Cogep era già stata coinvolta nello scandalo dei petroli e i suoi titolari erano già stati condannati nel 1982 per contrabbando internazionale, ma i Catanese sono tra i fondatori della Compagnia delle Opere, l'associazione di imprese promossa da uomini di Cl, e questo è stato sufficiente per meritare la segnalazione di Formigoni a Saddam.

Sul capitolo italiano di Oil for food hanno indagato il sostituto procuratore di Milano Alfredo Robledo e una squadretta di investigatori della Guardia di finanza e dei Carabinieri (Virgilio Pomponi, Domenico Siravo, Antonio Amato, Giovanni Anchora, Giandiego Mercurio, Alfonso Mellone, Antonio Marotta) che hanno avuto elogi ed encomi internazionali per il contributo dato alle indagini su questo scandalo mondiale. Oggi sotto processo a Milano sono solo gli uomini della Cogep e l'intermediario tra Formigoni e gli iracheni, Marco Giulio Mazarino De Petro, mentre a Roma e a Genova saranno giudicati altri due tronconi dell'indagine. Ma questa vicenda, al di là degli aspetti giudiziari, ha sollevato il velo sulle attività finanziarie dei Memores Domini, che pure non sono oggetto di giudizio. Ha svelato il Codice De Petro, mostrando al mondo l'esistenza di società offshore, conti, transazioni, consulenti, mediatori, tutti riconducibili all'associazione dei Memores.

Il Codice De Petro ruota attorno a tre società estere chiamate Candonly e a una misteriosa fondazione di Vaduz di nome Memalfa. Protagonisti del Codice De Petro: Formigoni e i Memores del suo gru ppo, Alberto Perego, Fabrizio Rota, Alberto Villa, Mario Villa, Mario Saporiti. Rota è anche il capo della segreteria di Formigoni in Regione, oltre che ex amministratore della Socomir, una società partecipata dalla Cogep . Perego, commercialista, è stato l'organizzatore e il tesoriere della campagna elettorale di Formigoni. Loro negano tutto , sostengono di non avere nulla a che fare con società offshore e conti esteri. Le indagini di Robledo e della sua squadretta li smentiscono, ricostruendo la vera storia di Candonly e Memalfa.

lunedì 3 agosto 2009

La lettera inviata a VACCAREZZA

Lavagna, lunedì 27 luglio 2009



Al sindaco di Lavagna, G.VACCAREZZA
c.p.c. Al presidente della provincia di GENOVA
Al presidente della regione Liguria
Al ministero Infrastrutture e Trasporti


Oggetto: Porto di Lavagna s.p.a. / Lavagna Futuro s.r.l. / Cala dei Genovesi s.p.a / Altri soggetti

La storia del porto di Lavagna appare sempre più intricata e priva di contenuti accettabili di legalità. Le posizioni dei diversi soggetti si sono spesso modificate nel tempo, a ragione del mutare degli interessi. Nessun documento, tra le molte migliaia di pagine raccolte da ORAS, ha mai indicato un profilo di interesse sociale rivolto alla stesura degli atti e alla conseguente approvazione/negazione. Sempre e soltanto interessi di singoli, o di gruppi assai ristretti, hanno dato la spinta alle varie azioni susseguitesi nel tempo. Nell'anno 2007, in una situazione caotica e sfuggita di mano all'amministrazione comunale in carica, veniva dato spazio mediatico al "Protocollo sul Porto", steso tra il comune di Lavagna (sindaco Vaccarezza, delegati Armanino e Mordini) e la Porto di Lavagna spa di Mazreku & Co. Quel protocollo, ampiamente elogiato dall'intera giunta che lo considerava un "atto di pregio" volto a far cessare le "annose questioni", era invece dichiarato da ORAS come un affrettato ed imprudente procedimento di pubblicistica bell'e buona, utile forse a dare smalto ad una amministrazione in difficoltà proprio sulla questione del porto anche, ma non solo, a ragione della sua evidenziata incapacità a rapportarsi con un soggetto come il gestore del bene demaniale ed i suoi "padrini". In quell'occasione, tanto per esemplificare, si è "venduta per buona", al popolo disinformato, la elemosina che il Mazreku fece alla città di Lavagna staccando il famoso assegnetto di 190.000,00 euri e spiccioli che manco copriva il 10% del dovuto al comune. Quell'assegno venne messo in bella vista persino sulle pagine della stampa locale e fece credere ad alcuni che il sindaco Vaccarezza era stato capace di "recuperare" una somma altrimenti perduta. In realtà il sindaco Vaccarezza regalò ad alcuni fideiussori alcuni milioni di euro che avrebbero potuto essere trasferiti dalle tasche dei fideiussori a quelle assai bisognose del comune di Lavagna. Oggi si ripete la situazione solita e farsesca, che vede il più grande elemento economico del Tigullio pronto a sfuggire di mano, per l'ennesima volta, all'amministrazione pubblica. I due competitori si affannano a rilasciare dichiarazioni alla stampa trattando di fatti a loro non interessanti solo per sfruttare la dabbenaggine di un pubblico disinformato. L'amministrazione comunale dovrebbe mostrare l'impegno a diffondere la conoscenza tra la popolazione allestendo un percorso di chiarezza e definizione che si può ottenere solo da un pubblico dibattito e da un conseguente referendum.
Certo che la sensibilità e l'intelligenza dei destinatari non può sottrarsi al dovere imposto dalla primaria tutela dell'interesse sociale, in attesa di una naturale acquisizione del suggerimento auguro un buon lavoro.
ORAS
a.p.

