Il P.M. incaricato, Francesco Brancaccio, ha ravvisato gli estremi della diffamazione (???) è ha concluso le indagini preliminari......................
Quindi ha dato corso alla stesura dell'avviso qui sotto riportato:
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La lettera, firmata da Antonino Cusumano, presidente di “Porto di Lavagna Spa”, attuale gestore dell’approdo, è stata letta all’apertura della conferenza dei servizi. Annuncia che, viste le procedure adottate dal Comune (ossia l’avvio di un bando pubblico che ha consentito a un altro gruppo industriale di presentare un progetto di rilancio del porto, alternativo a quello di “Porto di Lavagna”), il gestore dello scalo ritira sia il procedimento di variante urbanistica sia la richiesta di proroga di 35 anni della concessione demaniale cinquantennale, in scadenza nel 2024, e lascia intendere l’intenzione di “Porto di Lavagna” di chiedere un risarcimento per eventuali danni subiti.
«Questa lettera - spiega l’assessore al Porto, Mauro Armanino - apre nuovi scenari. Valuteremo come muoverci. Per adesso è prematuro fare commenti».
“Lavagna futura srl”, società che fa capo a Ennio Luglio (commercialista genovese, ideatore, attraverso la “Porto turistico Camillo Luglio srl”, insieme all’ingegnere Maurizio Gnudi, della Marina dell’aeroporto di Genova Sestri Ponente), ha presentato un proprio progetto di riassetto del porto. «L’avvocato che ci assiste, Corrado Mauceri, ha replicato subito dopo la lettura del messaggio di “Porto di Lavagna Spa”. Siamo intenzionati ad andare avanti con il nostro progetto di massima - annuncia Luglio - e disponibili a fare tutte le variazioni che ci dovessero essere richieste».
Roc Jack Mazreku, amministratore delegato di “Porto di Lavagna Spa”, raggiunto telefonicamente in Florida, sostiene di non conoscere i contenuti della lettera. «Sono negli Stati Uniti da 20 giorni - dice - non so niente di questa lettera, ma, se l’ha inviata il nostro presidente, sarà una cosa giusta. Lunedì rientrerò in Italia e, nel pomeriggio, avrò una riunione, in azienda, a Milano». A non piacere a “Porto di Lavagna” è la decisione del Comune di aprire un bando internazionale.
Per Marylin Fusco, vicepresidente della Regione con delega all’Urbanistica, che lo scorso 23 giugno, a Lavagna, ha partecipato a un incontro con il sindaco e la giunta sulla vicenda porto, il Comune ha rispettato la legge. «Credo che la strada giusta sia quella di procedere all’esame del progetto rimasto - spiega - La legge prevede che non ci sia un diritto di insistenza, un cosiddetto diritto di prelazione da parte di chi detiene la concessione e ne chiede il prolungamento dando il via, di fatto, al rilascio di un nuovo titolo concessorio. Il bando - conclude - rispetta la legge».
La conferenza dei servizi di ieri avrebbe dovuto verificare l’ammissibilità dei due progetti “concorrenti”, dopo due precedenti riunioni volte a discutere della procedura seguita e delle osservazioni sollevate sull’iter. Se ne riparlerà dopo l’estate.>>
Da ora in avanti le responsabilità amministrative e penali (piuttosto gravi) sono assunte dalla Fusco e da Burlando i quali dovranno spiegare, con dettaglio, una infinità di "questioni" che hanno sottratto quei benefici che la norma generale delle concessioni dei beni dello Stato prevede ricadano sulla collettività.
Dovranno spiegare perchè, pur in presenza di dettagliate denunce, la Regione non abbia mai ottemperato ai doveri di tutela del patrimonio pubblico, agendo invece a solo ed esclusivo vantaggio di una società estera.
Il comune di Lavagna, notoriamente "impotente" ad agire nella direzione dell'interesse pubblico, può tirare un po' il fiato........... per ora !
I mezzi della ECO.GE ha dichiaro il giornalista Lannes sono stati fotografati da lui stesso al lavoro nella centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, per gli smaltimenti connessi allo smantellamento della più grande centrale nucleare italiana. Il giornalista ha seguito poi quei mezzi marchiati ECO.GE ed ha evidenziato che ripartivano per Genova per poi giungere a La Spezia. Fatto curioso questo, da Caorso a Genova e poi La Spezia... quando La Spezia è vicinissima a Piacenza, capire il perché di questo assurdo girovagare sui camion sarebbe utile, anche considerando che a Genova non esistono aree per lo stoccaggio di scorie radioattive.
Questo lavoro relativo allo smantellamento degli impianti ed al conseguente smaltimento delle scorie è seguito dalla SOGIM, la struttura affidataria dell'incarico dal Governo, che, quindi, a quanto si apprende, ha affidato in subappaltato l'opera alla società dei Mamone, la nota ECO.GE...
