Coloro che hanno seguito un poco le vicende del porto, almeno dal 1997, hanno ben compreso che questa struttura nasce e si sviluppa con l'intento di "fare cassa" e nulla più!
Al momento del subentro di Porto di Lavagna spa, che assunse il fallimento di Cala dei Genovesi, emerse come il Mazreku fosse una "testa di legno" creata a ragione di una possibile "presa" del comando del porto proprio per realizzare il progetto di "fare cassa", imponendo quei pagamenti non dovuti di cui oggi iniziano i giudizi di ripetizione degli indebiti.
Allora il Mazreku, così come ancora adesso, era pilotato da una struttura politica "sommersa".
Questa innovativa cordata diretta e guidata dal commercialista Luglio ripete, con la medesima modalità, l'avvento della Porto di Lavagna spa.
Il capocordata rappresenta sostanzialmente una appendice del sistema finanziario prima del PCI e poi DS, essendo presidente del collegio sindacale di FONDAZIONE BNC; banca nota come appartenente alla struttura finanziaria vicina a Claudio Burlando.
Ennio Celio Luglio oggi risponde al "padrone" Burlando, così come fece Mazreku nel 1997, allorchè Burlando era, tra l'altro, presidente di banca BNC oltrechè ministro dei Trasporti.
Si preparano quindi nuovi scenari se solo vogliamo ricordare il caso Greganti e la scalata dei comunisti alle banche italiane; le strane associazioni tra i "difensori del popolo" e i mafiosi di primissima grandezza; lo stalinismo di potere dei "finti comunisti" e la credulità eccessiva dei poveri cristi che vedevano in quegli elementi (D'Alema & Co.) i salvatori delle loro povere e tristi esistenze.
Sorge la necessità di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla ragione per cui i dirigenti stalinisti nostrani hanno sempre avuto bisogno dei contatti forti con la mafia e con gli uomini che la conducevano.
Quando l'Italia era politicamente divisa in due forti raggruppamenti - quello democristiano e quello comunista - potevamo osservare con estrema semplicità che il primo dei due, quello diccì, aveva "sostenitori economici" assai ben visibili come detentori di capitali ingenti, e poteva poi beneficiare economicamente di una parte nascosta, ma marginale, (in cui forse si poteva nascondere il capitale sporco di origigne mafiosa, da sempre esitente) .
Il partito comunista, nel medesimo periodo, decantava la sua "radicale" indipendenza dal capitale che - così raccontavano ai creduloni - era supportata dall'impegno volontaristico degli iscritti e dalle loro modeste dazioni.
Volevano far credere che le sagre paesane e le iscrizioni annuali al partito portavano alle casse del PCI i miliardi necessari a mantenere in piedi l'attività politica!!!
Qualcuno era così sciocco da crederci, fintantochè non scoppiò lo scandalo della scalata alle banche realizzato da truffatori di alto livello e da gregari politici che si sarebbero fatti tritare i testicoli piuttosto che dichiarare apertamente le porcate che facevano (Primo Greganti & Co).
La vicenda assai recente ( i rinvii a giudizio sono datati alcuni giorni or sono) cosiddetta "MENSOPOLI", mostra con tutta evidenza il solito naturale disegno del partito: una banda di truffatori, uno o più mafiosi, il Greganti di turno che in questo caso si chiama Federzoni!
Nella questione di Lavagna, dove il gruppo di potere politico stalinista locale impone le sue regole - le solite, quelle dei bilanci nascosti e delle tangenti - , prima venne messo in pista il Mazreku, oggi, per meglio tutelarsi, ecco la "seconda scelta" rappresentato da BNC (attraverso Luglio & Co) che si prepara ad intorbidire le acque e dove il Greganti di turno (che qui si chiama Armanino) è pronto a "ripulirle"!
Emerge quindi bene il "disegno generale economico" comunista, tenuto in piedi da decenni, che si ritrova radicato in regione Liguria e nel comune di Lavagna:
1-dichiararsi (a chiacchiere) nemici della mafia;
2-stringere invece patti economici forti e segreti con i mafiosi;
3-danneggiare le aziende "sane" nel loro sviluppo per evidente concorrenza sleale;
4-raccogliere le tangenti che sono il vero supporto economico del partito:
5-"punire" i detentori di capitale non mafioso e l'economia in generale;
6-ergersi infine difensori dei lavoratori allorquando l'economia sana precipita !