giovedì 30 luglio 2009

Dal SECOLO XIX di oggi, venerdì 31 luglio

Il SECOLO XIX annuncia una gradevole iniziativa del comune di Lavagna guidato da Giuliano Vaccarezza che, dice tra l'altro:<<....l'obiettivo della serata è informare i cittadini....>>



"Nucleare, conferenza a Lavagna del fisico elveticoWalter Rüegg "


LAVAGNA. Walter Rüegg a Lavagna per una conferenza sul nucleare.
Il fisico e biologo nucleare svizzero, figlio della lavagnese Ada Ballerini, domenica, alle 21, terrà una conferenza all’auditorium Campodonico sul tema “Bombe nucleari, radioattività, rifiuti radioattivi: leggende, ipotesi, fatti”. «L’obiettivo della serata spiega il sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza sarà informare i cittadini su un tema di grande attualità come quello delle centrali nucleari. Il nostro Comune è fortemente impegnato sulle energie alternative, investiamo negli impianti solari, ma riteniamo giusto conoscere anche un tema sul quale il governo si sta impegnando, avendo intenzione di costruire nuove centrali nucleari». Promotore della serata è il consigliere comunale, FedericoMassari. «Grazie alla disponibilità dello scienziato spiegaMassari
Lavagna accoglierà un altro scienziato, dopo la visita trent’anni fa di Antonino Zichichi ». Rüegg in prima linea anche durante il disastro di Chernobyl, è stato capo fisico dell’esercito svizzero, vive a Zurigo, è in pensione emette a disposizione la sua esperienza in materiali radioattivi per consulenze e attività di divulgazione
.
ORAS resta in attesa che il sindaco decida di convocare una pubblica assemblea per informare i cittadini sulla questione del Porto che, dopo le scorie nucleari (trattate da Ruegg) , è divenuta certamente ancora più interessante!
Pubblicheremo domani la lettera inviata al sindaco al proposito!

sabato 25 luglio 2009

Per il secondo giorno consecutivo il SECOLO si interessa al Porto di Lavagna......hanno compreso che Mazreku è al capolinea ?

Ieri il SECOLO XIX si era interessato a Lavagna in maniera ampia (si veda l'articolo riportato in data sabato 25 luglio); oggi ritorna sul tema scottante del porto "virtuale" (poichè mai collaudato e mai verificato) e presenta le dichiarazioni programmatiche dei nuovi soggetti imprenditoriali che esprimono le loro intenzioni progettuali per "il bene della città di Lavagna"!

A lato compare un'intervista al Mazreku che introduce il termine "illegittimo"!!

Detto da lui, che delle leggi e della mancata osservanza delle stesse è un "professionista" ovunque indagato..........è per lo meno singolare.


Un commento particolare deve essere rivolto alla citazione di un soggetto: DOMENICO PODESTA' che compare nella stessa pagina in fondo in un articolo breve dal titolo: "COMUNE- DIRETTORE VERTICE SICUREZZA".


Il Domenico Podestà citato altri non è che quel funzionario dirigente del comune di Lavagna che, a soli tre giorni dall'andata in pensione, pensò bene di "soddisfare" le richieste illegali di Mazreku emettendo quel documento "dirigenziale" con cui il Mazreku e la sua società Porto di Lavagna spa entrarono in porto assumendone la gestione...................... E pensare che "era andato in pensione" !!
Uno spazio è poi dedicato a Vaccarezza, il sindaco, che dichiara (trionfante ?): <<chi sosteneva che i giochi fossero chiusi dovrà ricredersi!>>..................
Alcune domande sorgono spontanee:
Lo sa, il sindaco, che gli utenti del porto sono titolari di "Proprietà superficiaria" fino al 2024 ?
Lo sa che non può fare accordi con chicchessia senza interpellarli ?
Lo sa che è inutile che riceva i commercianti illudendoli di essere in grado di trovare la "soluzione" ?
Sembra che non lo comprenda proprio come è messo il porto sotto il profilo della legittimità !





Il SECOLO XIX inizia ad interessarsi del porto di Lavagna..................qual'è la ragione ?