I traffici di rifiuti nucleari e non, in ed attraverso la Liguria non sono una novità.
Non lo sono rispetto al confine con la Francia e non lo sono considerando che il più grande porto turistico del mediterraneo - prima del faraonico "porticciolo" di Imperia, dove lavorava sempre la 'ndrangheta-, quello di Lavagna, è in mano ad un noto personaggio il cui nome ricorre in atti relativi a fatti inquietanti di traffici internazionali di rifiuti, tra Servizi ed 'ndrangheta, ovvero Jack Roc Mazreku. Il nome di Mazreku lo si è trovato in molteplici filoni delle inchieste sulle navi dei veleni, lungo le rotte delle scorie e di armi, a partire da quelli per via delle navi dei Messina con, su tutte, la Jolly Rosso, per arrivare ai porti dell'Africa, dove la Comerio company era di casa, in mezzo agli "aiuti umanitari" del nostro Paese. Ora costui è a Lavagna, dove controlla quel porto mai collaudato con una diga dove il "sapore" dei veleni sembra celarsi alle terre di riempimento per l'ampliamento effettuato violando le prescrizioni più elementari... mentre i pescatori parlano di decine e decine di imbarcazioni affondate al largo di Lavagna, direzione Corsica.
Rifiuti ed armi, scorie e morte sono rotte che dalla Liguria sono sempre partite e dove le diverse province hanno giocato ruoli determinanti per gli smaltimenti illeciti di rifiuti tossici. Province dove sono accertati i "locali" della 'ndrangheta, da Ventimiglia a Savona, da Genova a Lavagna...
Un capitolo mai pienamente chiuso è quello, ad esempio, della Rifiuti Connection dei primi anni Novanta, che vedeva noti "imprenditori" al fianco di pericolosi soggetti legati alla 'ndrangheta, come i Fazzari - Gullace. Una cava nella ridente località turistica di Borghetto Santo Spirito, nel savonese, venne scoperta con oltre 12 mila fusti tossici. Altri 40 mila fusti vennero indicati, agli inquirenti, occultati nel levante genovese, nell'altra ridente terra di turismo e massoneria, il Tigullio, non sono mai stati cercati e potrebbero essere sepolti in quella che è divenuta una bomba ecologica innescata ed ancora inesplosa, tra le gallerie dell'immane ex Miniera di Libiola, sulle alture di Sestri Levante.
E' a La Spezia che operava il boss Iamonte per riempire le navi da affondare... è qui che è pesante ed accertata, ancora una volta, la presenza di Cosa Nostra proprio nel settore portuale... e sempre da qui passava la rotta dei rifiuti derivanti dalle bonifiche di Seveso, che paiono ancora stoccate tra capannoni nella zona di Garlasco ed in alcuni lungo le banchine di La Spezia. E' qui che vennero provati i missili "penetretor" della banda di Comerio per sparare nei fondali marini le scorie tossiche. E' qui che recentemente un Gabriele Volpi, campione dello sport, anche lui con notevoli affari e traffici lungo le rotte con l'Africa, ed al centro di molteplici inchieste giudiziarie, ha avuto qualche banchina in concessione proprio in questo porto dell'estremo levante ligure.
Un panorama devastante dove le società di famiglie di mafia da quelle dei Fazzari-Gullace, su tutti la Sa.Mo.Ter. a quelle dei Fotia con la Scavo-Ter - entrambe già in rapporto con le società Mamone -, vedono assecondare le loro iniziative per adibire le cave a "discarica" da parte della dirigenza del settore ambiente della Regione Liguria, sempre il settore cave, sempre quella dott.ssa Minervini che era già stata indicata dalla Guardia di Finanza alla Procura di Genova tra i soggetti che, sulla partita dell'ex stabilimento "killer" della Stoppani, hanno operato per agevolare i Mamone, amici, ad esempio, del potente presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Fatti le cui responsabilità delle Pubbliche Amministrazioni sono pesanti e che vedono reggere il ruolo di assessore all'ambiente della Regione Liguria quell'uomo che pare un perenne distratto, ovvero Franco Zunino, già responsabile del procedimento - nella veste di funzionario comunale di Celle Ligure - relativo all'appalto irregolare alla società Co.For. dei fratelli Guarnaccia (colpiti da arresto e sequestro, da parte della DDA di Reggio Calabria, dei beni in quanto esponenti della 'ndrangheta impegnata nell'infiltrazione negli appalti pubblici, con l'operazione Arca).
Questa è la Liguria che ora, grazie anche alla linea del Governo Berlusconi, su impulso del "sovrano" imperiese e ministro della Repubblica, Claudio Scajola, sempre in tandem con Claudio Burlando, punta sul business del nucleare, pronta, sul nastro di partenza, per divorare la sua buona fetta di affari.