La sintesi dei fatti è necessariamente estrema, ma se qualcuno vorrà averne ampie delucidazioni, non ha che da seguire i prossimi interventi di ORAS.
Al momento del subentro di Porto di Lavagna spa, che assunse il fallimento di Cala dei Genovesi, emerse come il Mazreku fosse una "testa di legno" creata a ragione di una possibile "presa" del comando del porto proprio per realizzare il progetto di "fare cassa", imponendo quei pagamenti non dovuti di cui oggi iniziano i giudizi di ripetizione degli indebiti.
Allora il Mazreku, così come ancora adesso, era pilotato da una struttura politica "sommersa".
Questa innovativa cordata diretta e guidata dal commercialista Luglio ripete, con la medesima modalità, l'avvento della Porto di Lavagna spa.
Il capocordata rappresenta sostanzialmente una appendice del sistema finanziario prima del PCI e poi DS, essendo presidente del collegio sindacale di FONDAZIONE BNC; banca nota come appartenente alla struttura finanziaria vicina a Claudio Burlando.
Ennio Celio Luglio oggi risponde al "padrone" Burlando, così come fece Mazreku nel 1997, allorchè Burlando era, tra l'altro, presidente di banca BNC oltrechè ministro dei Trasporti.
Si preparano quindi nuovi scenari se solo vogliamo ricordare il caso Greganti e la scalata dei comunisti alle banche italiane; le strane associazioni tra i "difensori del popolo" e i mafiosi di primissima grandezza; lo stalinismo di potere dei "finti comunisti" e la credulità eccessiva dei poveri cristi che vedevano in quegli elementi (D'Alema & Co.) i salvatori delle loro povere e tristi esistenze.
Sorge la necessità di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla ragione per cui i dirigenti stalinisti nostrani hanno sempre avuto bisogno dei contatti forti con la mafia e con gli uomini che la conducevano.
Quando l'Italia era politicamente divisa in due forti raggruppamenti - quello democristiano e quello comunista - potevamo osservare con estrema semplicità che il primo dei due, quello diccì, aveva "sostenitori economici" assai ben visibili come detentori di capitali ingenti, e poteva poi beneficiare economicamente di una parte nascosta, ma marginale, (in cui forse si poteva nascondere il capitale sporco di origigne mafiosa, da sempre esitente) .
Il partito comunista, nel medesimo periodo, decantava la sua "radicale" indipendenza dal capitale che - così raccontavano ai creduloni - era supportata dall'impegno volontaristico degli iscritti e dalle loro modeste dazioni.
Volevano far credere che le sagre paesane e le iscrizioni annuali al partito portavano alle casse del PCI i miliardi necessari a mantenere in piedi l'attività politica!!!
Qualcuno era così sciocco da crederci, fintantochè non scoppiò lo scandalo della scalata alle banche realizzato da truffatori di alto livello e da gregari politici che si sarebbero fatti tritare i testicoli piuttosto che dichiarare apertamente le porcate che facevano (Primo Greganti & Co).
La vicenda assai recente ( i rinvii a giudizio sono datati alcuni giorni or sono) cosiddetta "MENSOPOLI", mostra con tutta evidenza il solito naturale disegno del partito: una banda di truffatori, uno o più mafiosi, il Greganti di turno che in questo caso si chiama Federzoni!
Nella questione di Lavagna, dove il gruppo di potere politico stalinista locale impone le sue regole - le solite, quelle dei bilanci nascosti e delle tangenti - , prima venne messo in pista il Mazreku, oggi, per meglio tutelarsi, ecco la "seconda scelta" rappresentato da BNC (attraverso Luglio & Co) che si prepara ad intorbidire le acque e dove il Greganti di turno (che qui si chiama Armanino) è pronto a "ripulirle"!
Emerge quindi bene il "disegno generale economico" comunista, tenuto in piedi da decenni, che si ritrova radicato in regione Liguria e nel comune di Lavagna:
1-dichiararsi (a chiacchiere) nemici della mafia;
2-stringere invece patti economici forti e segreti con i mafiosi;
3-danneggiare le aziende "sane" nel loro sviluppo per evidente concorrenza sleale;
4-raccogliere le tangenti che sono il vero supporto economico del partito:
5-"punire" i detentori di capitale non mafioso e l'economia in generale;
6-ergersi infine difensori dei lavoratori allorquando l'economia sana precipita !
La sintesi dei fatti è necessariamente estrema, ma se qualcuno vorrà averne ampie delucidazioni, non ha che da seguire i prossimi interventi di ORAS.
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