Il "quotidiano più letto del Levante" ha deciso di interessarsi di Lavagna e del Tigullio in generale per fare una "marchetta" al "Claudio dei giusti".
Potrebbe anche sembrare una cosa normale: attività di cronaca mista a funzione mediatica.
La verità è però tutta da un'altra parte: la campagna elettorale della primavera prossima in cui il presidente uscente Claudio Burlando, già PCI, poi DS, ora PD con vocazione ad andare su una lista civica aperta a tutti, persino ai borghesi conservatori.......ha bisogno di prendere voti un po' dappertutto non potendo confidare oltre misura su quelle aree geografiche un tempo rigorosamente sinistroidi. Il sig. Burlando, troppo spesso considerato erroneamente un "allocco", si muove ovunque a raccattare sostegni forte di una invidiabile capacità di mentire e mentire e mentire ancora.
Qui sorge il problema vero, poichè la capacità di mentire è alta (e quindi offre risultati positivi) quando gli interlocutori sono sciocchi, oppure in stato di bisogno, oppure corrotti col potere che stà "mentendo". Nell'articolo riportato sotto, la "marchetta" del SECOLO è totale, perchè si permette di raccontare, ricopiando una velina ufficiale, le sparate irrealizzabili che quei sei nullafacenti fotografati al tavolo di coloro che contano vogliono spacciare per buone.
Il tunnel di Rapallo è opera utilissima e necessaria, ma prima che dia i suoi benefici risultati occorreranno non meno di sei sette anni, nel frattempo il 90% dell'economia di area sarà distrutto e tutti faranno la fine della presidente degli industriali, la sig. Garbarino (in foto nel gruppo), che ha chiesto aiuto alle casse pubbliche per la sua azienda decotta e forse più!
La colmata di Lavagna è un'opera demenziale che richiederà non meno di dieci anni per la sua completa realizzazione e che darà cento problemi e zero vantaggi! Costruiranno il depuratore consorziale che raccoglierà però la merda dell'intera riviera e la scaricherà in mare davanti al porto, così IRIDE sarà lieta; IDROTIGULLIO anche e così pure VEOLIA.
Il depuratore in Fontanabuona, che renderebbe vantaggi enormi e che aveva trovato il consenso di Burlando e Repetto è stato letteralmete stoppato dal potere corruttivo delle compagnie delle acque!!
La Piana del Seriallo è liquidabile con una semplice parola: barzelletta! Il sindaco di Leivi e Burlando sanno bene di che si tratta e canzonano il mondo con le loro affermazioni.
La messa in sicurezza dell'Entella, già fortemente compromessa dal Porto di Lavagna, è il vero problema di Burlando che deve "fare cassa" con la speculazione della colmata e con il progetto di Lavagna Futura che vedremo in un altro articolo. Entrambi i progetti sono vincolati alla messa in sicurezza del torrente. Qui si giocherà il futuro del Levante ed il futuro dei "fondi neri" della sinistra al governo della regione.
Le ultime elezioni comunali di Lavagna la dicono lunga sulla questione, in particolare se si esaminano i gruppi di pressione che hanno sponsorizzato Vaccarezza e ne hanno determinato la rielezione.

martedì 21 luglio 2009

Lavagna Futura...i metodi BNC!!






Qualche informazione dall'archivio del CORRIERE DELLA SERA:


