Al sindaco di Lavagna, G.VACCAREZZA
c.p.c. Al presidente della provincia di GENOVA
Al presidente della regione Liguria
Al ministero Infrastrutture e Trasporti
Oggetto: Porto di Lavagna s.p.a. / Lavagna Futuro s.r.l. / Cala dei Genovesi s.p.a / Altri soggetti
La storia del porto di Lavagna appare sempre più intricata e priva di contenuti accettabili di legalità. Le posizioni dei diversi soggetti si sono spesso modificate nel tempo, a ragione del mutare degli interessi. Nessun documento, tra le molte migliaia di pagine raccolte da ORAS, ha mai indicato un profilo di interesse sociale rivolto alla stesura degli atti e alla conseguente approvazione/negazione. Sempre e soltanto interessi di singoli, o di gruppi assai ristretti, hanno dato la spinta alle varie azioni susseguitesi nel tempo. Nell'anno 2007, in una situazione caotica e sfuggita di mano all'amministrazione comunale in carica, veniva dato spazio mediatico al "Protocollo sul Porto", steso tra il comune di Lavagna (sindaco Vaccarezza, delegati Armanino e Mordini) e la Porto di Lavagna spa di Mazreku & Co. Quel protocollo, ampiamente elogiato dall'intera giunta che lo considerava un "atto di pregio" volto a far cessare le "annose questioni", era invece dichiarato da ORAS come un affrettato ed imprudente procedimento di pubblicistica bell'e buona, utile forse a dare smalto ad una amministrazione in difficoltà proprio sulla questione del porto anche, ma non solo, a ragione della sua evidenziata incapacità a rapportarsi con un soggetto come il gestore del bene demaniale ed i suoi "padrini". In quell'occasione, tanto per esemplificare, si è "venduta per buona", al popolo disinformato, la elemosina che il Mazreku fece alla città di Lavagna staccando il famoso assegnetto di 190.000,00 euri e spiccioli che manco copriva il 10% del dovuto al comune. Quell'assegno venne messo in bella vista persino sulle pagine della stampa locale e fece credere ad alcuni che il sindaco Vaccarezza era stato capace di "recuperare" una somma altrimenti perduta. In realtà il sindaco Vaccarezza regalò ad alcuni fideiussori alcuni milioni di euro che avrebbero potuto essere trasferiti dalle tasche dei fideiussori a quelle assai bisognose del comune di Lavagna. Oggi si ripete la situazione solita e farsesca, che vede il più grande elemento economico del Tigullio pronto a sfuggire di mano, per l'ennesima volta, all'amministrazione pubblica. I due competitori si affannano a rilasciare dichiarazioni alla stampa trattando di fatti a loro non interessanti solo per sfruttare la dabbenaggine di un pubblico disinformato. L'amministrazione comunale dovrebbe mostrare l'impegno a diffondere la conoscenza tra la popolazione allestendo un percorso di chiarezza e definizione che si può ottenere solo da un pubblico dibattito e da un conseguente referendum.
Certo che la sensibilità e l'intelligenza dei destinatari non può sottrarsi al dovere imposto dalla primaria tutela dell'interesse sociale, in attesa di una naturale acquisizione del suggerimento auguro un buon lavoro.
ORAS
a.p.
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