Visto l'articolo pubblicato su IL SECOLO XIX del giorno 18 u.s. a pag. 25, ed. Levante, a firma Badinelli, nel quale si titola:
Natale al buio a Lavagna? Il porto dona 15 mila euro
e dove compare in sottotitolo:
Mazreku: «Vista la crisi economica vogliamo sostenere i commercianti»
-L'indignazione è un ri-sentimento naturale, tipico dei portatori di conoscenza poichè si prova per ciò che si ritiene indegno, riprovevole, ingiusto.
Evidentemente la sig. na Badinelli e la redazione del SECOLO non sono "portatori" di conoscenza sui fatti inerenti il porto di Lavagna: la gestione amministrativa della strutttura, la conduzione logistica della medesima, la sua funzionalità al dettato di concessione e, in ultimo, la spaventosa situazione di debito che la Porto di Lavagna spa ha maturato, negli anni, verso le casse pubbliche.
Quel titolo e quel sottotitolo sono "vergognosi".
C'è solo da augurarsi che sia stato dettato dalla "paura" di criticare un gesto "indegno" di un personaggio ben noto alle cronache, non solo italiane, che usa abitualmente il sistema della querela per zittire le voci contrarie.
La Badinelli, infatti, è una dei molti "querelati" da Mazreku e appare di tutta evidenza come non possa scrivere liberamente quanto accade nelle vicende che hanno ad oggetto il Porto di Lavagna e la città.
Per dare un sommario conto di quanto sia "indegno" quel gesto di "carità" così ben descritto nell'articolo, nel quale si annuncia l'arrivo del "benefattore" Mazreku, che elargisce un assegno di 15.000,00 euro per illuminare la città basta quanto segue:
Mazreku ha sottratto alle casse dello Stato italiano molti milioni di euro per "arrendevole disponibilità" di amministratori incapaci e pavidi che hanno da sempre temuto le sue famose "querele"; incapaci di gestire un bene pubblico nell'interesse della collettività; incapaci di essere "cittadini" dello Stato, con funzioni pro tempore di amministratori, ma solo pavidi sudditi di un signorotto locale.........................................
I "cittadini" di Lavagna dovrebbero provare indignazione mentre transitano per le vie illuminate grazie alla "elemosina" di colui che ha impoverito le casse pubbliche, in una condizione di totale asservimento dei pubblici "amministratori"!!
Non è certamente "digeribile" un simile comportamento...................
Qualche documento inerente:
ORAS
letti titolo e sottotitolo, letto l'articolo, nasce, con forza, la necessità di "indignarsi" !!
-L'indignazione è un ri-sentimento naturale, tipico dei portatori di conoscenza poichè si prova per ciò che si ritiene indegno, riprovevole, ingiusto.
Evidentemente la sig. na Badinelli e la redazione del SECOLO non sono "portatori" di conoscenza sui fatti inerenti il porto di Lavagna: la gestione amministrativa della strutttura, la conduzione logistica della medesima, la sua funzionalità al dettato di concessione e, in ultimo, la spaventosa situazione di debito che la Porto di Lavagna spa ha maturato, negli anni, verso le casse pubbliche.
Quel titolo e quel sottotitolo sono "vergognosi".
C'è solo da augurarsi che sia stato dettato dalla "paura" di criticare un gesto "indegno" di un personaggio ben noto alle cronache, non solo italiane, che usa abitualmente il sistema della querela per zittire le voci contrarie.
La Badinelli, infatti, è una dei molti "querelati" da Mazreku e appare di tutta evidenza come non possa scrivere liberamente quanto accade nelle vicende che hanno ad oggetto il Porto di Lavagna e la città.
Per dare un sommario conto di quanto sia "indegno" quel gesto di "carità" così ben descritto nell'articolo, nel quale si annuncia l'arrivo del "benefattore" Mazreku, che elargisce un assegno di 15.000,00 euro per illuminare la città basta quanto segue:
Mazreku ha sottratto alle casse dello Stato italiano molti milioni di euro per "arrendevole disponibilità" di amministratori incapaci e pavidi che hanno da sempre temuto le sue famose "querele"; incapaci di gestire un bene pubblico nell'interesse della collettività; incapaci di essere "cittadini" dello Stato, con funzioni pro tempore di amministratori, ma solo pavidi sudditi di un signorotto locale.........................................
I "cittadini" di Lavagna dovrebbero provare indignazione mentre transitano per le vie illuminate grazie alla "elemosina" di colui che ha impoverito le casse pubbliche, in una condizione di totale asservimento dei pubblici "amministratori"!!
Non è certamente "digeribile" un simile comportamento...................