IL CASO Da Ligato a Necci, la lunga storia della cogestione Promozioni facili, prepensionamenti vantaggiosi. Cosi' i vertici delle Ferrovie decidevano tutto insieme con i sindacati Gallori, ex leader dei macchinisti: "Quel ministro ha ragione, mai visto lavorare un sindacalista. Se il padrone si veste da compagno sono guai" ROMA - "Burlando ha ragione. Mai un ferroviere andato a fare il sindacalista e' tornato a lavorare", dice Ezio Gallori, ferroviere in pensione e mitico fondatore del Comu, il sindacato autonomo dei macchinisti. Poche asciutte parole per condividere la denuncia del ministro sul consociativismo sindacale. E del resto, che ha detto di nuovo Burlando? Nulla. Il presepio e' noto da anni: le Ferrovie impastate di consociativismo, i sindacati che comandano e l'azienda che obbedisce senza battere ciglio, pronta a passare all'incasso quando tocchera' a loro, i sindacalisti con carriera assicurata, obbedire disciplinatamente in nome e per conto di tutti i lavoratori. Lui, Gallori, non si stanca di ripeterlo: "Ho sempre detto ai miei compagni di lavoro una cosa: il giorno che non mi vedete piu' fare i turni sulla locomotiva cominciate a dubitare di me". Gallori e' andato in pensione come macchinista, settimo livello era e settimo livello e' rimasto, "eppure se volevo diventare dirigente le mie brave propostine le ho avute anch'io, stia tranquillo". E come dubitarne? Basta buttare un'occhiata alla recente storia delle Ferrovie. Ricordate dieci anni fa il consiglio d'amministrazione lottizzato con Lodovico Ligato alla presidenza? Pieno di sindacalisti diventati manager: Giulio Caporali veniva dalla scuola di management della Cgil, Ruggero Ravenna veniva dalla Uil, Pietro Merli Brandini dalla Cisl e Antonio Caldoro, in quota socialista, era un ferroviere. Poi venne Lorenzo Necci, e le Fs passarono dalla gestione partitocratica esplicita (verrebbe da dire trasparente) a un piu' moderno stile manageriale. Le carriere dei sindacalisti sono cosi' passate dalla contrattazione politica alla trattativa diretta. Luciano Mancini, per lunghi anni leader dei ferrovieri della Cgil, un bel giorno fu assunto da Necci come dirigente delle Fs, azienda in cui mai aveva lavorato, e paracadutato alla presidenza della Sogin, la societa' dei pullman, una delle diversificazioni societarie delle Ferrovie contro le quali oggi la Cgil tuona mettendo Necci sotto accusa. E Gaetano Arconti, leader dei ferrovieri Cisl, e' diventato anche lui dirigente, gratificato della presidenza della Fondazione Bnc, cassaforte delle azioni della Banca nazionale delle comunicazioni. E Gian Carlo Aiazzi della Uil? Promosso. E Sante Bianchini della Cisl? Promosso. E Luigi Di Giovanni della Cisl? Alto dirigente delle Fs. Dietro ciascun nome c'e' una storia personale, ciascuno trovera' il modo di protestare, di trovare ingiusta l'inclusione nell'elenco dei sindacalisti beneficiati da Necci, di dire che in fondo anche chi fa sindacato ha diritto alla carriera. Eppure, a torto o a ragione, non si puo' non constatare che questi nomi simboleggiano per tutti i ferrovieri una chiara realta': il sindacato non e' un impegno di mutuo soccorso ma una strada per far carriera e accumulare potere. Sarebbe pero' ingiusto dare tutta la colpa a vertici sindacali in deficit di moralita', come se i ferrovieri fossero le loro vittime. Il consociativismo sindacale e' infatti un fenomeno di massa. Quanti sono i dipendenti delle Fs che non lavorano grazie ai permessi sindacali? Migliaia. E quanti sono gli iscritti al sindacato che hanno trovato il modo di incassare una promozioncina? Migliaia. Tutto si tiene, insomma, e non c'e' consociativismo senza consenso. Lo sapeva bene Lorenzo Necci: quando ebbe l'idea di prepensionare 90 mila ferrovieri scaricandone il costo sull'Inps, fu bravissimo a ottenere l'assenso dei sindacati. Prima mossa: prepensionamenti vantaggiosi e solo volontari, serviti a mandare a casa macchinisti di 45 anni e a tenersi gli impiegati di 58. Seconda mossa: accompagnare gli esodi con aumenti di stipendio per chi restava, cosicche' il costo del lavoro per le Fs e' rimasto praticamente lo stesso con il personale quasi dimezzato, mentre oggi un ferroviere costa mediamente quasi come due addetti all'industria. Terza mossa, il capolavoro: un accordo sindacale (tutti i ferrovieri ne ricordano la data, 26 ottobre 1990), che metteva insieme il consenso dei sindacati ai prepensionamenti e l'impegno dell'azienda a garantire la promozione a tutti i dipendenti in distacco sindacale. Qui il consociativismo e' scritto e sottoscritto. Dopo quell'accordo dalle segreterie di Cgil, Cisl e Uil sono partite le lettere (ufficiali) alle Fs con le liste degli iscritti da promuovere. Promozioni a tutti i livelli: da ausiliario a assistente di stazione, da assistente di stazione a capo gestione, da macchinista a capo deposito, da deviatore capo a segretario, da operaio a segretario. Migliaia di promozioni. Poi il sistema si e' perfezionato contrattando direttamente le promozioni di massa scritte nel contratto di lavoro, cioe' automatiche: ne sono scattate diecimila (su 125 mila dipendenti) solo nel '96. Cosi' si capisce perche', quando il governo ha detto che e' forse meglio voltare pagina, e' scattata la "rabbia dei ferrovieri": a qualcuno comincia a venire il dubbio che quel Bengodi dello strapotere sindacale nascondesse la fregatura. Il pensionato Gallori non ha dubbi: "Io l'ho sempre pensato e l'ho sempre detto: quando il padrone si veste da compagno cominciano i guai. Lo dissi a Montagnoli Willy, rappresentante dei macchinisti Cgil, il giorno che lo vidi al di la' del tavolo: era passato nello staff di Cesare Vaciago, il direttore generale delle Fs, la nostra controparte. Gli dissi: bravo, t'e' bastato fare un salto di un metro e mezzo".

Meletti Giorgio

Pagina 5
(4 febbraio 1997) - Corriere della Sera



Una schiera di nullafacenti si appresta ad entrare in "gioco" a Lavagna per prendersi i "benefici" del porto a danno della popolazione.


Chi sono i soci dell'impresa "RAMON"?

Chi è PATRIZIA BARONI ?

Non bastava Porto di Lavagna spa a dissanguare le casse pubbliche ?

ARMANINO che dice ? Segue il diktat come Federzoni e Greganti ?

domenica 19 luglio 2009

La risposta di Mazreku non si è fatta attendere.....occorre ora qualche spiegazione !!

Tutto come da copione: si fanno i gruppi antagonisti in casa...................
Coloro che hanno seguito un poco le vicende del porto, almeno dal 1997, hanno ben compreso che questa struttura nasce e si sviluppa con l'intento di "fare cassa" e nulla più!
Al momento del subentro di Porto di Lavagna spa, che assunse il fallimento di Cala dei Genovesi, emerse come il Mazreku fosse una "testa di legno" creata a ragione di una possibile "presa" del comando del porto proprio per realizzare il progetto di "fare cassa", imponendo quei pagamenti non dovuti di cui oggi iniziano i giudizi di ripetizione degli indebiti.
Allora il Mazreku, così come ancora adesso, era pilotato da una struttura politica "sommersa".
Questa innovativa cordata diretta e guidata dal commercialista Luglio ripete, con la medesima modalità, l'avvento della Porto di Lavagna spa.

Il capocordata rappresenta sostanzialmente una appendice del sistema finanziario prima del PCI e poi DS, essendo presidente del collegio sindacale di FONDAZIONE BNC; banca nota come appartenente alla struttura finanziaria vicina a Claudio Burlando.
Ennio Celio Luglio oggi risponde al "padrone" Burlando, così come fece Mazreku nel 1997, allorchè Burlando era, tra l'altro, presidente di banca BNC oltrechè ministro dei Trasporti.

