Con estrema e dettagliata argomentazione il Tribunale di Genova ha dato una prova di efficienza.
La procura destinataria degli atti era quella di Chiavari e, come di consueto, tale documentazione aveva preso la via della "giacenza".
Esiste una corposa documentazione che attesta la completa latitanza della procura chiavarese dai fatti concernenti il Porto di Lavagna; in un articolo rintracciabile su questo sito vengono riportate le pretestuose lagnanze del procuratore capo Luigi Carli che, in conferenza stampa da lui invocata, presentava false giustificazioni in merito all'inefficienza della macchina funzionale della procura da lui diretta.
Si noterà come non si trattenga dal dire con chiarezza che i cittadini non possono pretendere giustizia dal suo ufficio!! Questo lo avevamo ben compreso noi da soli!
Avuta conoscenza dell'esposto di ORAS, la Porto di Lavagna spa dava mandato all'avv. Bongiono Gallegra di querelare ORAS nella persona del coordinatore.
Dava anche "incarico" al SECOLO XIX di pubblicare, con evidenza, un articolo dal titolo "MAZREKU CHIEDE I DANNI A PESCINO".
Contemporaneamente la Porto spa adiva il tribunale civile di Chiavari per ottenere un rimborso cospiquo alle "presunte" difficoltà derivate dall'operazione pubblicistica di ORAS.
Occorre ricordare che proprio in quel mentre era in corso il procedimento, completamente carente di istruttoria, che vedeva imputati Cusumano, Mazreku e altri, per diversi reati inerenti l'uso di materiali proibiti sversati nel riempimento della diga di Lavagna.
Proprio quell'esposto di cui sopra aveva lo scopo di rendere utile il procedimento fornendo gli elementi che avrebbero potuto consentire al giudice del dibattimento di condannare Mazreku per tutti i reati ascritti, invece, a soggetti completamente innocenti.I fatti:
A seguito di un dettagliato esposto, corredato di ampia documentazione fotografica, che ORAS aveva depositato presso la sede del NOE di Genova, tale nucleo operativo dei CC, aveva trasmesso gli atti alla procura competente per territorio.La procura destinataria degli atti era quella di Chiavari e, come di consueto, tale documentazione aveva preso la via della "giacenza".
Esiste una corposa documentazione che attesta la completa latitanza della procura chiavarese dai fatti concernenti il Porto di Lavagna; in un articolo rintracciabile su questo sito vengono riportate le pretestuose lagnanze del procuratore capo Luigi Carli che, in conferenza stampa da lui invocata, presentava false giustificazioni in merito all'inefficienza della macchina funzionale della procura da lui diretta.
Si noterà come non si trattenga dal dire con chiarezza che i cittadini non possono pretendere giustizia dal suo ufficio!! Questo lo avevamo ben compreso noi da soli!
Avuta conoscenza dell'esposto di ORAS, la Porto di Lavagna spa dava mandato all'avv. Bongiono Gallegra di querelare ORAS nella persona del coordinatore.
Dava anche "incarico" al SECOLO XIX di pubblicare, con evidenza, un articolo dal titolo "MAZREKU CHIEDE I DANNI A PESCINO".
Contemporaneamente la Porto spa adiva il tribunale civile di Chiavari per ottenere un rimborso cospiquo alle "presunte" difficoltà derivate dall'operazione pubblicistica di ORAS.
Occorre ricordare che proprio in quel mentre era in corso il procedimento, completamente carente di istruttoria, che vedeva imputati Cusumano, Mazreku e altri, per diversi reati inerenti l'uso di materiali proibiti sversati nel riempimento della diga di Lavagna.
Oggi, a distanza di due anni, il PM Ranieri Miniati, prima e il GIP Giacalone, poi, mettono a tacere la Porto spa ed anzi, se si legge con attenzione la lunga motivazione del GIP, rinforza la tesi espressa nell'esposto da ORAS e propone molti interessanti spunti per il lavoro prossimo.
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