Qualche documento inerente:
ORAS
Al Prefetto di Genova,
-la scrivente associazione ha attivato da diversi anni un percorso di analisi sulla struttura turistico/portuale in concessione nota come: "Porto di Lavagna" -
-la rilevante massa documentale ha fatto emergere condotte amministrative di evidente illegalità perpetratesi per molti anni, particolarmente a seguito del fallimento della società Cala dei Genovesi, primo concessionario sin dal lontano 1974.
-a distanza di molti anni e dopo un continuo ricorso ad atti giudiziari pretestuosi e devianti, utili alla continuazione della condizione di evidente illegalità, in data 16 u.s. tre consiglieri regionali hanno presentato una interrogazione a risposta scritta - di seguito allegata - volta a " fare chiarezza in una situazione procedurale che ha perso trasparenza ".
-la lettura dell'interrogazione comporta la necessità di approfondire il continuo ricorso ad atti amministrativi e giuridici, non menzionati nel documento regionale, che sono stati la causa vera e sostanziale della illegalità continua.
-allo scopo di focalizzare quanto sia utile l'intervento dell'ufficio di Governo regionale, nella persona del Prefetto, la scrivente associazione è a richiedere, con la presente, un incontro utile a mettere in evidenza la rilevante quantità di documentazione prodotta nel tempo e apparentemente non disponibile, nella sua interezza e nei passaggi cronolicamente corretti, all'ente interrogato, così da prevedere l'impossibilità di rispondere esaustivamente agli interroganti.
Grazie, buon lavoro
ORAS
f.to il coordinatore
-- TESTO DELL'INTERROGAZIONE CITATA:
Genova, 16 novembre 2010
Prot. n. 119/2010
Al Signor Presidente del Consiglio regionale, S E D E
INTERROGAZIONE
con risposta scritta
I sottoscritti Consiglieri regionali,
CONSIDERATO che la Società Porto di Lavagna S.p.A. è titolare della concessione portuale n. 1680 del 22 giugno 1974, a suo tempo assentita dall’Amministrazione statale per cinquant’anni, e perciò valida fino al 2024;
VALUTATO che la suddetta società ha, in esecuzione di un protocollo d’intesa sottoscritto in data 12 dicembre 2007 con il comune di Lavagna in persona del Sindaco Giuliano Vaccarezza, presentato il 2 marzo 2009 istanza (prot. n. 6872) volta ad ottenere ai sensi dell’art. 10 comma 3 del D.P.R. n. 509 del 2 dicembre 1997, la proroga della vigente concessione, giustificandola con un progetto per la realizzazione di nuovi interventi resisi necessari per l’adeguamento della struttura ed il mantenimento della sua funzionalità;
VISTO che la concessionaria ha rimesso all’Amministrazione comunale il parere reso dalla competente Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito alla procedura da seguire;
CONSTATATO che il Comune, contravvenendo all’Istanza di proroga, l’abbia arbitrariamente qualificata come modifica della concessione pubblicandola nella Gazzetta Ufficiale della Regione Liguria e della Comunità europea, al fine di consentire la presentazione di domande concorrenti per il rilascio di concessioni demaniali marittime per la medesima struttura;
APPURATO quindi che il Comune di Lavagna avrebbe indetto una Conferenza di Servizi per l’esame delle domande concorrenti pervenute;
ACCERTATO che la concessionaria avrebbe poi presentato sia una memoria difensiva ex art. 10 della legge n. 241/1994 al responsabile del procedimento, sia una diffida al Comune volta a disporre l’immediata archiviazione della procedura perché non conforme all’istanza della concessionaria ed al dettato della norma di riferimento;
EVIDENZIATO che in tale arbitrario contesto durante i lavori della Conferenza dei Servizi, in cui il rappresentante della Capitaneria di Porto di Genova avrebbe confermato l’erroneità del procedimento, sarebbe stata addirittura ipotizzata la revoca della concessione pur in assenza dei presupposti che legittimino tale atto di ritiro che, in ipotesi, imporrebbe l’apertura di un procedimento ad hoc;
SOTTOLINEATO che in relazione a tale situazione di probabile grave illegittimità amministrativa e di evidente confusione procedurale, è necessario l’intervento chiarificatore della Regione a conferma del principio giuridico secondo cui se il concessionario inoltra domanda di proroga prima della scadenza del titolo concessorio, l’Autorità concedente non può prendere in considerazione domande di altri soggetti in via comparativa, in quanto il bene in questione non è ancora rientrato nella sua disponibilità.
INTERROGANO
il Presidente della Giunta e l’Assessore competente
per conoscere quali azioni intendano eseguire al fine di far rispettare un inequivocabile principio giuridico e per fare chiarezza in una situazione procedurale che ha perso trasparenza.
I consiglieri:
EDOARDO RIXI FRANCESCO BRUZZONE MAURIZIO TORTEROLO