Si preparano quindi nuovi scenari se solo vogliamo ricordare il caso Greganti e la scalata dei comunisti alle banche italiane; le strane associazioni tra i "difensori del popolo" e i mafiosi di primissima grandezza; lo stalinismo di potere dei "finti comunisti" e la credulità eccessiva dei poveri cristi che vedevano in quegli elementi (D'Alema & Co.) i salvatori delle loro povere e tristi esistenze.

Sorge la necessità di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla ragione per cui i dirigenti stalinisti nostrani hanno sempre avuto bisogno dei contatti forti con la mafia e con gli uomini che la conducevano.

Quando l'Italia era politicamente divisa in due forti raggruppamenti - quello democristiano e quello comunista - potevamo osservare con estrema semplicità che il primo dei due, quello diccì, aveva "sostenitori economici" assai ben visibili come detentori di capitali ingenti, e poteva poi beneficiare economicamente di una parte nascosta, ma marginale, (in cui forse si poteva nascondere il capitale sporco di origigne mafiosa, da sempre esitente) .
Il partito comunista, nel medesimo periodo, decantava la sua "radicale" indipendenza dal capitale che - così raccontavano ai creduloni - era supportata dall'impegno volontaristico degli iscritti e dalle loro modeste dazioni.
Volevano far credere che le sagre paesane e le iscrizioni annuali al partito portavano alle casse del PCI i miliardi necessari a mantenere in piedi l'attività politica!!!
Qualcuno era così sciocco da crederci, fintantochè non scoppiò lo scandalo della scalata alle banche realizzato da truffatori di alto livello e da gregari politici che si sarebbero fatti tritare i testicoli piuttosto che dichiarare apertamente le porcate che facevano (Primo Greganti & Co).
La vicenda assai recente ( i rinvii a giudizio sono datati alcuni giorni or sono) cosiddetta "MENSOPOLI", mostra con tutta evidenza il solito naturale disegno del partito: una banda di truffatori, uno o più mafiosi, il Greganti di turno che in questo caso si chiama Federzoni!
Nella questione di Lavagna, dove il gruppo di potere politico stalinista locale impone le sue regole - le solite, quelle dei bilanci nascosti e delle tangenti - , prima venne messo in pista il Mazreku, oggi, per meglio tutelarsi, ecco la "seconda scelta" rappresentato da BNC (attraverso Luglio & Co) che si prepara ad intorbidire le acque e dove il Greganti di turno (che qui si chiama Armanino) è pronto a "ripulirle"!

Emerge quindi bene il "disegno generale economico" comunista, tenuto in piedi da decenni, che si ritrova radicato in regione Liguria e nel comune di Lavagna:
1-dichiararsi (a chiacchiere) nemici della mafia;
2-stringere invece patti economici forti e segreti con i mafiosi;
3-danneggiare le aziende "sane" nel loro sviluppo per evidente concorrenza sleale;
4-raccogliere le tangenti che sono il vero supporto economico del partito:
5-"punire" i detentori di capitale non mafioso e l'economia in generale;
6-ergersi infine difensori dei lavoratori allorquando l'economia sana precipita !

La sintesi dei fatti è necessariamente estrema, ma se qualcuno vorrà averne ampie delucidazioni, non ha che da seguire i prossimi interventi di ORAS.

martedì 14 luglio 2009

Facebook | Depuratore a Lavagna ?? NO GRAZIE !!!!

Facebook | Depuratore a Lavagna ?? NO GRAZIE !!!!

Dal SECOLO XIX di oggi 14 luglio 2009 - Incredibile !


Il SECOLO XIX si mostra attento ai problemi del porto di Lavagna con l'articolo soprariportato, questo fatto suscita in molti estremo stupore!
Le vicende che riguardano le "turbe amministrative" in corso e quelle in arrivo divengono oggi di interesse del quotidiano che, assai spesso, trascura le notizie per fornire spazio alle veline dell'amministrazione o del gestore del porto.

venerdì 3 luglio 2009

Il documento di "osservazione"protocollato ieri




ORAS

Al comune di Lavagna

OSSERVAZIONI SU:

“PROGETTO DI SVILUPPO E RILANCIO DEL PORTO TURISTICO DI LAVAGNA”

