Il vicesindaco Caveri non perde occasione per autoreferenziarsi; mostra con piacere di avere "conoscenze importanti"; non disdegna di pavoneggiarsi in alte riflessioni politiche che, nella migliore occasione, sono inquadrabili nella vasta platea di stereotipi da bar.
Questo ambiziosissimo signore è però incorso in un grave errore: ha dichiarato in diverse occasioni che l'attuale gestione del porto, alla Porto di Lavagna spa, "proviene da una scelta di chi stava in comune prima di noi "!
Lo dichiara persino su un periodico pagato a spese della collettività !!
Vediamo di comprendere, in primo luogo, se si tratta di un errore, oppure se si stratta di una falsità bella e buona!
Vediamolo soprattutto in funzione della prossima udienza del procedimento penale avocato dalla procura generale di Genova avente ad oggetto un presunto reato di abuso, da parte dell'ex sindaco Mondello, riguardante proprio la vicenda in cui Caveri erra o, come vedremo poi, falsifica consciamente la verità.
Allora, dunque, che successe nel mese di agosto dell'anno 2003 ?
Successe che dopo lunghi mesi di incertezze (?) decisionali, il comune di Lavagna, inteso come rappresentanza dei cittadini attraverso il consiglio comunale, venne completamente alienato dalle sue funzioni, mediante una turpe interpretazione della legge delega sul demanio.
Un funzionario dirigente del comune di Lavagna, tal ing. Podestà, decise, di propria personale iniziativa ed anche poichè sottoposto ad indagine penale per una querela a suo carico presentata dalla Porto di lavagna spa, di concedere la gestione del porto alla società che lo aveva denunciato.
Lo decideva con moto personale, anzi, dice oggi, firmava semplicemente quelle carte che il suo sottoposto, geom Galliano, aveva redatto.
Tutta questa operazione, certamente fuorilegge, varrebbe la presunta garanzia della credibilità delle sue affermazioni quando, il Caveri dice: abbiamo ereditato la Porto di Lavagna spa dalla precedente gestione.
Che fosse tutto falso lo sapevano in molti; manco lui, salvo dichiarasi cretino, può pensare di dire il vero, tant'è che proprio il firmatario dell'atto di auorizzazione a gestire il porto, l'ing. Podestà è riconducibile al suo, del Caveri, "pascolo ideologico" ma, soprattutto è lo stimato e ben pagato consulente del comune - dopo essere stato pensionato dal medesimo ente - che usa le auto dell'ente e che "suggerisce" strategie operative al Caveri ed al Vaccarezza orientandone le scelte.
Allora, concludendo il semplice pensiero, se due più due continuano ancora a dare quattro quale risultato, la Porto di lavagna spa gestisce il porto perchè, come sosteniamo da molto tempo, quel "pascolo ideologico" che nutre Caveri, Podestà, Armanino & C. produce, come risultato dell'avvenuta "metabolizzazione dei nutrienti" la decisione di destinare la gestione a chi, consuetudinalmente, può gestire quel "danaro nero" che è utilissimo ai pascolanti sempre in cerca di acquisire quei capitali che dicono di contrastare ma di cui abbisognano in maniera rilevante per gestire i loro andazzi politichisti.
Traduciamo un poco il concetto per favorire la comprensione: quell'orientamento politico definito di sinistra che, più specificatamente, ha preso indicazioni dall'ex PCI, ha sempre affermato la sua contrapposizione al capitale, definendolo, quasi sempre, in maniera decisamente negativa.
Quell'area di pensiero ha presupposto che il capitale e l'ideologia derivata - che loro chiamano capitalismo - fossero da combattere nella maniera più cruda possibile.
Quell'area di pensiero "illuminata" ha prodotto sistemi artificiali di valori secondo i quali molti giovani si sono trovati nella non invidiabile posizione di "antagonisti" del capitale poichè provenienti da famiglie - non capitaliste.
Quell'area di pensiero democratica (?) ha prodotto concetti diffusi secondo cui, ella sola, era la portatrice della "verità" contrapponendosi ad un'altra area, millenaria, che sosteneva, più o meno, la medesima sciocchezza.
Quell'area di pensiero "ansiogena" metteva in capo ai soggetti democratici a lei appartenenti la convinzione del valore dogmatico delle affermazioni dei capi.
Ecco perchè Caveri può mentire spudoratamente: perchè i suoi "co-pascolanti" in quel verbo democratico illuminato, sono cresciuti credendo nei dogmi.
Il nostro compito è quello di far rinascere il senso critico che allarga la possibilità di valutare i fatti ma consente, in primis, di sbugiardare i falsificatori.
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