L'associazione ORAS sviluppa da tempo un profondo interesse verso la struttura turistica/nautica definita “Porto di Lavagna” e ne ha maturato una conoscenza piena ed esaustiva di tutti gli aspetti ad essa collegati.
Il gestore - Porto di Lavagna spa - ha tentato di contrastare l'attività dell'associazione usando ogni mezzo e giungendo persino ad adire il tribunale civile di Chiavari e quelli penali di Chiavari e Genova.
In tutti questi ambiti giudiziari la Porto di Lavagna spa ha ricavato esiti sfavorevoli ed assai prevedibili ben prima per chi, come ORAS, era a conoscenza della verità data dai fatti ma falsamente presentata da Porto spa.
Le imminenti sentenze civili e penali, dimostreranno oltre ogni ragionevole dubbio la bontà delle tesi sostenute da ORAS, presentando quindi scenari che prima non erano prevedibili e che produrranno eventi innovativi.
Nel contempo la Porto di Lavagna spa diffondeva false informazioni agli utenti della struttura ed ai cittadini del comprensorio tigullino trovando la silenziosa e quindi accondiscendente posizione dell'amministrazione pubblica lavagnese.
Anzi, in realtà, l'amministrazione comunale ha spesso annunciato alla stampa di
aver proceduto “nelle sedi giudiziarie opportune” ( si vedano al proposito le dichiarazioni di Vaccarezza, Mordini, Armanino) per la difesa della bontà dell'azione amministrativa che ORAS avrebbe (a loro dire) criticato e falsamente
pubblicizzato, ma, ad oggi, non si hanno notizie.
I due soggetti (Mazreku e Vaccarezza) che oggi troviamo interessati alla conclusione del progetto sul porto, annunciato nell'ormai lontano 2007, hanno quindi tenuto posizioni conniventi.
Il Comune di Lavagna e Porto spa si sono così mostrati assieme a percorrere un sentiero assai impervio e destinato ad una faticosa e quasi improponibile soluzione.
L'attività di ORAS è stata connotata da calma, pazienza e costanza (nonostante gli attacchi violenti dell'amministrazione comunale e del gestore) ed ha dato frutti significativi apprezzati da tutti coloro che hanno realmente a cuore il porto ed il naturale beneficio che lo stesso potrebbe dare al comprensorio.
Gli utenti del porto associati ad ORAS hanno poi dato alla stessa il mandato di procedere contro il gestore, per la ripetizione delle somme che essi hanno indebitamente pagato alla stessa Porto di Lavagna spa.

Fatte questa doverose premesse, appare di tutta evidenza che un soggetto aventela posizione statutaria di difesa dell'interesse diffuso come ORAS, non poteva sottrarsi a dare corso al mandato degli iscritti di interessarsi positivamente alla soluzione della ormai annosa e lacerata vicenda del porto.
Da questo sono scaturite le osservazioni qui di seguito espresse che sorgono dalla
attenta lettura dei documenti disponibili in comune:
1) Dice Porto spa a pagina 2 della presentazione: “la causa principale del ritardo nel raggiungere una piena ed ottima funzionalità del porto deriva dalle note vicende relative alla passata gestione che si è rivelata incapace di rispettare i propri impegni e che ha realizzato una struttura più simile ad un ricovero che ad un Marina ....... “ ma questo è falso ed obbliga alla descrizione della causa principale che si trova nel fallimento chiesto e fortemente voluto dal consigliere comunale Armanino autore della denuncia al Tribunale di Milano dal quale scaturì il danno di almeno 350 miliardi di lire che venne pagato dalle casse dello Stato e dagli utenti che dovettero ripagare ciò di cui già avevano già il possesso.
2) Dice Porto spa a pag 3: “Così ad esempio il nuovo sovra piastra, gestito dal comune di Lavagna................................” ma con quali soldi il comune di Lavagna potrà mai gestire il sovra piastra se il bilancio dello stesso ente è assai prossimo al limite e se a cinque anni dal primo mandato la stessa amministrazione ancora non ha risolto i problemi rappresentati dagli immobili in stato di evidente abbandono che circondano la sovra piastra in discussione ? Forse che i proprietari delle aree in questione sono stati chiamati a partecipare alla stesura del protocollo ?
3) Dice Porto spa a pag 5: “La Pubblica Amministrazione decise di delegare ai prescelti operatori qualificati la funzione di arricchimento e di implementazione della costa nazionale a fronte del diritto di questi ultimi di sfruttare le risorse ricevute.......” ma la Pubblica Amministrazione decise anche, così come si evidenzia secondo un’autorevole giurisprudenza del Consiglio di Stato, che il c.d. diritto di insistenza può assumere caratteristiche di compatibilità con i principi
comunitari di parità di trattamento, eguaglianza, non discriminazione, adeguata pubblicità e trasparenza solo nell’ipotesi in cui rivesta carattere residuale e sussidiario.
Dov'è il carattere residuale e sussidiario nel protocollo che parte proprio dalla violenza del diritto amministrativo inventandosi un prolungamento della concessione ?
Dov'è la “gara” internazionale che nel maldestro tentativo di “prolungare la concessione” non appare ?
Dov'è la trasparenza se ancora oggi, a cinque anni dall'insediamento del gestore, manca la pubblicizzazione della procedura e della raccolta delle informazioni che avrebbero “qualificato e garantito” la Porto spa ed il suo amministratore
delegato J.R.Mazreku ?
4) Dice Porto spa a pag 9: “ Gli interventi eseguiti sulla diga foranea esulano da qualsiasi riduttivo concetto di manutenzione, più o meno ordinaria, riconducibili agli oneri di cui all'originario provvedimento concessorio........”
Ma allora perchè il comune concesse l'autorizzazione al gestore di fare “manutenzione straordinaria” alla diga foranea quando avrebbe invece dovuto indire una gara ?
Ma allora perchè il comune non riprende i documenti del 2005, li rilegge con attenzione e comprende finalmente con chi ha a che fare, ossia con un soggetto inaffidabile ?
Ma allora perchè il comune non ispeziona la mantellata di marmo bianco (dichiarata e verificata come composta da “massi di colore grigio”!) e verifica l'ampiezza del collassamento a soli due anni dal termine dei lavori ?
5) Dice Porto spa a pag 10: “simili nuovi progetti sono già stati riconosciuti e accettati dal comune di Lavagna come elementi del rilancio dell'attività portuale, destinati ad essere bilanciati da un'estensione temporale della concessione che consenta a Porto di Lavagna spa di recuperare gli investimenti sostenuti.....” ma allora il comune di Lavagna non legge le carte che firma ?
Lo sa che cosa è il diritto di insistenza di cui sopra accennato ?
Capisce che cosa significa “residuale e sussidiario” ?
Che valore e significato attribuisce a “bilanciare” ?
Gli investimenti sostenuti a Lavagna da Porto spa fino ad oggi a quanto ammontano ?
Il comune ne è al corrente ?
Gli utenti del porto che hanno sostenuto totalmente gli “investimenti” della Porto spa hanno partecipato alla stesura del protocollo ?
Il comune è al corrente che a fronte di un impegno di assunzione fallimentare di 57 miliardi di lire, regolarmente incassati dagli utenti con la vendita delle proprietà superficiarie, la Porto spa ha in effetti “sborsato” solo 40 miliardi ?
Qual'è allora l'investimento della Porto spa?
Il comune sa che i lavori dallo stesso autorizzati come di “manutenzione straordinaria” (e oggi dichiarati tutt'altro) sono stati pagati dagli utenti ?
Il comune lo sa che quegli stessi lavori, ordinati cinque anni prima dal contrammiraglio Pollastrini, vennero già pagati una prima volta dagli utenti all'atto dell'acquisto delle proprietà superficiarie ?
6) Dice Porto spa a pag 11: “si rimanda all'esame dei prospetti......E' immediatamente percepibile la differenza strutturale delle due opere, tale da implicare un aumento dei volumi......che sottintendono una ristrutturazione non limitata ad un semplice ripristino dello status quo ante, bensì un manufatto oggettivamente e funzionalmente diverso....”
Ma non era soggetta a gara ?
Ma non era soggetta a VIA ?
Ma una P.A. può avere rapporti con un soggetto che sovverte violentemente il senso ed il significato della massa documentale intrattenuta con la medesima P.A. ?
7) Dice Porto spa a pag 15: “con riferimento al programma di ripascimento...........è più pratico e funzionale che sia la stessa Autorità a comunicare l'importo del contributo.............le parti abbandoneranno il contenzioso tuttora pendente avente ad oggetto proprio l'intervento sul litorale.....”
Ma il tribunale di Genova aveva o no condannato il concessionario al ripascimento ?
Il comune come intende risolvere il contenzioso pendente, che tra l'altro vede coivolti soggetti terzi al protocollo, vista la spaventosa rimessa delle casse comunali sul contenzioso ICI ?
Il comune come intende risolvere il debito pregresso del gestore per i dieci anni in cui non ha provveduto a ripascere il litorale ?
Il comune ha dichiarato alla stampa (Armanino-Il Secolo XIX) di aver utilizzato danaro pubblico per ripascere nell'anno in corso; come intende recuperare la somma illegalmente addebitata ai cittadini poiché già era efficace la sentenza del tribunale di Genova ?
8) Dice Porto spa a pag 17: “così come previsto dai colloqui con le rappresentanze sindacali locali......................l'offerta di lavoro sia diretta prioritariamente alla città.............sicuramente occasione d'impiego per i giovani della zona.....potranno conciliare lo studio con un impegno part time.....”
Ma i sindacalisti sanno con chi si stanno rapportando ?
Ma i sindacalisti sanno chi è Mazreku ?
Ma i sindacalisti sono a conoscenza delle sue vicende giudiziarie e della certa, assoluta e radicata propensione a non mantenere mai alcun accordo per indubitabile formazione caratteriologica ?
Ma i sindacalisti pensano che dare “incarichi” nei due mesi estivi a qualche studente sia il paradigma del “fare impresa” ?
Ma i sindacalisti sanno indicare almeno un solo esempio di impresa che veda Mazreku quale “generatore di profili di indirizzo” ?
Ma i sindacalisti, e con essi il sindaco Vaccarezza che proviene da quell'ambito, sanno quali responsabilità si stanno assumendo se non intervengono riflettendo adeguatamente sulle sciocchezze contenute nel testo sottoposto ad osservazione ?
9) Dice Porto spa a pag. 20: “Porto spa acquisterà uno speciale pontoon boat/navetta che sarà devoluto al Comune......che trasporterà il pubblico dalla testa del pontile “A” al martello della diga foranea.....”
Ma il comune con quali danari gestirà il costo della “navetta” ?
Ma la passeggiata di un km e mezzo realizzata sul masso di coronamento a che serve ?
Ma la gestione della sicurezza e della manutenzione di tale spropositato elemento architettonico chi se la accollerà, visto che il protocollo indica, a pag 21, che ordinaria e straordinaria manutenzione sono a carico delle casse pubbliche e che le stesse, come è ben noto, sono da tempo asfittiche ?

Trascurando ora la disamina delle successive pagine che riguardano una volgare
rivisitazione del principio generale della concessione di un bene pubblico, del quale evidentemente Mazreku non conosce il fondamento costituzionale, è opportuno chiudere queste osservazioni con alcuni passaggi di ordine generale.

Dalla lettura della G.U.E. n. 66/2003 emerge che l’Amministrazione “deve tenere nella dovuta considerazione il ragionevole affidamento ingenerato negli amministrati dai suoi atti, garantendo al cittadino la conservazione della posizione giuridica di vantaggio che gli è stata attribuita mediante il provvedimento amministrativo.”
Appare di tutta evidenza, sin dal principio della gestione Vaccarezza, che la “posizione giuridica di vantaggio” citata nel testo suriportato, è certamente mancante in tutta la vicenda portuale di Lavagna.
Esiste poi una indicazione di gestione del demanio marittimo che le norme italiane specificano come al seguito:
Con cadenza annuale sarà inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Regione dettagliata relazione in ordine alle pratiche evase e ai canoni imposti, al fine di consentire l'adozione dei decreti per l'attribuzione di beni e risorse corrispondenti a quelli utilizzati dallo Stato per l'esercizio delle medesime funzioni e compiti prima del trasferimento.”
Quando accadrà che il sindaco darà comunicazione pubblica della documentazione succitata così che il cittadino, proprietario del bene in concessione, possa essere edotto di quanto beneficio economico ricavi la città e/o lo Stato dal porto ?
Un'ultima osservazione è offerta dall'importo aggiornato dell'intero investimento che ammonta a euro 51,074,463,08 così come si legge a pag. 36 del documento di Porto spa.
E' di tutta evidenza che la storia del porto di Lavagna indica con chiarezza come il Mazreku non abbia mai fatto alcun investimento nella struttura.
La stessa assunzione del fallimento è li a darne chiarissima indicazione.
Il Mazreku ha “preso” il porto senza sborsare neppure una lira, anzi ne è entrato con un vantaggio economico di molti miliardi di lire.
Il Mazreku ha “preso” i danari necessari all'assunzione dalle tasche degli utenti e
così pure ha fatto per altre successive situazioni.
Il Mazreku, contrastando il dettato normativo del “diritto di insistenza”, anzi sovvertendolo, indica il prolungamento della concessione quale portatore di valore fondamentale dell'accordo e non come “residuale e sussidiario”.
Il Mazreku, non ha caratteristiche di imprenditore, non ha profilo di gestore di impresa, è un semplice ed esclusivo amministratore di condominio.
Questa figura non è ciò che il testo generale della concessione dei beni dello Stato
indica come possessore delle capacità qualitative di un concessionario.
La P.A. di Lavagna, apparsa sempre assai debole nei suoi confronti, non tutela minimamente il bene pubblico e gli interessi della collettività nel momento in cui intende proporre il testo oggi osservato alla valutazione pre/autorizzativa.
ORAS
a.p.

martedì 23 giugno 2009

Mazreku, Bongiorno Gallegra e le denunce archiviate.





Letta la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero Ranieri Miniati, è ora necessario leggere l'opposizione presentata dal Mazreku per il tramite del legale di fiducia Bongiorno Gallegra.
E' richiesta una buona dose di attenzione e la predisposizione a ridere di gusto leggendo le "amenità" riportate nel ricorso!!

Nota: Tra quindici giorni si terrà anche l'udienza conclusiva del Tribunale Civile di Chiavari (giudice Davini) che manderà a fondo tutte le presunte "verità" del tandem Mazreku/Gallegra.


BUONA LETTURA..........................E BUONA VISIONE DELLE FOTO RIPORTATE NELLA COLONNA A FIANCO...................................















Il 22 giugno scorso, lunedì, presso il Tribunale di Genova, si è tenuta l'udienza conseguente al ricorso presentato da Mazreku contro l'archiviazione proposta dal PM a seguito della querela presentata dalla Porto di Lavagna spa contro ORAS e il suo coordinatore, Andrea Pescino.
Nei fatti il Mazreku aveva ritenuto di essere stato calunniato e diffamato per questioni inerenti la nota vicenda della diga e quindi del sequestro eseguito dal NOE e del successivo rinvio a giudizio dello stesso Mazreku ed altri.
Il Mazreku sosteneva che l'attività di informazione resa da ORAS fosse vuota di verità, fosse persino proveniente da "invenzione" e che, quindi, si trattasse di uno specifico caso di diffamazione volto a disturbare la sua onorabilità e un'altra ben nutrita quantità di meriti ed "alti valori".
Il PM Ranieri Miniati, evidentemente, non era dello stesso parere e pertanto aveva archiviato.
Il Mazreku, quindi, aveva presentato ricorso contro l'archiviazione sostenendo tesi talmente "bislacche" da meritarsi la pubblicazione del testo, così come merita la pubblicazione ogni altro testo di denuncia penale contro ORAS e Pescino.
Sarà stata certamente interessante la lettura delle folli arrampicate sugli specchi del querelante Mazreku che tenta, come ben si è potuto leggere, di evidenziare colpe dove non ci sono e tenta di far processare, e magari condannare, chi, ben diversamente da lui, non si è mai macchiato di reati penali.
Nel frattempo, tra un'archiviazione ed un ricorso, il "nostro" (Mazreku) frequenta aule di diversi tribunali per essere processato per reati ben più gravi di una diffamazione ma, di questo, dimentica di dare riscontro in bacheca del Porto perchè è bene che gli utenti non ne conoscano alcunchè.

La lettura dei documenti soprariportati consente di farsi un'idea netta di chi siano i soggetti ricorrenti (Mazreku & Co) e del rispetto che portino verso la verità fattuale e la giustizia.
Una sola osservazione basta a chiarire il concetto, infatti a pag 4 del ricorso di Bongiorno Gallegra alle righe 14.......23 si legge una delle più incredibili falsità della storia turpe della gestione Mazreku: negano persino che la massicciata sia composta di marmo bianco!!!!!!!!!!!